Protesta dei lavoratori Consap: venerdì 5 dicembre sit-in davanti al MEF
lentepubblica.it
Tensione crescente all’interno della Consap S.p.A., società partecipata dal Ministero dell’Economia e delle Finanze e responsabile della gestione di numerosi fondi di solidarietà pubblici, tra cui quello rivolto alle vittime della strada.
Le rappresentanze sindacali aziendali, dopo mesi di dialogo ritenuto infruttuoso, hanno annunciato una manifestazione di protesta che si terrà oggi, venerdì 5 dicembre, alle ore 14:00, davanti alla sede del MEF in via XX Settembre a Roma.
La decisione nasce da una serie di criticità che, secondo i delegati sindacali, avrebbero trasformato l’ambiente di lavoro in un contesto sempre più teso e sfavorevole ai dipendenti. Le sigle interne puntano il dito contro una gestione che, a loro avviso, starebbe già creando profonde spaccature dentro la struttura. Questa iniziativa segue lo sciopero che ha avuto luogo lo scorso 7 novembre.
Rapporti interni sempre più difficili
È proprio il comportamento della dirigenza a finire al centro delle accuse. I sindacati denunciano una recente comunicazione firmata dall’amministratore delegato e dall’intero gruppo manageriale, definita un tentativo di delegittimare il ruolo delle rappresentanze dei lavoratori. Una scelta giudicata come un attacco diretto alla libertà di espressione e di dissenso, oltre che un fattore destabilizzante per il clima aziendale.
A preoccupare sono anche alcune decisioni in materia di gestione del personale. Nelle ultime settimane, quattro dipendenti con oltre vent’anni di esperienza e collocati in una fascia professionale di livello alto sarebbero stati improvvisamente trasferiti in altre mansioni, senza preavviso né un chiaro criterio organizzativo. Da ruoli specialistici si sarebbero ritrovati ad occuparsi di attività logistiche o di semplice protocollo, un cambiamento definito “mortificante” dai colleghi e potenzialmente dannoso per uffici già in sofferenza per carenza di organico.
Fuga di giovani talenti e diritti in discussione
Tra i temi che più allarmano gli operatori spicca poi l’emorragia di personale: soltanto nell’ultimo mese si sarebbero registrate tre nuove dimissioni volontarie, che si aggiungono alle 24 già ufficializzate nell’anno. Una perdita importante per una realtà che avrebbe bisogno di ricambio generazionale e motivazione, non di rinunce forzate.
Secondo i sindacati, chi lascia lo fa attratto da aziende in grado di offrire migliori opportunità di crescita, un equilibrio più efficace tra vita privata e professionale e un contesto relazionale meno conflittuale. Il rischio, denunciano, è quello di impoverire progressivamente le competenze interne e compromettere i servizi ai cittadini.
Le critiche non si fermano qui. I rappresentanti dei lavoratori puntano il dito anche contro la soppressione dei controlli sanitari annuali per il personale, un benefit che per anni era stato garantito senza interruzioni. Una scelta ancora più incomprensibile, sostengono, se messa in relazione con le campagne pubbliche che allo stesso tempo l’azienda porterebbe avanti in materia di prevenzione attraverso partnership istituzionali.
Gestione delle risorse economiche e umane nel mirino
I delegati ricordano inoltre che Consap ha recentemente esternalizzato il servizio paghe, un’attività gestita internamente da circa trent’anni con risultati positivi. L’operazione, dal costo stimato superiore ai centomila euro, non avrebbe sortito benefici tangibili e anzi avrebbe comportato calcoli errati a svantaggio del personale che usufruisce della legge 104. Un fatto che si affianca a ulteriori segnalazioni di difficoltà nell’esercizio dei diritti legati all’assistenza familiare.
Altro elemento di attrito riguarda la valutazione della performance professionale. Per i sindacati, nonostante i traguardi raggiunti da molti uffici, la maggior parte dei dipendenti avrebbe ricevuto giudizi non coerenti con i risultati ottenuti. Il paradosso, a loro giudizio, è che proprio in un anno in cui l’azienda si è più volte vantata dei riconoscimenti ottenuti sul piano pubblico, per il 2025 sarebbe previsto un solo avanzamento di carriera su tutto il personale.
Dalle denunce emerge un quadro in cui l’imposizione di regole improvvise senza dialogo, cambi di ruolo immotivati e investimenti reputati superflui si contrapporrebbero a richiami continui al risparmio a spese dei lavoratori. Il contrasto tra teoria e pratica, sostengono le sigle, genererebbe un senso diffuso di sfiducia.
Le richieste dei sindacati: intervento del MEF e cambio di rotta
La protesta mira a riportare l’attenzione del principale azionista, ossia il Ministero dell’Economia e delle Finanze guidato da Giancarlo Giorgetti, su una situazione che viene descritta come ormai insostenibile. I lavoratori chiedono una svolta concreta, il rispetto del contratto nazionale e degli accordi aziendali già sottoscritti, oltre a un piano di sviluppo che rimetta al centro le persone e le loro competenze.
Il mancato avvio del confronto sul rinnovo del contratto integrativo aziendale, a oltre un anno dalla presentazione delle proposte sindacali, è visto come la prova definitiva di una chiusura verso il dialogo sociale. Le rappresentanze chiedono risposte precise sul budget destinato alle misure di welfare e crescita professionale, lamentando una totale assenza di trasparenza.
Una manifestazione per difendere diritti e dignità
In definitiva, la mobilitazione del 5 dicembre vuole essere un grido d’allarme ma anche un invito alla responsabilità. I dipendenti rivendicano il diritto a lavorare in un contesto sereno, dove competenze e impegno non vengano ignorati e dove la partecipazione sindacale non sia vista come una minaccia.
Le organizzazioni interne di Consap assicurano che la protesta continuerà finché non emergeranno segnali chiari di una reale volontà di cambiamento, con l’auspicio che il MEF possa svolgere un ruolo di garanzia e riportare equilibrio nella gestione aziendale.
Il programma e le motivazioni della protesta
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