Femminicidio Giulia Tramontano: no a giustizia riparativa per Impagnatiello

Lug 10, 2025 - 14:00
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Femminicidio Giulia Tramontano: no a giustizia riparativa per Impagnatiello

“La decisione è stata di rigetto” della richiesta: Alessandro Impagnatiello, condannato all’ergastolo per la morte di Giulia Tramontano, non avrà accesso al programma di giustizia riparativa. Lo ha stabilito la Corte d’Appello di Milano.

I motivi posti alla base della richiesta sono stati ritenuti “irrilevanti ai fini di una valutazione dell’ammissibilità dell’invio dell’imputato al programma riparatorio”. Impagnatiello, lo scorso 25 giugno, si è visto confermare in secondo grado l’ergastolo per il femminicidio di Giulia Tramontano, uccisa a Senago, in provincia di Milano, il 27 maggio 2023 mentre era al settimo mese di gravidanza, con 37 coltellate.

Per la Corte d’Appello di Milano, l’ex barman non ha “rielaborato criticamente” “moventi o impulsi criminosi” che lo hanno spinto a uccidere la fidanzata. Una rielaborazione critica “portata a sua giustificazione della scelta di un percorso di riconciliazione “sarebbe valsa a motivare l’utilità del percorso di riconciliazione” verso un percorso di “responsabilizzazione” di Impagnatiello.

La “assunzione di responsabilità”, “il rincrescimento esternato alla prima occasione di contraddittorio processuale” offerta a Impagnatiello, sono stati, tuttavia, ritenuti “irrilevanti” dalla Corte d’appello.

Sono tre i parametri, come ricorda la Corte d’Appello, su cui si basa la valutazione per essere ammessi al programma di giustizia riparativa: “l’utilità del percorso riparatorio; “l’assenza di pericolo per le parti”; “l’assenza di pericolo per l’accertamento dei fatti”. Nella loro motivazione, i giudici non ravvisano situazioni di pericolo né per le parti né per l’accertamento dei fatti e prendono atto della “indisponibilità per ora irretrattabile delle persone direttamente danneggiate”, cioè la famiglia di Giulia Tramontano, di prende parte al programma riparatorio.

La decisione della Corte d’Assise d’Appello

Lo scorso 25 giugno la Corte d’Assise d’Appello di Milano ha confermato la condanna all’ergastolo per Impagnatiello, ma con una parziale riforma della sentenza di primo grado. I giudici hanno ritenuto che il femminicidio della compagna non fosse premeditato, come invece era stato stabilito nel corso del processo in primo grado dalla Corte d’Assise di Milano che aveva condannato all’ergastolo riconoscendo anche l’aggravante della premeditazione per l’ex barman. Per mesi, Impagnatiello aveva avvelenato la sua compagna nel tentativo di interrompere la gravidanza. Quel bambino in arrivo e la ragazza erano per lui “ostacoli” di cui disfarsi. 

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Redazione Redazione Eventi e News