Meloni democristiana? Il grande gioco di Giorgia: convertita da fascista a moderata o è solo tattica elettorale?

Sono i cattolici l’obiettivo di Giorgia Meloni. Anche se non può dirlo apertamente le ultime mosse della premier sono abbastanza chiare.
Va al meeting di Rimini – Comunione e Liberazione – viene accolta con due standing ovation, la platea è tutta con lei.
Da attenta presidente del consiglio lavora già per il futuro, le elezioni politiche del 2027.
Non c’è dubbio che nel Pd l’area dei riformisti rema contro la segreteria di via del Nazareno. Elly Schlein ha portato troppo a sinistra il partito e quelli che erano i democristiani di una volta lavorano sotterraneamente, ma non troppo, per far cadere la Schlein.
Giorgia Meloni alla conquista dei cattolici

Questo è il palcoscenico della forza più importante dell’opposizione, perciò la Meloni afferra l’opportunità e inizia a fare sul serio. Crede, e non a torto, che i cattolici del Pd non ne possono più dell’attuale situazione: il loro desiderio è ritornare a formare un grande centro, quello che ha governato il Paese per decenni. Sopportano per ora la “rivoluzione” della Schlein e aspettano il momento opportuno per sferrare l’attacco.
Una vecchia-giovane volpe della politica può farsi sfuggire quanto le regalano su un piatto d’argento una solida parte degli oppositori?
Assolutamente no, fa il suo mestiere al contrario degli altri che amano dire sempre no. Dunque, va a Rimini e occhieggia gli avversari che non vedono l’ora di cambiare le carte in tavola.
Questo è un mondo di non poco conto, migliaia di voti che magari sono andati dispersi perché della destra o del centro destra non si fidavano. Ecco perché, da quando è a Palazzo Chigi, la premier è diventata più moderata, più europeista, meno vicina alle posizioni di Orban.
Il giudizio positivo degli altri europei
In primo luogo, si è fatta apprezzare in Europa: non sono pochi i paesi dei volenterosi che giudicano positivamente il suo lavoro. Non sono pochi quei giornali stranieri (inglesi, americani, persino francesi) che vorrebbero seguire le orme dell’Italia sull’immigrazione e su come combattere l’illegalità dei migranti.
Anche in campo economico, l’Italia viene spesso considerata con grande curiosità dagli alleati del vecchio continente. È di ieri il parere di Christine Lagarde, presidente della Banca centrale europea, la quale considera molto importante (e la difende) la solidità dei conti pubblici italiani.
Senza contare che nei tre anni di governo presieduti dalla Meloni, il numero dei disoccupati è sceso al 6 per cento, mai così dal 2007. Pure la disoccupazione giovanile ha segnato passi in avanti, anche se in un campo così delicato i provvedimenti da prendere sono ancora tanti.
Nell’ultimo sondaggio del primo settembre, i tre partiti della maggioranza hanno avuto un premio dagli elettori, mentre il pd è diminuito di uno 0,4 per cento.
Essere più moderati (Matteo Salvini a parte) significa guadagnare consensi? È troppo presto per dare una secca risposta ad un simile interrogativo. Sta di fatto che molti nel vecchio continente credono che prima o poi i Fratelli d’Italia confluiranno nel partito popolare europeo.
Domanda: Giorgia Meloni è cambiata per convinzione o solo per mero pragmatismo? Un fatto è certo: i numeri sono dalla sua parte, mentre quelli della Schlein sono in calo tanto è vero che nell’ultimo periodo la figura di Silvia Salis, sindaco di Genova, è apparsa un po’ dappertutto.
È l’inizio di un cambio della guardia? Al vertice del Pd sempre una signora in gonnella, ma con idee “più democristiane”
Per quanto riguarda il resto del Paese, il ritornello non cambia, perché oggi come oggi si pensa solo al voto delle regionali ed alla sua complessità.
In Puglia, a darsele di santa ragione sono tre uomini della sinistra, De Caro, Emiliano e Vendola. Non sembrano troppi tre sistemi di potere dell’opposizione?
In Campania, i fans di Vincenzo De Luca non arretrano e giurano che combatteranno fino all’ultimo per difendere il loro “idolo”.
Nello sport, agli Us Open avanzano Sinner e Musetti, un grande momento per gli amanti del tennis. In tono minore, i tifosi del calcio perchè i pro Pal sono del parere che la partita Italia-Israele non si deve giocare.
Che cosa c’entrano quegli undici che scendono in campo con la scelleratezza di Netanyahu? Antisemiti si può essere, ma fino a che punto?
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