Milano Unica 41, buyer esteri a +10%. Canclini: “Tessile in ripresa nel 2026”

Lug 12, 2025 - 08:00
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Milano Unica 41, buyer esteri a +10%. Canclini: “Tessile in ripresa nel 2026”
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Si chiude con visitatori in crescita del 10% la 41esima edizione di Milano Unica. La fiera dedicata al tessile e accessori alto di gamma si è tenuta tra l’8 e il 10 luglio presso i consueti spazi espositivi di Fiera Milano Rho, raccogliendo 735 espositori, numero “record” di adesioni per la kermesse, che hanno proposto le proprie collezioni autunno/inverno 2026-27.

Riguardo all’affluenza, non è stato diramato questa volta il numero complessivo di visitatori che hanno popolato la tre giorni (a febbraio pari a circa 6.476 aziende, rappresentate da circa 12mila buyer), eccezion fatta per i visitatori esteri, che hanno pesato il 45% del totale.

Nello specifico, si sono mostrati in crescita quasi tutti i principali mercati di sbocco dei tessuti made in Italy, a eccezione di Cina (-3,5%) e Corea (-14 per cento). In aumento le aziende da Paesi Bassi (+46%), Germania (+33%), Regno Unito (+23%), Usa (+16%), Francia (+14%) e Giappone (+9,5 per cento).

“Con un numero di espositori che ha segnato un nuovo record, Milano Unica si conferma ormai l’eccellenza fieristica del tessile d’alta gamma”, ha raccontato a Pambianconews Simone Canclini, presidente della manifestazione. “Noi abbiamo fatto una scelta di qualità – prosegue – che significa scegliere il meglio della produzione europea di valore e sostenibile”. Aggiungendo ancora l’importanza della “premiazione di una serie di aziende per oltre vent’anni e quaranta edizioni consecutivi ci hanno dato fiducia esponendo nei nostri padiglioni. Un riconoscimento per averci seguito fedelmente nella buona e nella cattiva sorte”.

Hanno fatto da sfondo all’appuntamento fieristico, come di consueto, i dati di settore, questa volta relativi al primo trimestre del 2025, archiviato anch’esso in territorio negativo. Nonostante il segno meno, sia in termini di produzione che di export, alcuni segmenti (come i tessuti a maglia) si sono mostrati in crescita, tratteggiando un andamento in generale più disomogeneo rispetto a quello, inequivocabilmente in negativo, del 2024. “A rassicurami – spiega Canclini – è proprio l’andamento della fiera, che fotografa un settore comunque in fermento e che proprio da qui può prendere la rincorsa per ripartire”.

Un format che dimostra di funzionare, quello di Milano Unica, anche alla luce delle più recenti novità (come l’integrazione di Maredimoda, ricorda il presidente), e che potrebbe venire esportato: “Dobbiamo valutare con attenzione se portare la fiera ai clienti di Paesi lontani ma strategici, come abbiamo fatto in Cina in passato. Stiamo studiando se ci sono delle opportunità concrete e interessanti per gli espositori. Tra le mete potrebbero esserci l’Arabia Saudita e l’America, ma per il momento si tratta solo di ipotesi”, sottolinea Canclini.

E riguardo alle prospettive di una agognata – e costantemente rimandata – ripresa di settore, sembra ormai evidente che si debba aspettare il 2026, e non più la seconda metà del 2025, come precedentemente pronosticato. Come aveva spiegato Claudia D’Arpizio, senior partner e responsabile globale moda e lusso di Bain & Company, in occasione della cerimonia d’apertura, sono diversi ormai i mercati indeboliti o in ripensamento: su tutti gli Stati Uniti (“fonte d’incertezza a causa dei dazi”, conferma Canclini) e la Cina, che non è più quella di un tempo, mentre nuovi mercati come l’India e il Medio Oriente fanno capolino, ma hanno un potenziale ancora molto circoscritto.

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Redazione Redazione Eventi e News