Ferrara, il caso Calancea: nuove accuse dopo la condanna per aggressione in piazza Ariostea

A Ferrara torna al centro dell’attenzione il caso di Costantin Calancea: condannato nel 2021 per aggressione a un minorenne, ora accusato di nuove minacce e violenze contro uno studente. Nuovo processo l’11 settembre.

Agosto 24, 2025 - 15:45
Agosto 25, 2025 - 20:13
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Ferrara, il caso Calancea: nuove accuse dopo la condanna per aggressione in piazza Ariostea

Ferrara torna a fare i conti con un caso che ha indignato l’opinione pubblica. Il nome è sempre lo stesso: Costantin Calancea, cittadino moldavo già coinvolto in episodi di violenza, che nel 2021 si rese protagonista di una brutale aggressione ai danni di un minorenne in piazza Ariostea. Un fatto grave, che segnò profondamente la comunità ferrarese e che dopo quattro lunghi anni di iter processuale si è concluso con una condanna a 1 anno e 4 mesi di reclusione.

Eppure, nonostante la sentenza, l’uomo non ha scontato un solo giorno di carcere presso la casa circondariale di via Arginone. Una circostanza che lascia sconcertati cittadini e famiglie, e che alimenta il sospetto di una giustizia troppo debole nei confronti di chi delinque.

Un nuovo episodio: minacce e aggressioni a un universitario

Come se non bastasse, nel 2024 Calancea si sarebbe reso responsabile di nuove e pesanti intimidazioni, protrattesi per mesi, ai danni di un giovane studente universitario di Ferrara. Secondo le ricostruzioni, il ragazzo avrebbe subito vessazioni, minacce di morte e ripetute aggressioni fisiche, sempre nella zona tra via Frescobaldi e piazza Ariostea, spesso in orari serali e in momenti di scarsa presenza di passanti.

Un vero e proprio accanimento, culminato in episodi che hanno visto anche l’utilizzo di un coltellino per intimorire la vittima sotto casa. Ora, per questi fatti, l’11 settembre si aprirà un nuovo processo per tentata rapina e aggressione ripetuta.

Le domande inevase: e le vittime?

Oltre all’amarezza per le nuove accuse, resta un nodo mai affrontato: le vittime non hanno ricevuto alcun risarcimento per i danni morali e psicologici subiti. Una ferita che brucia doppiamente, perché lascia le famiglie sole a fronteggiare il peso delle conseguenze, mentre l’aggressore sembra muoversi con un senso di totale impunità.

Una giustizia che non convince

La domanda che si pongono i cittadini è inevitabile: perché la condanna del 2021 non è stata realmente eseguita? Cosa spinge certi magistrati a trattare con leggerezza episodi così gravi, che minano la sicurezza pubblica e la fiducia nelle istituzioni? La percezione diffusa è che si stia tutelando più chi delinque che le vittime, con il rischio di legittimare la criminalità e l’illegalità.

La città di Ferrara non può restare indifferente. È necessario che le autorità giudiziarie diano risposte chiare e soprattutto che si garantisca tutela effettiva alle vittime, non solo sulla carta

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