Duty free in Giappone a -41%: il calo dei turisti pesa sui department store

Il rallentamento dei flussi turistici pesa sui grandi magazzini giapponesi. Secondo i dati della Japan Department Stores Association – riporta Reuters – le vendite duty free di oltre 80 department store del Paese del Sole Levante sono diminuite del 41% anno su anno nel mese di maggio, risultato scarsa fiducia – derivante dall’incertezza economica – che ha messo a dura prova il potere d’acquisto e il conseguente budget da devolvere allo shopping dei turisti. Un dato che ha subito trovato conferma anche nei listini azionari, con un generale arretramento dei player nipponici.

Un tempo ‘beniamini’ degli investitori giapponesi, ricorda l’agenzia di stampa, i grandi magazzini sono in questo caso rimasti indietro rispetto al recente rally generale del mercato e potrebbero perdere ulteriormente terreno a causa del rafforzamento dello yen che rischia di intaccare ulteriormente il potere d’acquisto dei turisti.

“Lo yen si è leggermente rafforzato, il che fa sì che i turisti percepiscano che lo shopping qui non sia più così conveniente”, ha spiegato Tetsuo Seshimo, portfolio manager di Saison Asset Management. Inoltre, i media locali hanno riportato che il governo giapponese starebbe valutando l’abolizione di un’esenzione dalla tassa di soggiorno attualmente in vigore, il che potrebbe compromettere ulteriormente le prospettive a lungo termine dello shopping turistico.

Il calo delle vendite, ad ogni modo, è proseguito fino a giugno, con il rivenditore H20 Retailing Corp. e i negozi principali di Matsuya Co., che hanno annunciato un calo a due cifre rispetto all’anno precedente. Questa settimana, inoltre, il rivenditore Takashimaya Co. ha abbassato le sue stime di fatturato e in generale la sua guidace per l’intero anno, mentre l’utile operativo di J. Front Retailing Co., derivante proprio dal segmento grandi magazzini, è diminuito del 13% nel periodo marzo-maggio a causa delle vendite deboli del settore del lusso. Le azioni di Takashimaya sono scese del 2,2% e quelle di J. Front del 3,4% il mese scorso.