Per il lusso europeo un giro d’affari di 986 mld. È il 5% del pil Ue

Lug 4, 2025 - 15:00
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Per il lusso europeo un giro d’affari di 986 mld. È il 5% del pil Ue
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L’industria europea dell’alto di gamma rappresenta il 5% del pil del Vecchio continente. È ciò che è emerso dai dati diffusi dall’Alleanza europea delle industrie culturali e creative di Altagamma (Eccia), che riunisce sette organizzazioni europee dell’industria culturale e creativa (oltre ad Altagamma, Circulo Fortuny, Comité Colbert, Gustaf III Kommitté, Laurel, Meisterkreis e Walpole) secondo cui il settore ha un giro d’affari pari a 986 miliardi di euro e una quota del 70% del mercato globale del lusso.

Il rapporto, realizzato in collaborazione con Bain & Company, e presentato mercoledì scorso al Parlamento Europeo di Bruxelles, ha messo in evidenza come il mercato globale del lusso possa raggiungere i 2–2,5 trilioni di euro entro il 2030, nonostante le sfide derivanti da un contesto geopolitico instabile, con tensioni crescenti tra Stati Uniti e Cina e l’aumento delle politiche protezionistiche. Questi fattori pongono a rischio la stabilità e la crescita del settore, che si fonda su un modello produttivo radicato nel patrimonio culturale europeo e non delocalizzabile.

Le imprese dell’alto di gamma, attraverso l’export, non solo trainano la crescita economica continentale, ma rafforzano la reputazione del made in Europe nei mercati internazionali, dove Stati Uniti e Cina da soli rappresentano tra il 35% e il 45% dei ricavi globali del settore. Inoltre, questo comparto genera direttamente e indirettamente 2 milioni di posti di lavoro, contribuendo al valore aggiunto lordo dell’Ue per 410 miliardi di euro, e rappresenta l’11,5% delle esportazioni europee. Anche il turismo di lusso legato a questo settore produce un quarto del valore complessivo del turismo europeo.

“L’alto di gamma europeo è protagonista di un mercato globale che potrebbe raddoppiare il proprio valore entro il 2030 raggiungendo 2,5 trilioni di euro, come rileva lo studio Eccia presentato a Bruxelles”, ha commentato in una nota Stefania Lazzaroni, CEO di Altagamma. “Il suo impatto è rilevante anche sul piano sociale: 2 milioni di posti di lavoro nel 2024; 160mila nuovi impieghi dal 2019; investimenti fino al 3% del fatturato in sostenibilità e fino al 5% in formazione. Inoltre, il 40% dei turisti di alta gamma sceglie l’Europa anche perché interessato ad acquistare le nostre creazioni manifatturiere. In un anno complesso come questo, siamo lieti di narrare alla Commissione Europea l’impegno e le esigenze di un comparto strategico che rappresenta un patrimonio culturale ed economico da tutelare”.

Per tutelare il settore e promuoverne uno sviluppo sostenibile, Eccia all’interno dello studio ha presentato cinque raccomandazioni politiche rivolte all’Unione Europea: rafforzare la proprietà intellettuale e contrastare la contraffazione, tutelare la fiducia e l’esperienza del consumatore, promuovere la sostenibilità con tempi di attuazione realistici e norme uniformi, sostenere l’artigianato e lo sviluppo delle competenze istituendo anche un titolo europeo di ‘Maître d’Art’, e rafforzare il commercio e il turismo attraverso la promozione di accordi di libero scambio e la semplificazione delle procedure per i visti dei turisti extra-Ue.

Anche Claudia D’Arpizio, senior partner di Bain & Company, ha commentato: “I beni di lusso europei continuano a dominare i mercati globali, con dati che dimostrano una performance solida negli ultimi cinque anni e una posizione di forza per la crescita futura nel mercato globale del lusso, grazie alla resilienza unica del settore e alla sua capacità di adattarsi e cogliere le opportunità nei mercati emergenti. Anche se il settore rappresenta l’11,5% delle esportazioni totali europee, i beni di lusso sono molto più che motori economici. I marchi, attraverso i loro prodotti e le loro esperienze, sono la massima espressione del soft power europeo, che si fonda su creatività, innovazione e maestria artigianale, l’‘intelligenza artigiana’ unica dell’Europa”.

“È facile pensare che il settore sia immune agli scossoni economici degli ultimi tempi. Sebbene i titoli del lusso rendano 4-6 volte più del mercato generale in Italia o Francia, avvertiamo alcuni segnali preoccupanti”, chiude il giro di commenti Michael Ward, presidente di Eccia. “Misure tariffarie rischiano di compromettere la domanda globale, aumentare i costi e spingere le imprese a rivedere le catene di approvvigionamento, mentre è essenziale salvaguardare la redditività e invocare una maggiore stabilità”.

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Redazione Redazione Eventi e News