Municipi, Bavoso: “Basta scelte non condivise. Alla Foce vorrei una spiaggia accessibile a tutti”


Genova. In vista delle elezioni amministrative, Genova24 ha intervistato Angiola Bavoso, candidata alla presidenza del Municipio Medio Levante per la coalizione di centrosinistra. Tra i temi affrontati la rivoluzione urbanistica alla Foce, la gestione dei giardini Govi, la riqualificazione dello stadio Carlini e il futuro delle aree universitarie dell’ex facoltà di Ingegneria in Albaro.
Angiola Bavoso, insegnante, eletta nel 2022 consigliera municipale col Partito Democratico, è stata scelta per tentare l’impresa di riportare il municipio sotto la gestione progressista.
La Foce nei prossimi anni si appresta a vivere una vera rivoluzione viabilistica. Ci sarà lo sbocco del tunnel portuale, c’è il tema annoso della sosta in un quartiere povero di spazi. Come pensa di affrontare questi temi se sarà presidente?
La Foce è il quartiere più centrale ed è quello che è interessato di più da queste grandi trasformazioni. Noi crediamo molto nella partecipazione della cittadinanza alle scelte. Io sono stata consigliera di minoranza in questo municipio e nessuna scelta fatta su questo quartiere è stata condivisa, né con gli abitanti né con noi componenti del Consiglio. La prima cosa è che tutto venga condiviso in assemblee pubbliche attraverso l’ascolto e la partecipazione. C’è anche tutto il discorso del Waterfront, il parco urbano con la spiaggia: noi crediamo che debba avere un’accessibilità per tutti, quindi fruibile da persone giovani, anziani, con difficoltà motorie. Se la cittadinanza non è a conoscenza delle grandi trasformazioni, queste non vengono capite. La Foce ha già ha tanti problemi legati alla viabilità, alla mancanza di parcheggi, alla Blu Area che va implementata, considerando poi i dehors che devono essere regolamentati, perché dopo il Covid ci sono spazi che sono stati lasciati abbandonati.
Ai giardini Govi è in atto una riqualificazione di spazi che finora sono sempre stati liberamente accessibili e in futuro saranno dati in concessione. Questo ha già creato qualche tensione. Lei che tipo di gestione vorrebbe per quello spazio?
Devono rimanere spazi pubblici accessibili a tutti. In questi ultimi mesi in Consiglio municipale non sono state date spiegazioni, nel senso che ci siamo trovati scelte fatte e non condivise con nessuno. Avevamo chiesto un incontro con l’assessore Mascia, proprio perché ci spiegasse la questione del demanio marittimo, però poi ci siamo trovati davanti un progetto con campi da padel, varie attrezzature gestite da privati, e invece questo spazio, che sarà un prolungamento del Waterfront e del parco urbano, deve essere condiviso da tutti.
San Martino attende da anni la riqualificazione dello stadio Carlini, ora i finanziamenti sono un’incognita. L’amministrazione ha cambiato idea più volte. Lei cosa ha in mente per questo impianto?
Dall’allora assessore Piciocchi ci sono stati presentati diversi tipi di progetti. All’inizio, non so se vi ricordate, si parlava dell’insediamento di Leroy Merlin, poi la rimessa Amt, adesso grandi lavori di ristrutturazione, ma i fondi non ci sono più e quindi ora si parla solo di manutenzione per avere l’agibilità. Anche qui bisogna condividere un percorso con tutte le associazioni, le società sportive che già lo utilizzano e il quartiere, perché è uno stadio importante. C’è anche il tema della viabilità, perché con tutto il pubblico che arriverà al Carlini per le partite e gli allenamenti bisogna pensare a dei parcheggi, alla possibilità che i pullman arrivino senza soffocare ulteriormente il quartiere che ha già ha la schiavitù dell’ospedale. Quindi uno stadio ben venga, messo in ordine. Un sogno sarebbe stato anche il villino ex Shell, così chiamato, per poterci fare un centro civico, ma pare che sia già stato venduto. San Martino non ha nulla: lì sopra c’è anche la famosa piazza Remondini, di cui era stata iniziata la pedonalizzazione nell’unica legislatura di centrosinistra in municipio, mai terminata. È tutta una zona che va rivista.
In Albaro, quartiere ritenuto per certi versi un’isola felice, si libereranno a breve le aree dell’ex facoltà di Ingegneria dell’Università dopo il trasloco agli Erzelli. Fermo restando che sarà l’Ateneo a decidere il futuro di quest’area, il Comune e il Municipio diranno la loro. La sua idea qual è?
Albaro tra virgolette è il quartiere privilegiato del nostro municipio, dove c’è tanta popolazione anziana ma anche tanti giovani. A parte ingegneria che si sposterà ci sono tante altre facoltà, quindi potrebbero essere spazi comunque destinati ai giovani per zone di studio, biblioteche, perché il quartiere non ha spazi di aggregazione. Sono percorsi da condividere con tutti, ritorno sempre alla famosa parola che fa parte del nostro programma: condivisione e partecipazione di tutti. Nei nostri quartieri ci sono tante associazioni che non sono state più valorizzate, legate all’aspetto sanitario dell’ospedale San Martino, agli studi, all’università, e anche con queste si potrebbe studiare un utilizzo di quegli spazi.
Faccia un appello al voto.
L’importante è andare a votare perché, se non si sceglie, si fanno scegliere gli altri e si si subisce quello che non abbiamo voluto. Io ho sempre fatto l’insegnante di scuola primaria, sono stata consigliere di municipio. Abito a San Martino, lavoro ad Albaro e frequento la Foce: insomma, mi sento far parte di questo tessuto, di questo territorio. Mi piacerebbe poter cambiare un po’ le cose. Un discorso importante è quello delle manutenzioni: sono quartieri con parecchio verde, però non non controllato, vediamo purtroppo gli episodi che sono accaduti. Non c’è manutenzione delle strade e dei marciapiedi. Essendoci tante persone anziane bisogna facilitare le gli spostamenti, la mobilità, i quartieri devono essere anche collegati tra di loro. La nostra parola d’ordine è la cura delle persone, del territorio e degli spazi che vogliamo vivere.
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