Il capo di Coupang, proprietaria di Farfetch, si dimette dopo una violazione di dati
Il ceo del colosso tecnologico sudcoreano Coupang ha annunciato le sue dimissioni in seguito a un data breach (violazione di dati) che avrebbe compromesso i dati di 33,7 milioni di clienti e portato all'avvio di class action.
"Sono profondamente dispiaciuto per aver deluso il pubblico con il recente incidente relativo alle informazioni personali. Sento un profondo senso di responsabilità per l'accaduto e il successivo processo di recupero, e ho deciso di dimettermi da tutte le posizioni", ha dichiarato in una nota alla stampa Park Dae-jun, entrato in azienda nel 2012 prima di prenderne la guida nel maggio 2025.
Coupang ha confermato la notizia in un comunicato stampa, affermando che la casa madre statunitense ha nominato Harold Rogers, suo chief administrative officer e general counsel, come ceo ad interim delle operazioni coreane dell'azienda. Rogers intende "concentrarsi sull'alleviare l'ansia dei clienti, risolvere la questione della violazione dei dati sia internamente, sia esternamente, e stabilizzare l'organizzazione".
Coupang, che ha acquisito la piattaforma di lusso britannica Farfetch l'anno scorso, è al centro delle polemiche da quando la violazione dei dati è stata rilevata e confermata all'inizio di novembre, nonostante i report suggeriscano che potrebbe essere iniziata già a giugno.
L'azienda di ecommerce ha affermato che le informazioni sull'account di quasi 34 milioni di clienti, inclusi indirizzi email, numeri di telefono e indirizzi di spedizione, sono state potenzialmente compromesse nella violazione. Non sono trapelati dati relativi alle carte di credito o credenziali di accesso.
A seguito del cambio ai vertici, la casa madre statunitense di Coupang assumerà un ruolo più attivo nella gestione degli sforzi di recupero per affrontare l'incidente. Tali sforzi saranno destinati, in parte, ad affrontare le questioni legali sorte in risposta alla violazione, inclusi i piani per intentare una class action da parte dei clienti coreani presso la corte federale degli Stati Uniti.
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Questo articolo è stato pubblicato originariamente sulle altre edizioni di FashionUnited e tradotto in italiano usando un tool di intelligenza artificiale.
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