Lorenzo Bertelli: "grazie all'Ia saremo finalmente in grado di valorizzare le persone che sanno usare le mani"

Scandicci (Firenze). "La tecnologia e l'intelligenza artificiale ci darà efficienza e libererà tempo per i lavori ad alto valore aggiunto": parola di Lorenzo Bertelli, chief marketing officer and head of corporate social responsibility del Gruppo Prada, che ieri, a Scandicci, con il ceo Andrea Guerra, ha festeggiato i 25 anni della Prada Academy Group e ha avuto una lunga conversazione con due artigiani dello stabilimento di Scandicci: Francesca Rettori e Leonardo Nesi, entrambi leathergoods operator.

Lorenzo Bertelli: "nel breve periodo l'intelligenza artificiale creerà disruption ma nel lungo periodo sono positivo"

Insomma, Bertelli ha risposto alla domanda che ogni lavoratore della moda, e non, si sta facendo, ossia se l'Ia cancellerà dei ruoli dall'organigramma aziendale. "Il problema in questi casi è sempre il periodo di transizione, nel breve periodo l'intelligenza artificiale creerà disruption ma nel lungo periodo sono positivo", ha aggiunto Bertelli. Artigianalità e manifattura non ce la faranno a essere imbrigliate nei sempre più specifici e dettagliati prompt di Gemini. Anzi, gli fa eco la dipendente Francesca Rettori, "all'academy ci insegnano che bisogna rubare con gli occhi". Come dire: l'attenzione, la curiosità, la passione, l'esperienza che possono guidare le mani nel produrre una borsa sono quel valore aggiunto che secondo Bertelli garantisce la tenuta e l'ulteriore valorizzazione delle professioni artigiane.

Nei prossimi anni, inoltre, il paradigma tra colletti bianchi e colletti blu cambierà totalmente. I giovani stanno recuperando il desiderio di tornare ad avere un equilibrio tra vita lavorativa e privata, vogliono un welfare maggiore.

Molte delle attività svolte dai colletti bianchi sono state o saranno assorbite da processi legati allo sviluppo dell'intelligenza artificiale e svolgere mansioni di ufficio significherà sempre più avere a che fare con Powerpoint e passare la giornata con lo smartphone in mano, il che potrebbe rende più attrattive e al contempo attribuire maggiore valore, alle attività svolte con le mani.

A dare man forte a questa visione è Andrea Guerra che ha sottolineato come la manifattura per un gruppo come Prada sia artigianato industriale: "l'80% di quello che facciamo è mani, cuore, pensiero". Ieri, FashionUnited ha visitato anche lo stabilimento di Scandicci, i reparti produttivi e i laboratori della Prada Academy Group, per vedere le maestranze di Prada e Miu Miu al lavoro e ha toccato con mano cosa intenda Andrea Guerra quando dice che "non ci sono due pezzi di pelle uguali; ci vuole una attenzione maniacale" per produrre borse e capi di lusso.

Andrea Guerra: il lusso è un mondo che deve abbracciare la tecnologia ma deve riuscire a dare il valore massimo all'ingegno a tutto quello che c'è di umano

Nessuna fretta nel lusso: "siamo in un mondo che deve rimanere lento. È un mondo che deve abbracciare la tecnologia ma deve riuscire a dare il valore massimo all'ingegno a tutto quello che c'è di umano", sottolinea il ceo del Gruppo Prada.

Del resto, la storia del Gruppo Prada è una storia di stabilimenti di produzione, 23 solo in Italia, "dal giorno uno mio padre ha creduto nel possedere fabbriche di proprietà e di fatto la storia dei miei genitori è quella di una persona che si dedicava più la parte design (la madre di Lorenzo Bertelli, Miuccia Prada, ndr) e una persona (il padre, Patrizio Bertelli, ndr) che si ricava più presso le fabbriche", racconta Lorenzo Bertelli sottolineando come la produzione interna sia "un tema culturale che è nel nostro sangue: da noi negli uffici a Milano non si parla di business senza parlare delle fabbriche".

Numeri alla mano, il Gruppo Prada conta 15433 dipendenti (al 30 giugno), opera attraverso 25 siti industriali di cui 23 sono in Italia. Sono 4.167 i dipendenti della divisione industriale mondo, 2087 quelli della pelletteria, 1081 quelli delle calzature e 999 i dipendenti dell'abbigliamento.

Restando in tema di produzione, il management del Gruppo Prada ha spiegato anche come lo stabilimento di Scandicci e la Prada Academy Group "si stia già preparando ad accogliere Versace e relativa produzione. L'accademia è di gruppo perchè comunque fare una borsa per un brand o per l'altro è uguale, la filosofia è sempre la stessa", racconta Bertelli.

Il risvolto del modello produttivo messo a punto dal Gruppo Prada è costituito anche da un controllo diretto della filiera, a garanzia di un reale made in Italy. L'azienda, inoltre, ha da tempo deciso di rivelare i nomi dei fornitori.

"Abbiamo deciso di pubblicare i nomi di quelli di cui siamo particolarmente fieri e comunque, come sapete, nel nostro percorso di lungo periodo arriveremo comunque a comunicarli tutti". "All'azienda non è richiesto legalmente di fare disclosure di tutti quanti i livelli della catena produttiva. Se un giorno cambieranno le regole di reporting saremo felicissimi di fare disclosure del 100% ma deve essere uguale per tutti", ha spiegato Lorenzo Bertelli, ma oggi "perché dobbiamo dare un vantaggio a competitor che potrebbero andare a raccogliere informazioni sulla nostra filiera produttiva?"