In Parlamento cresce l’opposizione contro la caccia agli uccelli migratori sui valichi di montagna

Non c’è solo il disegno di legge sulla caccia selvaggia, con cui fare i conti. I parlamentari di destra Bruzzone, Cerreto, Nevi, Davide Bergamini, Caretta hanno presentato un emendamento al progetto di legge governativo "Disposizioni per il riconoscimento e la promozione delle zone montane” con il quale vogliono cancellare il divieto di caccia, per un raggio di mille metri attualmente previsto dalla legge vigente, sui valichi montani interessati dalle rotte di migrazione.
Si tratta di un emendamento, denuncia la Lipu, quasi identico a quanto previsto dal ddl 1552 depositato in Senato che stravolge la legge per la protezione della fauna con ulteriori e gravi concessioni ai cacciatori. Ma l’opposizione non ci sta.
«Basta con il gioco delle tre carte sulla vita degli animali – dichiarano le deputate Pd Patrizia Prestipino ed Eleonora Evi – Nei valichi montani interessati dalle rotte di migrazione restino in vigore le disposizioni della 157/ 92 con il divieto di caccia. La recente sentenza del Consiglio di Stato è chiara, aggirarla è inaccettabile. Vogliamo smontare per sempre il pretesto, l'alibi, il passepartout che con sempre maggiore monotonia il ministro Lollobrigida ripropone ogni giorno all'opinione pubblica, mentre forse la notte ascolta la corporazione armiero-venatoria più estremista. La tutela delle rotte migratorie non ha nulla a che vedere con i danni da fauna, questi sono un pretesto per la mattanza dei migratori».
S’annuncia dunque opposizione dura all’emendamento che renderebbe possibile cacciare sui valichi montani interessati dalle rotte di migrazione.
«Non è accettabile la guerra agli uccelli migratori che sorvolano il nostro Paese – affondano le due deputate Pd – Le convenzioni internazionali, le Direttive europee, i trattati ci impongono di adottare ogni possibile precauzione per salvare la biodiversità e non di esasperare il conflitto con la certezza di essere sottoposti a procedure di infrazione. Inoltre, già siamo nel pieno di una procedura di infrazione, ma gli italiani non lo sanno: eppure, l'erogazione delle sanzioni sarà a loro spese, a carico dei contribuenti che pagano le tasse regolarmente. Contro questo modo di operare non ci sono confini di partiti e coalizione: la contrarietà al disegno di legge rinnegato dal governo e ora presentato con ritocchi in Senato ha mobilitato tantissime coscienze, in illimitata trasversalità, con tanti elettori che sempre più a voce alta sono dalla parte degli animali. Il ministro Lollobrigida e la Lega sparano sulla fauna ma anche su di loro».
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