Federorafi, export a 15,5 mld (+41%) nel 2024. Ma ora pesano i dazi Usa

Aprile 30, 2025 - 18:30
 0
Federorafi, export a 15,5 mld (+41%) nel 2024. Ma ora pesano i dazi Usa
https://www.pambianconews.com/wp-content/uploads/2025/04/Piaserico-Claudia_intera-e1745934151528.jpg

L’export del settore orafo-argentiero-gioielliero italiano sui mercati internazionali nel 2024 ha registrato un +41% per un totale di 15,5 miliardi di euro. Nello specifico, la crescita dell’export è stata sostenuta dai rialzi delle quotazioni dei metalli preziosi e dal permanere della performance “anomala” della Turchia. E sul trend rialzista nelle quotazioni hanno inciso anche e soprattutto i dazi Usa.

È ciò che è emerso dalle elaborazioni del Centro Studi di Confindustria Federorafi sulla base dei dati Istat, confermando una prosecuzione dei trend emersi a partire dall’ultimo trimestre 2023 e per tutto il primo semestre 2024. Parallelamente, l’import risulta interessato da una flessione pari al -8,1%, portando il saldo commerciale 2024 di comparto a un totale di 13,2 miliardi di euro, in aumento del +55,9% a confronto con il surplus archiviato nel 2023.

In merito ai dazi americani, il settore risulta fortemente danneggiato a causa dell’incremento delle quotazioni e della penalizzazione delle vendite sul mercato Usa, che assorbe la quota di 1,4 miliardi di euro annui. Come riporta la nota, se il “congelamento di tre mesi dell’ulteriore applicazione del 10% dei dazi aggiuntivi non scongiura comunque l’effetto ‘frenata’ già in atto, e l’incremento delle tariffe doganali Usa ha avuto molte ripercussioni sui prezzi di vendita dei gioielli negli Stati Uniti”. Secondo Federorafi, sull’oreficeria più “popolare” oltreoceano il dazio (del 5-8%) già oggi può erodere fino al 75% del valore aggiunto, e con gli aumenti previsti a luglio quadruplicherà l’impatto sul margine delle piccole medie imprese orafe italiane, che dovranno quindi intervenire in modo significativo sul prezzo di vendita per garantire i margini di remunerabilità (si stima del +40%).

Come accennato, dunque, l’incremento delle quotazioni delle materie prime e la performance della Turchia – che comunque ha incidenza su un numero limitato di imprese, meno del 3% del totale – hanno condizionato in modo rilevante i valori. Infatti, prendendo in considerazione le quantità, con riferimento alla gioielleria da indosso nel suo complesso, nell’arco dei 12 mesi i volumi esportati hanno visto una performance stazionaria pari al +0,7 per cento. Sul dato medio quantitativo settoriale incide sempre la dinamica della Turchia (+150%), “al netto della quale il risultato in termini di quantità vendute sarebbe di segno negativo”, si legge nel comunicato emanato da Federorafi.

In merito agli sbocchi delle esportazioni, invece, la Turchia sale al primo posto (con il 34,5% del totale) dal quinto occupato nel ranking del 2023. Al secondo posto, con un’incidenza del 9%, si collocano gli Stati Uniti che, nonostante presentino una flessione delle vendite pari al -6,6% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, hanno chiuso l’esercizio con un totale pari a 1,4 miliardi di euro. Al terzo posto si conferma la Svizzera con 1,3 miliardi di euro, con un -15,1% rispetto al 2023. Quarti gli Emirati Arabi Uniti che mettono a segno, invece, un aumento del +10,6 per cento. Le vendite destinate in Francia, patria delle grandi maison del lusso, occupano il quinto posto tra i Paesi di sbocco.

Infine, per quanto riguarda i maggiori distretti del settore per l’export 2024, Arezzo ha messo a segno una variazione del +119% rispetto al 2023 (7,7 miliardi di euro con una forte incidenza dell’export verso la Turchia). Seconda la provincia di Vicenza, che ha mostrato un aumento del +14,9 per cento. In terza posizione Milano, che si conferma davanti ad Alessandria. Infine, l’export del distretto produttivo di Napoli e Caserta ha sperimentato, invece, una minima variazione, nella misura del +1 per cento.

“I dati del 2024 sono in linea con le caute previsioni che avevamo fatto. Al netto dell’incidenza delle quotazioni record delle materie prime preziose, le performance dell’export, che rappresenta il 90% dell’intero fatturato settoriale, si attestano in termini di quantità appena sopra i livelli del 2023 rispetto ai dati in valore Istat dove il +41% è appunto condizionato dalla materia prima preziosa”, commenta in una nota Claudia Piaserico, presidentessa di Confindustria Federorafi. “Questo trend rialzista nelle quotazioni sta oltretutto proseguendo nel 2025 alimentato non solo dalle guerre in atto ma anche dalla vicenda dei dazi Usa – continua la dirigente -. (…) Abbiamo attivato una importante interlocuzione con il nostro Governo e con il Ministero degli Affari esteri e confidiamo che l’attività diplomatica e le nuove risorse a sostegno delle nostre Pmi riescano a dissipare, almeno in parte, le incognite sul futuro prossimo dell’oreficeria made in Italy”.

Qual è la tua reazione?

Mi piace Mi piace 0
Antipatico Antipatico 0
Lo amo Lo amo 0
Comico Comico 0
Furioso Furioso 0
Triste Triste 0
Wow Wow 0
Redazione Redazione Eventi e News