Recensione Engwe M20: una ebike che si traveste da motorino!
Il montaggio della Engwe M20 segue lo schema classico delle altre bici del marchio, anche se qui entra subito in gioco un fattore importante, ovvero il peso. Ve lo anticipiamo: è la bici più pesante che abbiamo provato finora, e questo rende consigliabile, come sempre in questi casi, effettuare l'assemblaggio in due persone.
Detto ciò, il montaggio in sé rimane semplice. Bisogna fissare il manubrio, montare i due fari anteriori collegando i cavi dedicati, e installare la ruota anteriore. È probabilmente questa la parte leggermente più scomoda, perché richiede di capovolgere la bici: nulla di complicato, ma con un peso del genere (circa 35 kg da "nuda", senza accessori né batterie) la presenza di una seconda persona fa senz'altro la differenza. Una volta montata la ruota, si installano il parafango frontale e i pedali, e la bici è sostanzialmente pronta.
In pratica l'M20 arriva già preassemblata in gran parte e richiede solo pochi passaggi per essere pronta alla prima uscita. Piccola nota a margine: in confezione ci sono anche degli sticker, ma non la pompa, e tenete presente che dovrete gonfiare le gomme prima di saltare in sella, perché quantomeno nel nostro caso sono arrivate piuttosto sgonfie.
- Tipologia: Fatbike
- Telaio: Lega di alluminio 6061
- Peso: 42,7 kg (una batteria); 45,9 kg (due batterie)
- Peso ciclista supportato: 120 kg massimo
- Motore: Motore 250W
- Coppia: 55 Nm
- Velocità massima: 25 km/h
- Livelli di assistenza: 5
- Batteria: 48V 13Ah (≈ 624 Wh)*2 al litio, removibile
- Autonomia: 75+75 km (PAS 1, con due batterie)
- Tempo di ricarica: circa 5 ore
- Pneumatici: 20 x 4.0''
- Portapacchi posteriore: No
- Freni: Freni a disco meccanici anteriore e posteriore (160 mm)
- Luci: Doppio faro anteriore LED + luce posteriore
- Sistema di trasmissione: Shimano 7 velocità
Engwe M20 è una fatbike pura, da scatenare tanto sull'asfalto quanto sui percorsi sconnessi. A differenza della maggior parte delle bici che solitamente vi proponiamo sulle nostre pagine, orientate all'uso cittadino, questa è progettata per affrontare anche terreni irregolari, grazie alla presenza di pneumatici larghi 20 x 4.0, ben tassellati e costruiti con una struttura a triplo strato, e specialmente le doppie sospensioni, un ammortizzatore idraulico anteriore e uno ad aria posteriore.
Altro aspetto distintivo è la versatilità sul versante autonomia, in quanto l'M20 viene venduta in due configurazioni, con una sola batteria o con doppia batteria, per un massimo di 150 km quando si utilizza il minimo livello di assistenza, ma di questo ve ne parleremo nel paragrafo dedicato.
Il sistema frenante invece utilizza doppio disco meccanico, e non quelli idraulici. Discorso diverso per la dotazione di illuminazione, che è uno dei punti forte della M20: davanti troviamo due enormi fari LED ad alta luminosità, che non solo conferiscono un'estetica unica, ma illuminano la strada in maniera eccellente.
Il peso rispecchia poi la natura di questa bici: nella versione monobatteria arriva a 42,7 kg, mentre con doppia batteria tocca 45,9 kg, un valore che supera persino quello della possente Engwe LE20 Cargo.
Una precisazione importante riguarda il motore: come anticipato, online potete trovare versioni più potenti vendute in altri mercati, ma il modello acquistabile in Italia ed Europa rispetta le normative e monta un motore 48V 250W limitato a 25 km/h, con sensore di coppia e 55 Nm di coppia. È la versione legale per l'uso su strada nel nostro Paese, ed è quella di cui parliamo in questa recensione.
