Riforme irrealizzabili, poca attenzione e molta confusione: l’Ue critica sul piano energia e clima dell’Italia

Maggio 29, 2025 - 01:00
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Riforme irrealizzabili, poca attenzione e molta confusione: l’Ue critica sul piano energia e clima dell’Italia

Bruxelles – Informazioni poco chiare sulla politica per l’energia nucleare, nessuno studio approfondito sull’impatto dei cambiamenti climatici per l’approvvigionamento di acqua e mitigazione del rischio siccità utile alla produzione energetica, e poi un piano di mobilità pulita tanto ambizioso quanto difficile da realizzare. L’Italia della sostenibilità è qui, nelle perplessità sollevate dalla Commissione europea e dalle critiche che da Bruxelles non vengono risparmiate al governo, al quale si imputa innanzitutto di non raggiungere gli obiettivi comuni di riduzione delle emissioni di gas a effetto serra responsabili del cambiamento climatico.

Se non una bocciatura, il parere sul piano nazionale per l’energia e il clima suona almeno come un ‘rinvio a settembre’. Ci si aspetta che l’Italia riduca le emissioni di CO2 del 49 per cento entro il 2030 rispetto ai livelli di emissione del 1990, senza dunque rispettare la soglia del 55 per cento. Non solo: nel 2040 l’indice di performance tricolore è previsto al -60 per cento, quando l’agenda Ue vorrebbe riduzioni al 90 per cento. A livello generale dunque l’Italia fa fatica, resta indietro, e non tiene fede agli impegni assunti a livello comunitario.

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A livello generale non mancano criticità, a cominciare da promesse considerate come irrealizzabili. Ciò sembra essere il caso per la rivoluzione della mobilità su strada promessa dal governo. “Il piano si basa su una forte diffusione dei veicoli elettrici (4,3 milioni di veicoli elettrici a batteria più 2,2 milioni di ibridi plug-in entro il 2030) e su un aumento di sei volte dell’uso di biocarburanti entro il 2030, un risultato difficilmente compatibile con la flotta esistente, le cui miscele sono limitate a basse concentrazioni di biocarburanti”, recitano le valutazioni dei tecnici di Bruxelles.

Neppure sul nucleare di nuova generazione, cavallo di battaglia dell’attuale maggioranza di governo, mancano dubbi e perplessità. L’esecutivo comunitario prende atto del piano per il possibile dispiegamento di 8 GigaWatt di capacità nucleare entro il 2050 in reattori modulari di piccole e medie dimensioni (SMR/AMR) e microreattori. Tuttaiva “il piano definitivo non descrive un quadro normativo prevedibile e semplificato per le procedure di autorizzazione per la produzione, né le modalità di semplificazione dell’accesso ai finanziamenti nazionali“. Anche in questo caso, dunque, risulta difficile capire come si intenda realizzare ciò che viene annunciato.

Capitolo efficienza energetica: qui L’Italia ha definito politiche e misure complete per raggiungere i contributi nazionali in materia, ma “non ha quantificato i risparmi energetici attesi né il contributo per ciascuna delle misure di efficienza energetica segnalate”. Risultato: il Paese ha solo “parzialmente risposto” alle raccomandazioni dell’Unione europea.

Allo stesso modo, il piano nazionale per l’energia e il clima dell’Italia affronta “parzialmente” le conseguenze del cambiamento climatico sulla futura disponibilità idrica e le sue implicazioni sul settore energetico. L’esecutivo comunitario lamenta nello specifico che “manca una valutazione completa e lungimirante della futura domanda e offerta idrica a livello nazionale, in linea con le traiettorie previste del riscaldamento climatico”. Inoltre, la strategia italiana “non affronta adeguatamente i possibili conflitti intersettoriali, come quelli con la produzione di energia, l’agricoltura e l’uso residenziale dell’acqua, a fronte della crescente scarsità d’acqua”.

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