Inchiesta finanziamenti ad Hamas, le reazioni della politica

Genova. Arrivano le prime reazioni dal mondo della politica ligure e genovese sull’inchiesta sui presunti finanziamenti ad Hamas sotto forma di donazioni umanitarie partita da Genova.
Dal centrodestra ligure sono arrivati gli attacchi più duri: il senatore di Fratelli d’Italia, Gianni Berrino, ha sottolineato come “a più di ventiquattr’ore dall’operazione delle forze dell’ordine che ha portato all’arresto di nove esponenti della galassia pro-pal accusati di finanziare Hamas, la sindaca di Genova Silvia Salis, e il Pd locale non hanno speso una sola parola sull’accaduto, sebbene l’indagine sia partita proprio dalla procura di Genova. La sinistra, purtroppo, non si smentisce – conclude Berrino – sempre pronta ad andare a caccia di inesistenti fantasmi fascisti, ma silente rispetto alla concretezza del pericolo dettato dal fondamentalismo islamico
Anche Ilaria Cavo, deputata e capogruppo di Noi Moderati Orgoglio Genova in Consiglio comunale, ha criticato “l’assenza di prese di posizione da parte della Sindaca Salis e degli esponenti della sua maggioranza, sempre pronti a dare lezioni di morale, anche su fatti risultati poi completamente inventati. Stupisce questo profondo silenzio, quasi il tema non riguardasse la nostra città, eppure le indagini, a cui sono seguiti gli arresti di ieri che hanno rivelato un profondo radicamento nel Paese di una cellula terroristica filo-Hamas, sono partite proprio da Genova. Potremmo chiederne il motivo, ma già sappiamo la risposta: non è politicamente utile prendere le distanze. Continua quella doppia morale propria della sinistra per cui le violenze e i reati si condannano solo quando sono riconducibili, o apparentemente riconducibili, allo schieramento avverso, ma quando interessano cause a loro vicine si guardano bene dal biasimare e condannare”.
Le fa eco Alessandra Bianchi, capigruppo di Fratelli d’Italia in consiglio comunale, che si dice “sconcertata, ma non stupita, dal silenzio della sinistra genovese che, a partire dal PD sino a tutta la giunta comunale, tace sull’arresto di Mohammed Hannoun con l’accusa di terrorismo nell’inchiesta che ha visto la nostra città protagonista della cronaca nazionale ed internazionale. Un silenzio ancora più colpevole è quello di Silvia Salis che abbiamo visto in testa ai cortei pro Pal, accogliere a braccia aperte Francesca Albanese, colei che giustifica gli attacchi alla Stampa, ma che in questo caso non ha speso nemmeno un minuto per un plauso, un ringraziamento alle forze dell’ordine per il loro operato. La prima cittadina di Genova che si è dimostrata loquace e sempre pronta a parlare quando c’era da lanciare finti allarmi sul ritorno del fascismo oggi preferisce tacere e trincerarsi in un silenzio ambiguo magari attendendo istruzioni sulle cose da dire che, magari, farà avere con la solita velina”.
Domenica è arrivata anche una nota firmata da Giorgia Parodi, co-portavoce Europa Verde – AVS, e da Simona Cosso, segretaria Sinistra Italiana Genova – AVS.
“Riteniamo necessario riportare il dibattito su un terreno di serietà, responsabilità e rispetto dello Stato di diritto. Siamo e restiamo garantisti. Il garantismo non può essere a geometria variabile, né può dipendere dall’origine, dalla nazionalità o dalla causa politica delle persone coinvolte – hanno scritto – Un’indagine giudiziaria non è una sentenza. È un passaggio delicato che va rispettato, senza anticipare giudizi né alimentare campagne mediatiche che rischiano di trasformarsi in una criminalizzazione collettiva della comunità palestinese e di chi, in questi mesi, ha espresso solidarietà alle vittime civili di Gaza.”
“Dai provvedimenti finora noti emerge un quadro che dovrà essere accertato nelle sedi competenti, anche per quanto riguarda la destinazione effettiva dei fondi e il loro eventuale collegamento con azioni terroristiche – si legge nella nota – È su questo terreno che si misura la responsabilità penale, non sulle opinioni politiche o sul sostegno umanitario a una popolazione sotto assedio. Preoccupa invece l’uso politico e mediatico dell’inchiesta per delegittimare il movimento di solidarietà con il popolo palestinese, mentre a Gaza è in corso una devastazione senza precedenti, con decine di migliaia di morti civili, in larga parte donne e bambini. Nessuna inchiesta può diventare una assoluzione morale per le politiche del governo israeliano, né può cancellare la necessità di chiedere il cessate il fuoco, la protezione dei civili e il rispetto del diritto internazionale”.
In serata è arrivata anche la nota di Simone D’Angelo e Andrea Orlando, consiglieri regionali del Partito Democratico: “Bianchi e Berrino parlano a sproposito. Per noi, quando parla la magistratura, non si commenta, le indagini si rispettano. Se c’è chi ha usato soldi della solidarietà raccolti in Italia per sostenere Hamas, ha tradito la causa palestinese, che per noi è fatta di diritti, autodeterminazione e pace”, proseguono.
“Non prendiamo lezioni da nessuno, tantomeno da chi in questi giorni rivendica l’eredità del MSI, un partito nato dal nazifascismo, fondato da Giorgio Almirante, passato dalla Repubblica di Salò e dalle fucilazioni dei partigiani a coprire ambienti del terrorismo nero, in una pericolosa commistione tra eversione e istituzioni. Oggi Fratelli d’Italia usa le indagini di una magistratura che punta a smantellare per attaccare gli avversari e riscrivere la realtà, tentando di strumentalizzare questa inchiesta per criminalizzare le piazze che in questi mesi si sono riempite pacificamente, a difesa dei diritti del popolo palestinese”, sottolineano.
“A sinistra le cose sono chiare, ieri come oggi – concludono – La nostra storia, soprattutto a Genova, parla da sola. Stiamo dalla parte della legalità, ma diciamo con forza anche pace, fine del genocidio, rispetto del diritto internazionale e due Stati per due popoli. Senza ambiguità, senza ipocrisie”.
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