Nel parlare delle funzionalità della Engwe M20 è necessaria un'altra nota importante, soprattutto in merito alla questione dello sblocco della velocità. Questa bici, infatti, nasce alcuni anni fa con un'impostazione completamente diversa: il modello originale era pensato per il mercato extra-europeo, in particolare quello americano, e per un utilizzo off-road o su percorsi non pubblici. In quella configurazione montava un motore molto più potente, superava abbondantemente i 25 km/h e disponeva di un acceleratore vero e proprio, tanto da comportarsi più come un ciclomotore che come una classica ebike.
Questa eredità è visibile ancora oggi nella versione europea, perché sul lato destro del manubrio è presente una manopola rotante che, ruotando il polso, ricorda in tutto e per tutto un acceleratore. Tuttavia, è fondamentale chiarire che nella versione europea attualmente in vendita la bici è legale: la velocità è limitata a 25 km/h e quella manopola non funge da acceleratore, ma attiva la modalità walk.
In pratica consente di muovere la bici a circa 4 km/h, come previsto dalla normativa, ed è una funzione particolarmente utile su un mezzo così pesante. Non solo per spingerla nei tratti pedonali, ma anche perché la M20 non è particolarmente brillante nelle partenze da fermo: in questo senso, la modalità walk diventa un valido aiuto quando si riparte da zero o ci si trova subito davanti ad una salita, permettendo di accompagnare la bici nei primi metri. È una soluzione intelligente che Engwe ha evidentemente ripensato proprio per adattare questo modello al mercato europeo.
Per il resto, la dotazione è priva di elementi smart, anche se dal display è possibile accedere a un menù di impostazioni e modificare alcuni parametri di base, di cui parleremo più nel dettaglio nel paragrafo dedicato. È presente un cicalino elettronico (manca invece quello meccanico), che funge da vero e proprio clacson: è efficace e un po' rumoroso, dunque va usato con criterio.
Molto interessante anche il sistema di illuminazione, come già anticipato. Davanti troviamo un doppio faro LED con due modalità di intensità, una più soft e una decisamente più potente. La modalità ad alta luminosità, oltre a illuminare in modo eccellente la strada, attiva anche il fanale posteriore, aumentando la visibilità complessiva. Il problema è che non è possibile spegnere del tutto le luci, quindi vi tocca tenere quella soft sempre accessa, anche di giorno.
Il display della Engwe M20 si discosta in modo piuttosto evidente da quello che siamo abituati a vedere sulle altre ebike di Engwe. I tasti principali per l'accensione, lo spegnimento e la modifica del livello di assistenza non sono separati e ben evidenti, ma sono integrati direttamente nel perimetro dello schermo. Non è la soluzione più comoda in assoluto, sia chiaro, richiede un minimo di abitudine ed è sicuramente meno immediata rispetto a pulsanti fisici più grandi e ben distanziati.
Sul lato sinistro del manubrio troviamo invece due tasti indipendenti, dal feedback deciso, uno dedicato all'accensione delle luci e l'altro al cicalino elettronico.
In più il display in sé è monocromatico, semplice e funzionale. Non punta sull'estetica, ma sulla leggibilità, e sotto questo aspetto convince: anche sotto luce solare diretta, durante giornate particolarmente soleggiate, le informazioni restano ben visibili. Velocità, livello di assistenza, stato della batteria e dati di base sono sempre facilmente consultabili.
Per quanto riguarda il menù avanzato, accessibile tramite una combinazione di tasti, consente di modificare diversi parametri interni. Il problema è che questo menù non è affatto intuitivo: le voci sono indicate con sigle come P1, P2 e P3, e senza il manuale è difficile capire a cosa corrispondano realmente. Leggendo la documentazione si scopre che alcune impostazioni permettono, ad esempio, di selezionare il voltaggio di riferimento (da 36V a 48V), scegliere tra sistema metrico e imperiale o impostare una password di sblocco della bici.
