In 50 giorni oltre 300 esemplari di berta minore trovati morti sulle coste del Lazio e della Campania

«Chiediamo al ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica e al ministero dell’Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste un intervento urgente per prevenire il gravissimo fenomeno del ‘bycatch’ degli uccelli marini, ossia la cattura accidentale degli uccelli marini con gli attrezzi da pesca». Lo scrive la Lipu in una lettera inviata ai due ministeri dopo la morte, quest’anno, da maggio a oggi, di oltre 300 esemplari di berta minore sulle coste del Lazio e della Campania, un fenomeno avvenuto altre volte in passato in questa stagione e che già da due anni è riconducibile, grazie ad analisi necroscopiche, alla cattura accidentale, ma fatale, degli animali con gli attrezzi da pesca.
Durante la stagione primaverile migliaia di berte minori, eleganti uccelli marini simili a piccoli albatros, si aggregano davanti alle coste del Lazio e della Campania per cacciare piccoli pesci e accidentalmente possono rimanere intrappolate nelle reti da pesca. A maggio, centinaia di berte minori sono state ritrovate morte lungo il litorale del Tirreno centrale, tra il Lazio e la Campania, proprio in un periodo in cui questi uccelli marini sono in riproduzione e si spostano tra le aree di alimentazione in mare e le isole di nidificazione dove costruiscono il nido e allevano i pulcini. La morte anche di un solo genitore può significare la morte anche del pulcino. La causa dei decessi, come accertato, è stata l’annegamento: le berte, che in fase di alimentazione possono immergersi a profondità di diverse decine di metri, rimangono impigliate nelle reti da pesca e, non potendo riemergere, affogano.
Per comprendere appieno il fenomeno delle aggregazioni di berte minori davanti alle coste e trovare soluzioni al bycatch, la Lipu ha avviato, circa un mese fa, in collaborazione con le associazioni Ornis Italica e Ardea, un progetto di Citizen science per chiedere alle persone di segnalare la presenza di gruppi di berte minori in prossimità delle coste del Tirreno centrale, compilando un modulo disponibile online.
La cattura accidentale però di uccelli e di altre specie protette con attrezzi da pesca non riguarda solo le coste del Lazio e della Campania ma investe molte altre aree del nostro Paese e tutti i mari europei, dove si stima che il bycatch colpisca ogni anno tra i 130mila e i 380mila uccelli marini. Per questo la Lipu, dal 2021, sta portando avanti, all’arcipelago delle Pelagie, un progetto per monitorare il bycatch e individuare le soluzioni per ridurne l’impatto sugli uccelli marini.
Nel 2024, inoltre, la Lipu ha inviato alla Commissione europea una denuncia per segnalare che in Italia mancano adeguati monitoraggi del bycatch degli uccelli e non vengono adottate adeguate misure per eliminare o ridurre sensibilmente questa minaccia. La Commissione ha aperto una procedura d’infrazione sul bycatch degli uccelli e di altre specie protette, come delfini e tartarughe.
«Per combattere il fenomeno servono urgenti misure concrete quali l’avvio di un programma di monitoraggio scientifico in tutti i mari italiani – afferma Giorgia Gaibani, responsabile Natura 2000 e Difesa del territorio della Lipu – Inoltre, capire quali sono gli attrezzi da pesca più pericolosi, quali gli uccelli marini più a rischio e individuare quelle aree marine dove è più probabile si verifichi il bycatch. Infine, è indispensabile individuare misure di mitigazione efficaci in accordo con i pescatori per prevenire questa gravissima minaccia».
La berta minore ha uno Stato di conservazione cattivo a causa del degrado e della riduzione del suo habitat ottimale: infatti, oltre al gravissimo problema del bycatch, soffre a causa dell’inquinamento, della riduzione di risorse per alimentarsi e del disturbo diretto ai siti di nidificazione.
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