Il premier laburista Albanese confermato in Australia, l’Ue ringrazia ‘l’effetto Trump’
Bruxelles – Dopo il Canada, l’Australia. Due degli storici alleati degli Stati Uniti riconfermano i partiti di centro-sinistra al governo proprio in chiave anti-Trump. A Canberra, il premier uscente Anthony Albanese ha rimontato e sconfitto la Coalizione, il polo liberale di centro-destra guidata da Peter Dutton, che ha pagato un’eccessiva vicinanza al tycoon americano. Da Bruxelles, il presidente del Consiglio europeo, António Costa, si è detto “convinto che la nostra cooperazione strategica e bilaterale continuerà a rafforzarsi”, mentre la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, ha dichiarato: “Europei e australiani non sono solo amici: sono compagni”.
Gli analisti l’hanno ribattezzato ‘effetto Trump’, già dopo la vittoria di Mark Carney in Canada, contro tutti i pronostici che davano – fino a poche settimane dal voto – come grande favorito il leader del partito conservatore, Pierre Poilievre. Se ad Ottawa la consultazione elettorale dello scorso 28 aprile si è trasformata in una sorta di referendum sul controverso presidente statunitense e le sue minacce di annessione, anche a Canberra sembra aver giocato un ruolo decisivo la guerra dei dazi di matrice trumpiana, che ha esasperato una campagna elettorale incentrata sul costo della vita e le incertezze economiche. Gli Stati Uniti hanno imposto al Paese oceanico tariffe reciproche del 10 per cento e dazi del 25 per cento sulle importazioni di acciaio e alluminio. E Dutton, il leader del Liberal Party of Australia che aveva definito Trump “un grande pensatore”, ne ha pagato le conseguenze, perdendo pure il seggio che deteneva dal 2004.

Così, se i sondaggi prima dell’insediamento di Trump alla Casa Bianca attribuivano ai conservatori un vantaggio di almeno 10 punti percentuali, le proiezioni dei risultati elettorali ribaltano tutto: alla Camera bassa del Parlamento australiano, dove la soglia della maggioranza è fissata a 76 seggi, i Labour di Albanese si sarebbero assicurati almeno 85 rappresentanti eletti, la Coalizione liberale nemmeno 40. “Oggi il popolo australiano ha votato per i valori australiani: per l’equità, l’aspirazione e le opportunità per tutti; per la forza di mostrare coraggio nelle avversità e gentilezza verso chi è nel bisogno”, ha affermato il premier di origini italiane nel discorso della vittoria.
Von der Leyen ha immediatamente lanciato un appello ad Albanese, chiedendo di “cogliere questo momento di stabilità per approfondire la nostra cooperazione”, per “espandere il commercio, gli investimenti e impegnarci per promuovere i nostri valori democratici condivisi e un Indo-Pacifico libero e aperto”. È chiaro d’altra parte che Canberra, dipendente da Washington soprattutto nella sfera economica e in quella della sicurezza, non ha alcuna intenzione di tagliare i ponti con l’amministrazione americana: anzi, il primo ministro ha annunciato oggi di aver avuto una “conversazione calorosa e positiva” con Trump, esprimendo l’intenzione di recarsi negli Stati Uniti come prima missione all’estero nel suo secondo mandato.
Congratulations to @AlboMP and his party on their victory in the Australian federal election.
Europeans and Australians are not just friends – we’re mates.
Let us seize this moment of stability to deepen our cooperation.
Together, we can expand trade, investment and work to…
— Ursula von der Leyen (@vonderleyen) May 3, 2025
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