Sono presenti anche refusi legati alla versione originale del modello, come un parametro che fa riferimento alla modifica del limite di velocità, che per l'appunto è bloccato a 25 km/h.
Noi abbiamo testato direttamente la versione con doppia batteria della Engwe M20. In questa configurazione troviamo due batterie da 48V 13Ah, per una capacità complessiva di circa 1.248 Wh, un valore decisamente elevato e non affatto comune su ebike di questa fascia.
Secondo quanto dichiarato dall'azienda, utilizzando il livello di assistenza 1 è possibile raggiungere un'autonomia teorica fino a 150 km. Con un utilizzo reale e misto, prevalentemente dal livello 3 al 5, si arriva anche anche a 110 km complessivi.
Le batterie sono rimovibili e possono essere ricaricate separatamente tramite il caricatore in dotazione. La ricarica completa richiede circa 5 ore per ciascuna batteria, quindi non parliamo di ricarica rapida. Va tenuto presente che, a meno di non avere due caricatori, le batterie vanno caricate una alla volta.
Un dettaglio interessante, e per certi versi inaspettato, è la presenza di uno sportellino con porta USB, pensato per ricaricare dispositivi esterni come lo smartphone. Trattasi di una chicca pratica che può tornare molto utile durante le uscite più lunghe o nei viaggi avventura.
Ora arriviamo al nocciono della questione, cioè l'esperienza d'uso, che proprio per la natura peculiare della Engwe M20 abbiamo deciso di farla provare a più persone. Al di là dell'effetto sorpresa iniziale, è una bici che dà subito nell'occhio, e questo è un elemento da considerare attentamente: scegliere una M20 significa accettare di guidare una bici molto visibile, con tutto ciò che ne consegue. Non è un dettaglio secondario, perché una bici che attira l'attenzione va valutata anche sotto questo profilo, soprattutto in ambito urbano.
Detto questo, l'estetica passa in secondo piano rispetto alla comodità e alla posizione di guida. La sella in stile motociclistico può essere un punto di forza oppure un limite, a seconda della persona. Io sono alto circa 1,74 m e mi sono trovato bene, anzi, azzarderei benissimo: la posizione è naturale, rilassata e adatta anche a percorrenze più lunghe, molto più che su una normale sella. Diverso il discorso per persone più basse, in particolare alcune ragazze che l'hanno provata, così come per un ragazzo di circa 1,90 m, che non si sono trovati altrettanto a loro agio. È una bici che funziona meglio con altezze "medie" e con chi apprezza questo tipo di sella, che personalmente ho trovato comoda, ma che non è universale.
Dal punto di vista della guida, la M20, anche per via del peso elevato, non è pensata per essere utilizzata senza assistenza. Il sensore di coppia non è immediato come quello, ad esempio, della P275 SE. In partenza da fermo c'è un leggero ritardo: si dà la prima pedalata e solo dopo entra in funzione l'assistenza, e questo aspetto si sente soprattutto nelle ripartenze nel traffico o in salita. Ed è qui che torna utilissima la manopola sul lato destro, che in questa versione europea attiva la modalità walk, visto che offre una piccola spinta iniziale che permette di avviare la bici con maggiore fluidità, per poi iniziare a pedalare senza difficoltà.
Una volta in movimento, però, il motore da 250 W con sensore di coppia da 55 Nm spinge bene. Ci avrei visto bene la modalità Boost, come sulla ottima Engwe Engine Pro 3.0 Boost, che di fatto vanta delle modalità di assistenza meglio ottimizzate rispetto a questa M20.
Le prestazioni, qui, sono paragonabili a quelle di modelli come la Fiido C11 Pro: su salite intorno ai 10-15°, la bici sale senza problemi evidenti, anche se, salendo ulteriormente, il peso complessivo inizia inevitabilmente a farsi sentire e richiede un maggiore contributo muscolare.
