Nelle fiere l’Italia riesce a fare sistema e i conti corrono. Frenano le kermesse europee

Giugno 19, 2025 - 07:00
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Nelle fiere l’Italia riesce a fare sistema e i conti corrono. Frenano le kermesse europee
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Nel panorama globale degli eventi fieristici dedicati alla moda, l’Italia si distingue per la capacità di mantenere attive e vitali le proprie manifestazioni anche in contesti economici sfidanti. Kermesse di riferimento per il settore come Pitti Immagine Uomo, ma anche Milano Unica, White Milano, Lineapelle, Mipel e Micam non solo resistono, ma continuano a crescere grazie a un modello organizzativo che integra strettamente le associazioni di rappresentanza del settore e il supporto istituzionale. A differenza di molte fiere internazionali, spesso gestite esclusivamente da operatori privati e quindi più vulnerabili alle fluttuazioni del mercato, le principali manifestazioni italiane della moda sono infatti promosse e sostenute da associazioni di categoria come Confindustria Moda, Assocalzaturifici e Assopellettieri. Queste collaborazioni garantiscono una visione strategica condivisa, un sostegno economico e una rappresentanza politica che si traducono in una maggiore stabilità e capacità di adattamento.

La forza nel sistema fieristico italiano nel settore moda si misura non solo nei periodi di espansione, ma soprattutto nella capacità di resistere e riorganizzarsi nei momenti di crisi. Negli ultimi cinque anni, il settore moda ha attraversato una fase di prolungata complessità, segnata da una sequenza ravvicinata di eventi destabilizzanti. Ne conseguono inflazione, crisi dei consumi e instabilità geopolitica globale. Eppure, in mezzo a uno scenario così poco ottimistico, il sistema delle fiere della moda in Italia ha continuato a operare chiudendo peraltro bilanci in positivo considerando il dato relativo al fatturato (in parte dei casi l’ultimo disponibile è quello del 2023) a fronte, invece, di una marginalità che per alcuni ha visto un sensibile miglioramento rispetto al 2022 e al 2021 mentre in altri casi risente di un andamento altalenante.

I numeri delle manifestazioni italiane

Numeri alla mano, la 107ª edizione di Pitti Uomo, tenutasi a Firenze a gennaio 2025, ha registrato 13.300 compratori (+6,5%) rispetto all’anno precedente. L’appuntamento di giugno alle porte, inoltre, richiamerà 730 brand, in calo rispetto ai 790 dell’anno precedente. Tuttavia, al di là dei dati, a confermare la solidità del segmento fieristico ci sono i numeri: la società Pitti Immagine srl ha realizzato un turnover nel 2024 di 25,1 milioni di euro in aumento del 6,9% rispetto ai 23,4 milioni del 2023, un dato che non ha ancora raggiunto il livello di turnover pre-Covid ma che è in costante crescita.

Sempre nel 2024 A.n.c.i Servizi, la società che organizza Micam, evento dedicato alle calzature, ha visto invece una leggera flessione sul fronte del fatturato, passato 19,6 a 19 milioni di euro e anche l’ebitda è sceso dal 4,5 milioni a 3 milioni di euro con un decremento del 25 per cento. Nel 2023 i ricavi erano 19,6 milioni, in progresso rispetto ai 16,8 milioni del 2023. Risultati parzialmente positivi nell’ultimo esercizio per Lineapelle, il salone dedicato ai materiali per la moda. Nel 2024 ha fatturato 25,2 milioni (+6,3%). Dimezzato l’ebitda, che si è attestato a 1,6 milioni contro i 2,8 del 2023. Passando al tessile, S.I.Tex la società a cui fa capo il salone del tessile Milano Unica ha registrato nel 2023 un incremento del 37% dei ricavi a 12,4 milioni di euro con un ebitda di 581mila euro (+8%) e un utile di 337mila euro (+10%). Passando all’ambito degli accessori, nel 2023, Aimpes, la società a cui fa capo Mipel ha messo a segno ricavi per 3 milioni (+16%) ma la marginalità ha visto un importante calo passando da un ebitda di 974mila euro nel 2022 a un risultato negativo per 217mila euro nell’esercizio 2023. Ricavi in aumento anche per M.Seventy, la realtà a cui fa il capo il salone White. Nel 2023 l’aumento è stato del 28% a 6,9 milioni di euro con un ebitda di 224mila euro a fronte di un risultato negativo per 391mila euro nel 2022.

