Il giorno dell’eucarestia Gesù è presente tra di noi

Giugno 20, 2025 - 04:30
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Il giorno dell’eucarestia Gesù è presente tra di noi

Dopo le solennità di Pentecoste e della SS.ma Trinità, la Chiesa Universale celebra la festività del “Corpus Domini”.

Se pensiamo ad un lontanissimo passato, attraversato da secoli e secoli di storia, il ricordo del Corpo e Sangue di Gesù, più comunemente l’Eucarestia, istituita durante l’Ultima Cena, un’anticipazione di questo gesto dal valore immenso la troviamo già nella figura di Melchisedek, il sommo sacerdote.

Melchisedek, sarebbe vissuto tra il XX e il XXI secolo a. C., come racconta il capitolo 14 della Genesi, egli stesso avrebbe offerto il pane e il vino, simbolo dell’Eucarestia, ad Abramo. Melchisedek è descritto come il re di Salem, ovvero di Gerusalemme, ed è considerato sacerdote, per volontà divina, e sarà colui che benedirà Abramo dopo la sua vittoria su i re della Valle del fiume Giordano.

Nel Canone della Messa, precisamente nella “Preghiera Eucaristica” o Canone Romano, viene citato Melchisedek con queste parole: “Noi ti ricordiamo, Padre e ti onoriamo come Abramo, il padre dei credenti, e come Melchisedek re di Salem e sacerdote dell’Altissimo, che offrì a te un sacrificio senza macchia”.

In questo si stabilisce un legame tra l’Antico e il Nuovo Testamento: Melchisedek è visto come un personaggio che prefigura Gesù Cristo e il suo sacrificio. Tutto questo serve inoltre a sottolineare la continuità tra la ricca tradizione ebraica e la fede cristiana.

Il “Canone Romano” è il più antico e tradizionale dei Canoni della Messa, si ritiene sia stato composto tra il IV e V secolo. E’ difficile stabilire chi sia l’autore, alcuni studiosi ritengono che possa essere stato influenzato da papa Gregorio Magno (590-604). Nel corso degli anni il Canone ha subito modifiche e revisioni, ma la sua struttura  e il suo contenuto sono rimasti essenzialmente gli stessi.

Il Signore ci ha salvato donandoci il suo Corpo e il suo Sangue, e l’ha fatto attraverso due elementi unici e fondamentali per la vita dell’uomo, il pane e il vino, il pane come garanzia di vita e il vino come garanzia  di festa e di letizia.

Proprio l’Eucarestia, potremmo affermare come sia un cibo essenziale per un vero e concreto cammino spirituale. Paolo VI (1963-1978) ci dice che: “L’ Eucarestia, sotto il velo del pane e del vino, contiene Cristo, Capo visibile della Chiesa, redentore del mondo, centro di tutti i cuori. Colui per cui esistono tutte le cose: anche noi esistiamo in Lui”.

In questo giorno solenne del Corpus Domini, un momento importante è senza dubbio quello della processione che si svolge nelle città e anche nei più piccoli paese.  A Roma, naturalmente a renderla più suggestiva è la presenza del Papa, che porta, chiusa in un ostensorio, un’ostia consacrata, esposta alla pubblica adorazione.

Nel passato la processione, guidata sempre dal pontefice, si svolgeva dalla basilica di S. Giovanni in Laterano, fino a giungere all’antichissima chiesa di San Clemente. Sarà l’8  giugno del 1477 Niccolò V (1477-1455) a presiedere la processione da piazza San Pietro a Porta Castello, una delle sette porte chiuse della città.

Giovanni XXIII (1958-1963) il 29 maggio del 1959, giorno del Corpus Domini, volle percorrere il tratto di strada partendo dalla basilica romana dell’Ara Coeli, ai piedi del Campidoglio, per concludere la processione nei pressi del Colosseo.

Durante il pontificato di Paolo VI, la processione aveva luogo nello stesso posto, dove egli celebrava la messa, e così capitò nel quartiere moderno dell’Eur nel 1965  o nel litorale romano di Ostia nel 1968.

Nel 1979 Giovanni Paolo II, il 17 giugno, recando egli stesso il Santissimo Sacramento, dopo aver celebrato la messa a San Giovanni in Laterano, si mosse ai piedi, attraversando via Merulana fino a giungere a S.Maria Maggiore e concludere con la benedizione solenne. Anche Benedetto XVI (2005-2013) e Papa Francesco (2013-2025) hanno partecipato alla processione, circondati sempre dall’affetto dei fedeli che facevano da corona durante tutto il percorso. Domenica 22 giugno sarà per la prima volta Leone XIV a ripetere con lo stesso itinerario, quest’antichissima tradizione.

Infine, proprio in questo giorno, in molti luoghi della nostra penisola, si potrà assistere alle popolari “infiorate”, le più antiche risalgono al XVII secolo, e si ritiene che la pratica di creare quadri con i fiori freschi, sia nata nella Basilica Vaticana nel 1625 per opera dell’allora responsabile della Fioreria Vaticana, l’architetto Benedetto Drei.

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