Effetto farfalla nella skincare: come ottenere risultati a lungo termine
Non tutti ne sono consapevoli ma i principi fisici che trovano applicazione in campo cosmetico sono più di uno. Tra questi anche il famoso effetto farfalla o, in inglese, butterfly effect, teorizzato dal meteorologo Edward Lorenz.
Secondo questo principio, diventato famoso per la citazione nel film Jurassic Park del 1993, una minima variazione in un sistema complesso può innescare cambiamenti rilevanti e spesso imprevedibili nel tempo. Un concetto, questo, che trova piena applicazione anche nella skincare quotidiana. Del resto la pelle è l’organo più grande e articolato del nostro corpo.
Cos’è l’Effetto Farfalla nella skincare
Partiamo, dunque, da una certezza: «Ogni azione eseguita oggi potrà avere un effetto su quello che accadrà domani», conferma Benedetta Basso, cosmetologa AIDECO (Associazione Italiana Dermatologia e Cosmetologia).

Foto di Cottonbro/Pexels
«Pensare alla pelle come a un sistema dinamico, ci aiuta a comprendere quanto ogni piccolo gesto quotidiano possa fare la differenza – continua l’esperta -. Nel lungo periodo, ad esempio, una detersione non adatta o una protezione solare trascurata possono incidere in maniera negativa sul benessere della pelle ben più di quanto si immagini».
Il focus è sulla pulizia del viso
La corretta detersione prima di tutto. E non è un luogo comune. Per ottenere dalla skincare risultati a lungo termine è necessario partire da un’adeguata pulizia quotidiana.
A ciascuno, dunque, il suo detergente specifico. Anche se esistono delle linee guida, che in linea di massima valgono per tutti: come scegliere prodotti delicati con tensioattivi non aggressivi e con un pH vicino a quello fisiologico dell’epidermide. E questo a prescindere dal tipo di pelle. Le formulazioni dolci, infatti, sono le più indicate per mantenere integra la funzionalità del film idrolipidico che protegge la cute.
Cosa c’entra il miocrobiota cutaneo
Un’altra componente fondamentale da tenere in considerazione è il microbiota cutaneo, ossia l’insieme dei microrganismi e dei batteri buoni che vivono in simbiosi con la nostra pelle, proteggendola dalle aggressioni esterne.
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«Utilizzare detergenti non bio-compatibili può alterare l’equilibrio di questo delicato ecosistema e predisporre la pelle a una maggiore sensibilità verso la comparsa di possibili fenomeni come irritazioni e/o dermatiti» sottolinea l’esperta. È anche per questo che i nuovi struccanti e detergenti, ma anche sieri e creme, incorporano pre, pro e post-biotici che vanno a rafforzare proprio il microbiota della pelle. Attenzione, dunque, all’Inci!
Mai senza consiglio dell’esperto
Per ottenere risultati visibili e duraturi, è quindi fondamentale adottare un approccio olistico, che includa anche l’ascolto del proprio corpo, le esigenze della propria pelle e, quando necessario, il supporto di specialisti. «Una consulenza dermatologica o cosmetologica può guidare nella scelta dei cosmetici più adatti, evitando il fai-da-te che può non essere efficace» osserva Benedetta Basso.
Nella skincare routine quotidiana ogni dettaglio conta, ogni abitudine, anche quella che sembra più insignificante, può avere ripercussioni sul lungo termine. L’effetto butterfly ci indica proprio questo: che nella cura della pelle, come nella vita, ogni scelta, per quanto piccola sia, può influire significativamente nel tempo.
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