Tessile ancora in attesa di ritrovare lo slancio. In difficoltà i tessuti lanieri e serici
Cala il sipario su un 2024 particolarmente complesso per il mondo di tessuti e filati. Ancora in attesa dell’anelato giro di boa che porterà alla ripresa, l’ultima annata del comparto tricolore è stata adombrata da nuove incognite, dall’inasprimento dei conflitti geopolitici alla crisi della Cina, sfociando in un 2025 ulteriormente incupito dallo spettro dei dazi statunitensi che rischiano di sparigliare le carte sul tavolo di equilibri ormai consolidati. E il vento del ‘new normal’, dopo i fasti del post-Covid che avevano fatto lievitare ricavi e margini, continua a soffiare attraversando tutta la filiera, da monte a valle.
È emerso un trend di generale flessione dalla consueta analisi condotta da Pambianco sui fatturati 2024 di dieci tra i principali player del settore di tessuti e filati. I ricavi del campione preso in esame dallo studio si sono attestati quasi a quota 1,6 miliardi di euro, in calo del 9% sull’anno precedente, in cui il medesimo cluster arrivava a oltre 1,7 miliardi. Si tratta di un arretramento che si mantiene single digit ma è significativo nel mettere in luce una tendenza improntata all’affaticamento – ormai da tempo, a ben guardare – per il comparto manufatturiero, investito da moti di assestamento che interessano l’intera fashion industry ma risuonano, in particolare, a monte della filiera. L’andamento negativo ha interessato anche il podio del campione, con la posizione di capofila anche quest’anno ricoperta dal Gruppo Marzotto, con ricavi ammontati a 306 milioni di euro, contro i precedenti 370.
Un risultato di oneri e onori che, sebbene assicuri al colosso tricolore del tessile il ruolo di imbattuto in classifica in termini assoluti, gli conferisce anche quello di una delle aziende (la seconda nel nostro ranking) che hanno accusato il calo più sensibile (-17,3 per cento). La seconda posizione si riconferma anch’essa ricoperta dal Gruppo Carvico, che si è però limitato a un calo molto contenuto rispetto all’anno precedente (-1,7 per cento). La holding, Finanziaria Il Belvedere Spa, che controlla Carvico Spa, Eurojersey e Jersey Lomellina, ha infatti messo a segno ricavi complessi per 286 milioni di euro, contro i precedenti 291. Una decrescita che appare quasi flat rispetto al calo di oltre il 21% accusato nel 2023, sull’ipetrofia del 2022 post-Covid. Medaglia d’argento per Limonta, a quota 176 milioni, unica azienda in crescita, sebbene a una sola cifra, sui 171 milioni del 2023 (+2,9 per cento).
In terza posizione si piazza Fulgar (-6,5%) a 172 milioni di euro. Guardando le performance del quartetto in pole position, sembra essersi stemperata la battuta d’arresto dei tessuti tecnici, che avevano conosciuto il loro periodo di massimo splendore nel 2022 per poi arenarsi sensibilmente nel 2023, con tassi di decrescita ben più elevati di quelli attuali (in alcuni casi addirittura ribaltati, come in Limonta). A chiudere il ranking, Reda: il lanificio biellese ha totalizzato ricavi pari a 83 milioni di euro, in calo del 22,4% rispetto all’anno precedente. Guardando il campione preso in esame, emerge una sofferenza diffusa e piuttosto uniforme riscontrata sia dal segmento dei filati sia da quello dei tessuti puri.
Che il mondo del tessile, globalmente considerato, fosse ancora immerso in una fase di riassestamento e ripensamento era stato ufficializzato in occasione della scorsa edizione di Milano Unica, a cui avevano fatto da sfondo i dati relativi proprio al 2024 del comparto. Comparto in flessione del 7,7% (performance che appare persino ottimistica rispetto al cluster preso in esame), con un turnover in discesa a 7,1 miliardi di euro, concorrendo all’11,8% del fatturato generato dalla filiera del tessile-abbigliamento. “Risultati purtroppo non brillanti ma certamente neanche inattesi”, aveva sentenziato, intervistato da Pambianco Magazine, il presidente della fiera, Simone Canclini. E, intanto, il conto alla rovescia per la ripartenza si sposta sempre più avanti, ormai inevitabilmente slittato alla seconda metà del 2025, anche questo iniziato non sotto i migliori auspici: “L’anno è partito con qualche ombra, ma indubbiamente c’è la speranza che nella seconda parte possa verificarsi quel rimbalzo di cui parlano gli analisti”, pronosticava Canclini.
Intanto, restano numerose le sfide del comparto che accompagnano, e si compenetrano, a quella della ripresa economica. Dalla transizione digitale alla sfida del reclutamento e conseguente formazione di nuove risorse giovani e competenti, soprattutto per i profili più tecnici e altamente specializzati, fino alla sfida green.
L’articolo completo dedicato all’analisi dell’andamento di tessuti e filati nel 2023 è disponibile sull’ultimo numero di Pambianco Magazine.
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