Italia prima destinazione di prodotti ittici della Tunisia con il 31 per cento del valore delle esportazioni

Lug 22, 2025 - 23:30
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Italia prima destinazione di prodotti ittici della Tunisia con il 31 per cento del valore delle esportazioni

L’Italia è la prima destinazione di prodotti ittici della Tunisia con il 31 per cento in valore del totale esportazioni, seguita da Spagna (14 per cento) e Libia (12 per cento). È quanto emerge dal bollettino dell’Osservatorio nazionale dell’agricoltura (Onagri) pubblicato ieri, secondo cui la bilancia commerciale dei prodotti della pesca marittima in Tunisia ha registrato un calo del 67,5 per cento del surplus alla fine di maggio 2025 su base annuale. Il saldo positivo si è attestato a 59,9 milioni di dinari (17,6 milioni di euro), un drastico peggioramento rispetto ai 184,4 milioni di dinari (54,23 milioni di euro) registrati nello stesso periodo del 2024. Negli ultimi anni, l’Italia ha visto un aumento significativo delle importazioni di prodotti della pesca marittima dalla Tunisia. Questo trend, in costante crescita, è il riflesso di una combinazione di fattori, come una domanda interna in aumento e un mutato scenario nei mercati della pesca del Mediterraneo. Il mercato italiano si sta aprendo sempre più ai prodotti ittici tunisini, che offrono una varietà di specie molto apprezzate sulle tavole degli italiani. Tra i principali prodotti importati figurano pesce fresco e refrigerato come merluzzi, orate, spigole e altre specie tipiche del Mediterraneo, ma anche crostacei, in particolare i gamberi rosa e rossi, molto richiesti, molluschi, polpi, calamari e seppie. L’Italia importa anche prodotti trasformati o semi-lavorati come filetti e preparati, che facilitano la distribuzione e l’uso nella ristorazione.

La Tunisia, forte di una delle flotte pescherecce più grandi del Mediterraneo, è in grado di fornire le stesse specie comunemente pescate anche in Italia, ma con un vantaggio competitivo in termini di prezzi, spesso più contenuti rispetto al mercato nazionale. L’incremento dei volumi di importazione di pesce fresco, congelato, crostacei e molluschi dalla Tunisia segue un trend generale di maggiore dipendenza italiana dalle forniture estere di prodotti ittici. Questa tendenza posiziona l’Italia come il Paese più significativo per l’export ittico tunisino, rappresentando il primo cliente per il pesce refrigerato, congelato e semilavorato proveniente dalla Tunisia. Diversi fattori contribuiscono a questo incremento delle importazioni, una diminuzione della produzione domestica a causa dei cambiamenti climatici che influenzano la fauna marina e le normative sulla pesca, come i fermi biologici. A ciò si aggiunge la presenza di specie aliene che riducono i raccolti di molluschi. Nei mercati ittici italiani, i prodotti tunisini vengono spesso commercializzati insieme a quelli locali, sia freschi che congelati, per rispondere alla domanda crescente della grande distribuzione moderna e della ristorazione, che cercano costantemente un equilibrio tra qualità, disponibilità e costi.

Tornando ai dati Onagri, dal primo gennaio a fine maggio 2025, le esportazioni tunisine di prodotti ittici (pesca marittima e acquacoltura) hanno raggiunto circa 11.400 tonnellate, per un valore di 267,3 milioni di dinari (78,61 milioni di euro). Questo dato evidenzia un calo sia in quantità (-19,7 per cento) che in valore (-21,2 per cento) rispetto allo stesso periodo del 2024, quando le esportazioni ammontavano a 14.200 tonnellate per 339,3 milioni di dinari (circa 100 milioni di euro). Anche i prezzi medi all’esportazione hanno subito una flessione di circa il due per cento, attestandosi a 23,4 dinari (6,88 euro) al chilogrammo, rispetto ai 23,9 dinari (7,03 euro) al chilogrammo di maggio 2024. Le principali voci esportate sono state il pesce fresco (2.500 tonnellate), i prodotti in scatola e semi-conservati (2.900 tonnellate) e i crostacei (2.700 tonnellate). Le esportazioni sono state distribuite su oltre 27 destinazioni, con l’Italia a guidare la classifica. Alla fine di maggio 2025, le importazioni di prodotti della pesca marittima sono aumentate notevolmente, raggiungendo circa 31.700 tonnellate, per un valore di 207,4 milioni di dinari (circa 61 milioni di euro). Questi numeri rappresentano un incremento del 35,5 per cento in quantità e del 33,9 per cento in valore rispetto a 23.400 tonnellate e 154,9 milioni di dinari (45,5 milioni di euro) dello stesso periodo dell’anno precedente. I prezzi medi all’importazione, invece, hanno mostrato una diminuzione del 3,1 per cento, scendendo a 6,5 dinari (1,91 euro) al chilogrammo. La distribuzione delle importazioni, in base agli utilizzi, ha visto il 76,9 per cento destinato alla produzione manifatturiera, il 22,7 per cento all’approvvigionamento del mercato e un marginale 0,4 per cento all’ingrosso.

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