Francesco Risso lascia Marni dopo dieci anni. È la fine di un’era

L’ennesimo fulmine a ciel sereno. In un’annata che sembra riscrivere la storia della moda, anche Marni annuncia il suo cambio della guardia. Dopo dieci anni alla guida del brand, Francesco Risso saluta la maison milanese. “Marni è stato uno studio, un palcoscenico, un sogno”, ha dichiarato il designer concludendo un decennio di moda radicale.

La notizia arriva in un momento di grande instabilità o, più ottimisticamente, di grande fermento nel fashion system. Il 2025 è l’anno delle svolte, dei debutti, dei ritorni inattesi. E delle uscite che lasciano il segno.

Da Prada a Marni: l’arrivo di un outsider

Classe 1983, cresciuto tra Genova e Firenze, diplomato al Polimoda e formato al Fashion Institute of Technology di New York, Francesco Risso inizia la sua carriera creativa all’ombra di giganti: prima Anna Molinari, poi Alessandro Dell’Acqua. Ma è da Prada, dove lavora per oltre dieci anni al fianco di Miuccia, che eredita quello sguardo colto, stratificato, mai letterale, che diventerà il suo marchio di fabbrica. Nel 2016 viene chiamato a guidare Marni, raccogliendo il testimone di Consuelo Castiglioni, fondatrice del brand e figura chiave nella definizione di quell’estetica italiana fuori dal coro. Una nomina inizialmente accolta con scetticismo, visto che Risso era poco noto al grande pubblico, ma che si rivelerà sorprendente per coerenza e coraggio.

Francesco Risso esce sulla passerella per il finale della sfilata AI 24/25 di Marni. (Photo by Victor VIRGILE/Gamma-Rapho via Getty Images)

Dieci anni di Marni by Risso

Se c’è una cosa che Francesco Risso ha insegnato all’industria è che la moda può essere sia alta che divertente. Marni, sotto la sua guida, è diventata uno spazio di libertà, in cui gli abiti hanno assunto il compito di comunicare stati d’animo, ricordi, impulsi. Il suo stile si è sempre mosso tra arte e gioco, tra couture e patchwork. Ha rivoluzionato la silhouette Marni, mantenendo la stranezza dell’heritage, ma rendendola più contemporanea.

Nel backstage della sfilata PE25 di Marni alla Milano Fashion Week.

Ha portato il brand fuori dalle passerelle tradizionali, basti pensare agli show itineranti a Tokyo, New York, Caracas, Shanghai, trasformandoli in esperienze immersive. Ha costruito collezioni in cui nulla era lasciato al caso: dalle musiche ai casting, dalla scenografia alle collaborazioni artistiche (memorabili quelle con Erik Madigan Heck, Flaminia Veronesi, o con musicisti e performer emergenti). Una moda fatta non per piacere a tutti, ma per creare legami profondi con chi è disposto a capirla.

Marni primavera estate 2024.

Un addio in punta di piedi. E ora?

Renzo Rosso, presidente del gruppo OTB che controlla Marni, saluta Francesco Risso definendolo “un artista nel cuore”, e riconoscendo il lavoro svolto nel portare il marchio su nuovi terreni. Chi prenderà il suo posto non è ancora stato annunciato. Ma la posizione è strategica: in un mercato che guarda sempre più al lusso di nicchia e al consumo consapevole, un brand come Marni può diventare il punto di riferimento di una nuova élite stilistica. Le ipotesi? Potrebbero essere Matteo Tamburini, in uscita da Tod’s, o Marine Serre, per un cambio di passo radicale. Ma c’è anche chi scommette sul ritorno in Italia di designer come Lucie Meier, ex Jil Sander, o sull’ascesa di outsider come Talia Byre o Rui Zhou.

Marni Fall Winter 2020/2021. (Photo by Victor Boyko/Getty Images for Marni)

Anche per Risso, ora, si apre ora una fase nuova e non è da escludere un suo approdo a una maison più strutturata. Nei rumor più insistenti si parla di Helmut Lang, ancora alla ricerca di una guida solida.  Oppure potrebbe prendersi una pausa per ripensare da zero la sua idea di moda e fondare un proprio brand.

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