L’ascesa del Regno Unito nella biologia sintetica: tra scienza, governance ed etica

Giugno 15, 2025 - 10:30
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L’ascesa del Regno Unito nella biologia sintetica: tra scienza, governance ed etica

Negli ultimi anni, il Regno Unito ha delineato una strategia ambiziosa per posizionarsi come leader globale nella biologia sintetica responsabile, investendo risorse considerevoli non solo nella ricerca scientifica, ma anche nella creazione di un ecosistema regolato da principi etici e da una governance trasparente. Questa visione multidimensionale riflette la crescente consapevolezza che le tecnologie di frontiera, come la biologia sintetica, devono essere sviluppate con attenzione al loro impatto sociale, ambientale e politico.

Che cos’è la biologia sintetica?

La biologia sintetica è un campo interdisciplinare che combina biologia, ingegneria, chimica e informatica per progettare e costruire nuovi organismi viventi o per modificare quelli esistenti. Questi “organismi ingegnerizzati” possono essere utilizzati per una vasta gamma di applicazioni: dalla produzione di farmaci alla bonifica ambientale, dall’agricoltura sostenibile alla creazione di nuovi materiali biodegradabili.

A differenza della semplice modificazione genetica, la biologia sintetica lavora a un livello più profondo e modulare, come se il DNA fosse un linguaggio di programmazione biologico. Questo apre possibilità enormi, ma comporta anche rischi significativi, specialmente in termini di biosicurezza e controllo delle nuove forme di vita create in laboratorio.

Investimenti e progetti chiave

Nel 2025, il governo britannico ha lanciato una serie di iniziative per rafforzare la propria presenza nel settore. L’Agenzia ARIA (Advanced Research and Invention Agency) ha stanziato milioni di sterline per finanziare progetti altamente innovativi che coniugano scienza di frontiera e responsabilità sociale.

Tra i principali progetti troviamo:

  • Università di Exeter: è in corso un programma da £1,8 milioni per lo sviluppo di piante sintetiche “responsabili”, con un forte coinvolgimento delle comunità locali e un focus su colture resilienti come le patate.
  • Università di UCL: con un finanziamento di circa £8,9 milioni, sta lavorando su sistemi vegetali e alghe ingegnerizzati per produrre nutrienti essenziali e materiali innovativi. Il progetto prevede anche modifiche genetiche ai cloroplasti per aumentare la fotosintesi.
  • Università di Oxford (progetto OPTIMiSE): sta sviluppando cloroplasti sintetici da inserire in piante come patate e grano per migliorare produttività e resistenza climatica.
  • Università di Cambridge: è al centro di un consorzio che mira alla creazione dei primi cromosomi vegetali sintetici, veri e propri “software biologici” capaci di essere programmati per compiti specifici.

Governance e coinvolgimento pubblico

Uno degli elementi distintivi della strategia britannica è l’enfasi sulla governance etica. Il Nuffield Council on Bioethics, insieme a università come Edinburgh, Sussex ed Exeter, ha avviato programmi per sviluppare quadri regolatori partecipati, che includano il parere dei cittadini e promuovano il dialogo tra scienziati, politici e opinione pubblica.

Iniziative artistiche e forum pubblici accompagnano i progetti scientifici, con l’obiettivo di costruire fiducia e legittimazione sociale per l’uso della biologia sintetica in ambito agricolo e medico.

In parallelo, l’Università del Kent ha ricevuto finanziamenti per creare percorsi formativi destinati ai giovani ricercatori, focalizzati su etica, impatto ambientale e innovazione sostenibile.

Sfide globali: i “mirror microbes”

Un’altra tematica emersa recentemente riguarda i “mirror microbes”, microrganismi sintetici con chiralità opposta a quella degli organismi naturali. Questi esseri potrebbero risultare invisibili al sistema immunitario o difficili da controllare nell’ambiente. Ricercatori britannici, insieme a partner internazionali, stanno lavorando per proporre un quadro di biosicurezza internazionale, consapevoli che le tecnologie emergenti non conoscono confini.

Verso un futuro bioingegnerizzato

Il Regno Unito ha scelto di abbracciare la biologia sintetica con un approccio sistemico e responsabile: ricerca avanzata, ma anche attenzione all’etica, trasparenza nelle decisioni e dialogo con la società. In un mondo in cui le tecnologie biologiche possono plasmare il futuro della salute, dell’agricoltura e dell’industria, questa strategia rappresenta un modello da osservare attentamente.

La sfida non è solo scientifica, ma anche culturale e politica: costruire innovazione che sia al tempo stesso efficace, sicura e accettata. Il Regno Unito, con i suoi centri d’eccellenza e la sua visione etica, sembra aver compreso che il progresso biologico del XXI secolo dovrà essere costruito con il consenso e la responsabilità di tutti.

 

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Redazione Redazione Eventi e News