Il sistema di sospensioni è, però, uno dei punti forti, in quanto le doppie sospensioni lavorano bene sui terreni più sconnessi, rendendo la M20 più versatile rispetto a una classica ebike da città. Non fanno miracoli, ma assorbono efficacemente piccole buche, sterrati leggeri e imperfezioni del fondo.
I freni meccanici, pur non essendo paragonabili a impianti idraulici, svolgono comunque il loro compito: risultano un po' più spugnosi e rumorosi, ma garantiscono una frenata adeguata anche considerando il peso della bici.
Nonostante le dimensioni e la massa, poi, si guida meglio di quanto ci si aspetterebbe: è molto maneggevole, il manubrio è molto comodo e contribuisce a una buona sensazione di controllo. Le ruote larghe e ben tassellate, i parafanghi solidi in metallo e la qualità costruttiva generale trasmettono robustezza.
A margine segnaliamo due note che vale la pena tenere in considerazione. La prima riguarda l'illuminazione, il cui doppio faro fa davvero la differenza di sera. L'unica delusione è che, come avevamo già menzionato, non è possibile spegnere completamente le luci.
La modalità "soft" rimane sempre attiva e consiste in un semplice LED che circonda i fari anteriori; durante il giorno non dà fastidio, consuma pochissimo e i fari principali si accendono solo premendo l'apposito tasto, ma avremmo comunque preferito la possibilità di disattivare tutto quando c'è piena luce solare. È però interessante il fatto che, sfiorando il tasto delle luci, sia possibile accendere i fari per un attimo, nel caso serva un rapido surplus di illuminazione senza attivarli in modo permanente.
La seconda nota riguarda il cavalletto. Fa il suo dovere, ma risulta un po' corto per una bici così pesante. Avremmo gradito un cavalletto leggermente più lungo, più robusto e quindi più stabile, soprattutto considerando che la M20 è pensata anche per terreni sconnessi. Non abbiamo mai riscontrato problemi concreti né cadute, ma per stare tranquilli abbiamo sempre cercato superfici perfettamente piane. È un aspetto migliorabile, che avrebbe reso l'insieme ancora più solido e coerente con il peso e la vocazione del mezzo.
Per quanto riguarda il prezzo, la versione europea della Engwe M20 è disponibile su Amazon Italia con un prezzo di listino di 1.099€ per la variante con una singola batteria, mentre la versione con doppia batteria viene proposta a 1.299€. Segnaliamo però che sono spesso disponibili coupon attivabili direttamente sulla pagina prodotto: grazie a queste promozioni, la Engwe M20 con una batteria può essere acquistata a 999€, mentre la versione con doppia batteria scende a 1.199€.
La differenza di prezzo tra le due configurazioni è quindi di circa 200€, una cifra tutto sommato sensata se si considera il vantaggio concreto in termini di autonomia offerto dalla seconda batteria.
Nota a margine sull'autonomia: è importante chiarire un aspetto pratico legato alle configurazioni disponibili. La versione a doppia batteria della Engwe M20 viene fornita con una predisposizione dedicata sulla staffa centrale, progettata appositamente per ospitare la seconda batteria.
Al contrario, la versione con singola batteria non dispone di questa predisposizione. Questo significa che, se scegliete inizialmente la configurazione a una sola batteria, non sarà possibile aggiungerne successivamente una seconda, perché manca proprio il supporto strutturale necessario. È quindi una scelta da valutare attentamente in fase di acquisto, soprattutto se prevedete di sfruttare la M20 per percorrenze molto lunghe o utilizzi più avventurosi.
Nel complesso, il prezzo risulta coerente con questa tipologia di e-bike e con le caratteristiche molto particolari del modello. Engwe, del resto, ci ha abituato a politiche di prezzo aggressive ma generalmente ben contestualizzate rispetto al mercato.
Il sample per questa recensione è stato fornito da Engwe, che non ha avuto un'anteprima di questo contenuto e non ha fornito alcun tipo di compenso monetario. Potete leggere maggiori informazioni su come testiamo e recensiamo dispositivi su SmartWorld a questo link.
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