La galassia più lontana mai osservata: perché è così importante per capire l’Universo
Qual è la galassia più distante mai osservata e perché la sua scoperta è fondamentale per comprendere l’origine e l’evoluzione dell’Universo.
La galassia più lontana mai osservata,
cosa sappiamo e perché è fondamentale per l’astronomia
Qual è la galassia più distante mai scoperta dall’uomo?
È una domanda che affascina scienziati e appassionati di spazio, perché guardare una galassia lontanissima significa osservare l’Universo nel suo passato più remoto. Negli ultimi anni, grazie a telescopi sempre più potenti, l’astronomia ha fatto passi da gigante nello studio delle prime galassie formatesi dopo il Big Bang.
Qual è oggi la galassia più lontana conosciuta?
Attualmente, il primato della galassia più distante osservata appartiene a JADES-GS-z13-0, individuata grazie al James Webb Space Telescope. Questa galassia si trova a una distanza tale che la sua luce ha impiegato oltre 13 miliardi di anni per raggiungere la Terra. In altre parole, la vediamo com’era quando l’Universo aveva appena 300–400 milioni di anni.
La distanza non è misurata in chilometri, ma attraverso il redshift, un parametro che indica quanto la luce di un oggetto è stata “spostata” verso il rosso dall’espansione cosmica. Più alto è il redshift, più lontana – e più antica – è la galassia osservata.
Perché studiare galassie così lontane è così importante?
Osservare galassie estremamente distanti permette agli astronomi di:
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ricostruire le prime fasi dell’evoluzione dell’Universo
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capire quando e come si sono formate le prime stelle
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studiare il periodo della reionizzazione cosmica, una fase cruciale in cui l’Universo divenne trasparente alla luce
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testare e migliorare i modelli cosmologici attuali
In pratica, ogni galassia primordiale è come un fossile cosmico, capace di raccontarci la storia dell’Universo nei suoi primi capitoli.
Il ruolo del James Webb Space Telescope
Il James Webb Space Telescope (JWST) ha rivoluzionato lo studio delle galassie lontane grazie alla sua capacità di osservare l’Universo nell’infrarosso. Poiché la luce delle galassie antiche è fortemente allungata dall’espansione cosmica, solo strumenti di questo tipo riescono a individuarla con precisione.
Grazie al JWST, gli scienziati stanno scoprendo che le prime galassie erano più numerose e complesse di quanto si pensasse, costringendo la comunità scientifica a rivedere alcune teorie sull’origine delle strutture cosmiche.
Guardare lontano significa guardare indietro nel tempo
Quando osserviamo la galassia più distante, non stiamo semplicemente misurando una grande distanza: stiamo viaggiando indietro nel tempo. Ogni nuova scoperta ci avvicina alla comprensione di come l’Universo sia passato da una distesa quasi uniforme di energia e particelle alle galassie, stelle e pianeti che conosciamo oggi.
La ricerca non è finita: nuove osservazioni potrebbero presto spostare ancora più in là il confine dell’Universo osservabile.
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