Sovraffollamento nelle carceri, Italia terza in Europa: la Corte dei Conti boccia il governo

Nello stesso giorno sono arrivate due notizie che, qualora ce ne fosse ancora bisogno, fotografano una situazione carceraria drammatica nel nostro Paese. Innanzitutto, secondo l’Eurostat l’Italia è il terzo Paese con le situazioni più critiche per quanto concerne il sovraffollamento. “Nel 2023, 13 paesi dell’UE hanno registrato celle carcerarie sovraffollate. Il tasso di sovraffollamento più elevato è stato osservato a Cipro, con un tasso di occupazione delle carceri del 226,2%, seguito da Francia (122,9%) e Italia (119,1%)”, si legge nel report. E stando alle statistiche di oggi del Ministero della giustizia siamo oltre il 120 per cento. Inoltre la Corte dei Conti ha pubblicato ieri ben 284 pagine di una relazione concernente “Infrastrutture e digitalizzazione: Piano Carceri”.
Il report ha come oggetto il programma di interventi di edilizia penitenziaria del periodo 2021-2024 e l’attività del Ministero della Giustizia e Ministero delle infrastrutture e dei trasporti rispetto alle scadenze. La conclusione è che a dieci anni dalla conclusione della gestione commissariale, persistono situazioni critiche di sovraffollamento carcerario soprattutto in alcune regioni: “Il termine dei lavori appare non ulteriormente procrastinabile soprattutto per interventi che insistono su territori, quali quelli delle regioni Lombardia, Puglia, Campania, Lazio, Veneto e Sicilia, ove il fenomeno del sovraffollamento ha raggiunto livelli elevatissimi”. Molteplici, secondo la Corte dei Conti, le cause dei ritardi: dalle inadempienze contrattuali da parte delle imprese ai mutamenti repentini delle esigenze detentive rispetto al passo dei lavori, dalle carenze nei finanziamenti necessari per attuare le modifiche progettuali alla mancanza, presso gli Uffici territoriali (PRAP), di un numero adeguato di dipendenti dotati di competenze tecniche ai fini dell’esercizio delle funzioni legate ai procedimenti di gara.
Inoltre è opinione dei magistrati della Corte dei Conti che “in ragione dei costi e delle tempistiche occorrenti per realizzare nuove strutture carcerarie”, “l’edilizia penitenziaria non possa ritenersi l’unica strada da percorrere per superare il problema del sovraffollamento carcerario”. A differenza degli intenti del Governo che punta solo all’edilizia cestinando altri tipi di provvedimenti – come liberazione anticipata speciale, indulto, amnistia – che darebbero un po’ di respiro ai nostri istituti di pena. Tra le raccomandazioni della Corte dei Conti quella di “necessità ed urgenza” di giungere “a conclusione gli ulteriori interventi di manutenzione straordinaria già programmati – e tuttora in corso – per il miglioramento delle condizioni ambientali, igienico-sanitarie e trattamentali all’interno degli Istituti”. In conclusione, “anche con riguardo alla nuova figura di Commissario straordinario recentemente istituita”, la Corte “invita a considerare le criticità fino ad oggi riscontrate ed evidenziate nella presente indagine, anche ai fini del monitoraggio delle attività rimesse all’eventuale soggetto attuatore”.
A confermare le criticità anche l’avvocata Irma Conti, membro del collegio del Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale: “Nel corso delle circa 80 visite effettuate ho riscontato le critiche indicate nella relazione della Corte dei Conti, basta pensare che oltre il 35% degli Istituti penitenziari risale al 1950”. Non si è scomposto invece il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, che in occasione della presentazione della nuova cittadella giudiziaria a Modena ha dichiarato: “Le carceri sono un problema quotidiano. Adesso abbiamo il commissario straordinario che ha poteri piuttosto estesi, abbiamo trovato anche buoni fondi per ampliare le strutture carcerarie. L’Italia non è la California o l’Arizona dove puoi instaurare 500 moduli in un mese, piazzandoli nel deserto. Qui da noi, per rimuovere una porta all’interno di Regina Coeli, abbiamo avuto un veto da parte delle Belle Arti, perché sono elementi vincolati”. Secondo il Guardasigilli “è difficile erigere o anche modificare strutture per fare delle carceri, però ce la stiamo mettendo tutta. C’è bisogno essenzialmente di spazi e in Italia non è facile trovarli. Per questo stiamo pensando a edifici compatibili come le vecchie caserme dismesse o anche altri edifici”, ha concluso Nordio, cantando sempre la solita canzone.
Di diverso parere le opposizioni. Secondo la deputata del Partito democratico, Michela Di Biase, componente della commissione Giustizia, “il richiamo della Corte dei Conti sullo stato di attuazione del piano Carceri suona come una bocciatura per il Ministro della Giustizia. Nella relazione i giudici contabili evidenziano l’aumento del sovraffollamento carcerario e le necessità di mettere in campo interventi di manutenzione per superare le gravi condizioni di degrado ambientale e sanitario degli istituti penitenziari”. Per la parlamentare dem si tratta di “una conferma delle ulteriori criticità sulle carceri emerse nell’azione di Governo in questa prima metà di legislatura. Servono risorse, ma da questo esecutivo abbiamo registrato solo tagli. Ancora non hanno visto luce interventi strutturali che servono per far fronte all’aumento dei detenuti in Italia e al recupero di istituti penali fatiscenti. Senza considerare che una parte dei problemi segnalati anche dalla Corte dei Conti potrebbe essere superati con interventi normativi mirati a costruire alternative nell’esecuzione penale, alleggerendo il numero di presenze nelle celle”.
Per Riccardo Magi, deputato di +Europa, “il Governo è completamente assente sulla questione delle carceri. Ripropone la soluzione edilizia invece che ribaltare il tema come dovrebbe fare: il punto è evitare che più persone vadano in carcere, non costruire nuove carceri”. Anche per Fabrizio Benzoni, deputato di Azione, la relazione della Corte dei Conti “conferma, punto per punto, ciò che da anni denunciamo inascoltati: il fallimento strutturale del Piano Carceri, l’incapacità di realizzare interventi già finanziati e programmati, e la totale assenza di una visione coerente per la gestione della popolazione detenuta”.
Qual è la tua reazione?