Il confronto con le fiere europee: Germania, Francia, Spagna e Uk

In contrasto con la vitalità delle fiere italiane, sia sul fronte dei bilanci sia dal punto di vista della partecipazione di espositori e di affluenza, molte manifestazioni internazionali hanno subito invece battute d’arresto e dunque il settore fieristico europeo si presenta più frammentato. Secondo i dati di Ufi, l’Associazione mondiale dell’industria fieristica, l’Italia è l’unico Paese europeo ad aver aumentato del 15% la superficie espositiva e a registrare una crescita del fatturato su tutte le sue iniziative. E se anche la Spagna ha mostrato segnali positivi, con un +13% negli spazi espositivi negli ultimi cinque anni, pur con fatturati spesso flat, al contrario, il Regno Unito ha segnato solo un modesto +3%, mentre Francia e Germania sono i Paesi che più hanno sofferto dopo la pandemia, segnando rispettivamente una contrazione del 2% e del 12% degli spazi. Anche le fiere moda hanno risentito di queste dinamiche. In Francia, nonostante l’elevata affluenza di visitatori registrata nelle ultime edizioni di Première Vision e Who’s Next, la chiusura di Tranoï Homme non è passata inosservata. Gl Events, gruppo che gestisce sia Tranoï che Première Vision, ha riorganizzato il suo asset fieristico con la nascita di Tranoï Showcase: un format flessibile che consente a brand e designer di progettare il proprio evento su misura.

Non è altrettanto resiliente la Germania che – complice anche la contrazione delle vendite del settore moda, in particolare nel comparto calzature e accessori – ha dato l’addio alle sue principali fiere e il conseguente spostamento dei buyer tedeschi verso le fiere di settore estere, soprattutto quelle danesi e olandesi. Secondo quanto raccontano fonti interne del settore a Pambianconews, in Germania la disponibilità dei produttori a investire in questa attività è limitata a causa di una combinazione di fattori economici, logistici e strategici. La presenza di eventi sovrapposti, anche tra le stesse città tedesche, ha creato confusione tra buyer e operatori. In più, il crescente costo di partecipazione alle fiere, non compensato da un’affluenza di buyer, ha reso la partecipazione poco fruibile, soprattutto per i visitatori esteri. Il risultato è che le manifestazioni di punta di Berlino, Panorama, Bread&Butter e Premium hanno tutte cessato la loro attività e così molti altri eventi tedeschi minori come i trade show regionali Ilm Offenbach dedicato a pelletteria e accessori e Anwr, che si svolge vicino a Francoforte, dedicata a calzature e pelletteria, mostrano segnali di stagnazione. Le uniche fiere che resistono ancora nel panorama tedesco sono Supreme Women&Men, con il doppio appuntamento di Düsseldorf e di Monaco di Baviera, focalizzate su moda di lusso e pemium. Questi due appuntamenti, che includono a Düsseldorf Neonyt, Fashn Rooms e Shoes Düsseldorf, hanno tuttavia riscontrato una crescente richiesta di spazi espositivi. Monaco di Baviera, in particolare, è la città tedesca che vanta lo scenario fieristico più vivace, ospitando anche Style.Munich, Munich Fabric Start dedicato a tessuti e accessori, Bluezone specializzato in denim ed Essenz con un focus su calzature e accessori.

Anche in Spagna sono lontani i fasti del Salón Internacional de la Moda de Madrid (Simm) e di Modacalzado, oggi confluiti in Momad. Quest’ultima rimane l’unica manifestazione rilevante del Paese: nonostante un +12% di espositori nel 2024, l’edizione invernale del 2025 ha mostrato segnali di contrazione. Di conseguenza, Ifema – l’ente fieristico madrileno che organizza anche la fashion week nella capitale – ha avviato una revisione strategica per ridisegnare l’offerta e attrarre business internazionale con format più flessibili. In parallelo, restano attivi eventi minori come Fimi, dedicato al kidswear a Valencia. Il Regno Unito resiste nonostante la cancellazione degli show menswear previsti per giugno 2025, e vede il lenta ripresa le fiere B2b, grazie a una ristrutturazione strategica dell’offerta. Hyve Group, organizzatore internazionale di fiere, ha recentemente integrato Pure London nella Spring Fair di Birmingham (già nel 2023 aveva incorporato Just Around the Corner) e prevede un ampliamento per le fiere londinesi Scoop e Source. Nel frattempo, sempre a Londra, The London Textile Fair ha rafforzato la propria posizione nel tessile, con l’edizione invernale che ha attratto oltre 320 espositori e 3.600 visitatori.

Il baricentro delle fiere moda europee sembra quindi spostarsi verso il Nord Europa e in particolare, Belgio, Paesi Bassi e Danimarca attraggono un pubblico internazionale sempre più numeroso grazie a format che si distaccano dalle esperienze tradizionali delle fiere per innovazione, contenuti curati e logistica efficiente. Ne sono un esempio le nuova fiere Shift e Modefabriek di Amsterdam – focalizzate sull’abbigliamento maschile,, che stanno guadagnando terreno. Pur rimanendo eventi di nicchia, a fare la differenza nel creare una nuova frontiera della fiera, è la presenza in questi appuntamenti di brand emergenti, nonché l’attenzione alla sostenibilità, all’innovazione digitale e un’organizzazione strategica.

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Redazione Redazione Eventi e News