Iran, la lezione di San’Agostino contro l’ostilità

Agosto 6, 2025 - 15:00
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Iran, la lezione di San’Agostino contro l’ostilità

L’insegmamento di pace di Sant’Agostino nell’Iran sull’orlo della guerra. “E’ passato più di un mese da quando è entrato in vigore il cessate-il fuoco. E siamo ancora lontani da un accordo di pace. Tutto porta a credere che, invece di prendere in considerazione dei negoziati, le parti coinvolte si siano rivolte ai propri fornitori di armi per rifornirsi, in modo da essere pronte ad affrontare nuove ostilità“, dice all’agenzia missionaria vaticana Fides l’arcivescovo di Teheran-Isfahan. Lasciando Castel Gandolfo Leone XVI si è rivolto ai giornalisti dicendo: “Dobbiamo incoraggiare tutti ad abbandonare le armi, così come il denaro che si nasconde dietro ogni guerra”. Osserva il cardinale Dominique Joseph Mathieu: “Analisti che fino a poco tempo fa parlavano a livello mondiale di un nuovo clima di guerra fredda, ora evocano una terza guerra mondiale. A differenza della seconda, non si tratta più di conquiste territoriali su basi ideologiche, ma di interferenze nei territori altrui, volte a destabilizzare i regimi in atto“.

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Foto di Akbar Nemati su Unsplash

Appello dall’Iran

Prosegue il porporato: “Siamo passati da un mondo bipolare – Occidente/Unione Sovietica – a un mondo monopolizzato – dominato dall’egemonia del cosiddetto ‘mondo libero’ di fronte a una minaccia malefica, per evolvere oggi verso un mondo multipolare, con potenze emergenti come quelle che aderiscono ai Brics. L‘Ordine mondiale è quindi in piena trasformazione. Israele e Iran si accusano reciprocamente di correre il rischio di essere annientati dall’altro. Uno attacca il sionismo ebraico che opprime i palestinesi musulmani; l’altro attacca il regime dei mullah, che minaccia l’esistenza di Israele con il suo programma nucleare. La principale fonte di conflitto risiede nell’ideologia che demonizza l’altro e le sue presunte ambizioni. Sono le popolazioni, criminalizzate da una propaganda ostile, a pagare il prezzo”. Il cardinale cita Dag Hammarskjöld: “L’Onu non è stata creata per portarci in Paradiso, ma per salvarci dall’inferno”. Infatti “quando si codificano carte universali, l’obiettivo è prevenire conflitti e catastrofi, al fine di evitare il peggio per l’umanità”. Nell’opera “La Città di Dio”, Sant’Agostino definisce la pace come la “tranquillità dell’ordine” (tranquillitas ordinis). Egli distingue due diversi livelli: la pace terrena (relativa, che San Tommaso d’Aquino definisce “temporanea”), come mezzo necessario alla vita sociale per evitare il caos – in particolare attraverso i trattati – e la pace divina (assoluta, e, secondo l’Aquinate, “spirituale”), che costituisce il fine ultimo dell’umanità e richiede una conversione spirituale.

 

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