Incendi estivi e salute pubblica: un’emergenza invisibile che respiriamo
Gli incendi estivi, anche quelli boschivi, rappresentano un grande rischio per la salute. L’effetto sistemico di questi inquinanti – non si limita all’apparato respiratorio ma coinvolge metabolismo, sistema immunitario e salute mentale. SIMA propone allerta precoce, chiusura temporanea di strutture in zone a rischio, rafforzamento della componente filtrante dei sistemi di ventilazione negli ospedali, piani di evacuazione per i fragili
di Elisabetta Turra
«Con l’estate e l’aumento delle temperature, gli incendi – boschivi e non – tornano a rappresentare una minaccia concreta non solo per l’ambiente, ma anche per la salute pubblica. Dietro il fumo che si alza da boschi, discariche o aree industriali, si cela una miscela invisibile e pericolosa di sostanze tossiche, in grado di raggiungere anche aree molto distanti dall’epicentro del rogo». A lanciare l’allarme è il presidente della Società Italiana di Medicina Ambientale (SIMA), il professore Alessandro Miani, che sottolinea l’urgenza di una nuova consapevolezza sanitaria e politica.
Cosa respiriamo davvero? “I veleni dell’aria”
«Durante un incendio, compresi i roghi di rifiuti, spesso abusivi – spiega Miani – la combustione incompleta di materiali vegetali, plastici o industriali libera nell’aria un ampio spettro di inquinanti: dal particolato fine (PM2.5 e PM10), al monossido di carbonio, dagli ossidi di azoto fino a composti cancerogeni come diossine, furani e idrocarburi policiclici aromatici ed ai metalli pesanti come piombo, cadmio, mercurio e arsenico. Queste sostanze sono riconosciute da OMS, EPA e IARC come tra le più pericolose per la salute umana».
Chi rischia di più: bambini, anziani e non solo
«Le fasce più esposte includono i bambini, gli anziani, le persone con malattie respiratorie o cardiovascolari, le donne in gravidanza e i lavoratori all’aperto. Ma anche i soggetti sani, in presenza di fumi intensi, possono manifestare sintomi acuti come tosse, irritazioni, mal di testa, stanchezza o difficoltà respiratorie», aggiunge il professore. L’esposizione intensa può persino provocare alterazioni neurologiche temporanee.
Il danno invisibile dell’esposizione cronica al fumo degli incendi
Miani richiama l’attenzione anche sui danni a lungo termine: «Studi condotti in California, Australia e Grecia confermano che l’esposizione ripetuta aumenta il rischio di tumori polmonari, ictus, infertilità e declino cognitivo». Particolarmente critiche le aree urbane ad alta densità, dove la combinazione tra inquinamento e scarsa ventilazione amplifica gli effetti nocivi.
Roghi di rifiuti: un’emergenza nell’emergenza
«I roghi di rifiuti urbani e industriali rilasciano sostanze ancor più pericolose rispetto agli incendi boschivi. Bruciare PVC, pneumatici o apparecchiature elettroniche significa diffondere nell’aria una miscela letale di diossine, metalli pesanti e solventi organici. L’esposizione è stata correlata a leucemie infantili, tumori solidi, disturbi ormonali e patologie neurologiche», sottolinea l’esperto di medicina ambientale.
Il pericoloso mix di calore e fumi
«Il caldo stesso aggrava i danni degli incendi: accelera il battito cardiaco, aumenta la frequenza respiratoria e rende l’organismo più permeabile agli inquinanti. Inoltre, favorisce la formazione di ozono troposferico, irritante per occhi e polmoni. Il combinato calore-fumo ha triplicato la mortalità respiratoria in alcune aree dell’Europa meridionale», ricorda Miani, citando uno studio pubblicato su The Lancet Planetary Health.
Effetti meno noti degli incendi, ma documentati dalla scienza
«Tra i danni meno visibili ma accertati: interferenze ormonali, mutazioni epigenetiche, neurotossicità fetale e alterazioni del microbiota intestinale. L’effetto sistemico di questi inquinanti – precisa Miani – non si limita all’apparato respiratorio ma coinvolge metabolismo, sistema immunitario e salute mentale».
I dati italiani: un incremento nei ricoveri e nella mortalità
«Anche in Italia il fenomeno è tracciato: uno studio dell’ISS e ARPA Lazio ha rilevato un aumento del 14% nei ricoveri per patologie respiratorie durante gli incendi del 2017, con un incremento della mortalità soprattutto tra gli anziani, spiega il Presidente della SIMA. Il progetto europeo EXHAUSTION ha stimato decine di migliaia di decessi prematuri l’anno in tutta l’area mediterranea».
Le istituzioni devono agire: prevenzione e protezione
«La prevenzione passa da piani integrati e coordinati. SIMA propone: allerta precoce, chiusura temporanea di strutture in zone a rischio, rafforzamento della componente filtrante dei sistemi di ventilazione negli ospedali, piani di evacuazione per i fragili, educazione della popolazione. Fondamentale un approccio One Health che coinvolga Protezione civile, autorità sanitarie e comunità scientifica».
Cosa può fare il singolo cittadino?
«Le raccomandazioni sono chiare: restare in ambienti chiusi e climatizzati, evitare attività all’aperto, utilizzare purificatori d’aria e mascherine FFP2/FFP3, proteggere i soggetti fragili e monitorare i bollettini ARPA. Ogni comportamento può fare la differenza. La medicina ambientale è lo strumento con cui leggere e anticipare i rischi ambientali. Non possiamo più permetterci di sottovalutare ciò che respiriamo. Serve un cambio di paradigma: città più verdi, infrastrutture resilienti e una sanità pubblica che sappia integrare prevenzione, ambiente e salute. Perché dietro ogni rogo estivo si nasconde una crisi sanitaria silenziosa che ci riguarda tutti».
Rimani aggiornato su www.vocesanità.it
L'articolo Incendi estivi e salute pubblica: un’emergenza invisibile che respiriamo proviene da Voce della sanità.
Qual è la tua reazione?
Mi piace
0
Antipatico
0
Lo amo
0
Comico
0
Furioso
0
Triste
0
Wow
0




