Migrazione netta nel Regno Unito in calo: il nodo irrisolto

Il governo di Keir Starmer si trova davanti a un delicato equilibrio politico dopo la pubblicazione dei nuovi dati sulla migrazione netta nel Regno Unito.
Secondo l’Office for National Statistics (ONS), nel periodo di dodici mesi conclusosi a dicembre 2024, sono entrate nel Regno Unito circa 431.000 persone in più rispetto a quelle che sono partite.
Il dato segna un forte calo rispetto al picco del 2022, quando la migrazione netta raggiunse 860.000 persone, ma resta comunque molto superiore ai livelli storici pre-Brexit.
Il governo laburista, salito al potere con la promessa di una gestione “equilibrata, pragmatica e giusta” dei flussi migratori, si ritrova ora a dover rispondere a due pressioni contrapposte: chi chiede un taglio netto degli arrivi e chi sottolinea l’importanza strategica dell’immigrazione per l’economia britannica.
I dati ONS: calo netto ma restano numeri alti
Nel 2024, secondo le stime ufficiali dell’ONS, 431.000 migranti netti sono rimasti nel Regno Unito.
Si tratta di una diminuzione significativa rispetto al 2022, che aveva visto un afflusso record dovuto a molteplici fattori:
-
crisi umanitarie globali (Ucraina, Afghanistan, Hong Kong)
-
riapertura post-Covid
-
liberalizzazione dei visti per studenti e lavoratori qualificati
Il calo è attribuito a:
-
una riduzione nel numero di arrivi di studenti internazionali
-
un leggero aumento nelle partenze
-
politiche più restrittive introdotte nella seconda metà del 2024
Tuttavia, il valore resta quasi doppio rispetto agli anni immediatamente precedenti alla Brexit, quando la migrazione netta annua si aggirava intorno a 200.000-250.000 unità.
Il dilemma di Starmer: numeri sotto controllo o narrazione fuori controllo?
Il Partito Laburista guidato da Keir Starmer ha scelto un approccio diverso rispetto al passato: non ha fissato un target numerico per la migrazione netta, ma ha promesso un sistema migratorio funzionale e responsabile, che favorisca:
-
l’economia nazionale
-
i servizi pubblici, in particolare il NHS
-
l’integrazione sociale
In una dichiarazione ufficiale, Starmer ha affermato:
“Abbiamo bisogno di un sistema migratorio che funzioni per il paese, che rispetti la dignità umana e che non ceda alla retorica facile.”
Tuttavia, l’assenza di obiettivi numerici è stata interpretata dai critici come mancanza di volontà politica, soprattutto da parte dell’opposizione conservatrice.
Suella Braverman, figura di spicco dell’ala destra dei Tory, ha accusato il governo di “fingersi sorpreso davanti a numeri che confermano il fallimento delle promesse laburiste”.
Chi sono i nuovi migranti? La nuova geografia dei flussi
Il profilo della migrazione verso il Regno Unito è cambiato radicalmente dopo Brexit.
Oggi, i flussi principali provengono da:
-
India
-
Nigeria
-
Pakistan
-
Cina
-
Filippine
I motivi principali dell’ingresso sono:
-
lavoro qualificato (settori carenti di personale: sanità, logistica, edilizia)
-
studio universitario (soprattutto per master e dottorati)
-
ricongiungimenti familiari
-
asilo politico e umanitario
Dati ufficiali mostrano che le università britanniche dipendono sempre di più dagli studenti internazionali, i quali pagano tasse molto più alte rispetto agli studenti britannici.
Un restringimento dei visti per studenti, attualmente in discussione, potrebbe creare buchi finanziari gravi per numerosi atenei, soprattutto fuori da Londra.
Immigrazione e lavoro: dipendenza e narrativa
Il NHS (Servizio Sanitario Nazionale) e molte altre aree dell’economia britannica sono profondamente dipendenti dalla forza lavoro migrante.
Secondo il Migration Observatory, oltre il 30% degli infermieri registrati in Inghilterra proviene da paesi extra-UE.
Lo stesso vale per il settore della cura degli anziani, della ristorazione e dell’agricoltura.
Tuttavia, la narrativa pubblica, alimentata da parte dei media e da figure politiche, continua a presentare l’immigrazione come una minaccia, più che come una risorsa.
Questo divario tra realtà economica e percezione sociale crea un terreno fertile per la polarizzazione politica, già evidente nei sondaggi pre-elettorali.
Le risposte del governo: nuove regole, vecchi dubbi
Per rispondere alle critiche e cercare di “regolare meglio” i flussi, il governo Starmer ha annunciato nel 2025 tre linee di intervento:
-
Limitazione dei visti familiari: più controlli per evitare abusi nei ricongiungimenti.
-
Stretta sugli studenti: visti limitati per chi non segue corsi post-laurea qualificanti.
-
Formazione interna: incentivi per formare personale britannico nei settori carenti, in modo da ridurre la dipendenza da forza lavoro straniera.
Tuttavia, secondo molti esperti del settore, questi interventi avranno effetti solo nel medio-lungo periodo.
Il rischio è che la stretta su visti legittimi porti a carenze immediate, senza un’alternativa pronta.
Per approfondire le politiche migratorie in corso, è possibile consultare il sito del Home Office.
La questione della percezione pubblica
Il problema della migrazione netta è anche – e forse soprattutto – un problema di percezione.
Molti britannici credono che l’immigrazione sia fuori controllo, anche quando i dati dimostrano il contrario.
Il governo dovrà affrontare una campagna comunicativa trasparente, capace di spiegare:
-
l’utilità economica dell’immigrazione
-
le misure di controllo già in atto
-
i reali numeri, separati dalla propaganda
Il rischio, altrimenti, è quello già visto in passato: la realtà viene travolta dalla retorica, e le scelte politiche finiscono per seguire la paura, non i dati.
Le immagini utilizzate sono su Common free license o tutelate da copyright. È vietata la ripubblicazione, duplicazione e download senza il consenso dell’autore.
The post Migrazione netta nel Regno Unito in calo: il nodo irrisolto first appeared on Londra Da Vivere : il più grande portale degli italiani a Londra.
L'articolo Migrazione netta nel Regno Unito in calo: il nodo irrisolto proviene da Londra Da Vivere : il più grande portale degli italiani a Londra.
Qual è la tua reazione?






