Torba: quali alternative usare nel florovivaismo?

Dicembre 18, 2025 - 15:39
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Torba: quali alternative usare nel florovivaismo?

Necessaria nella coltivazione, soprattutto in vaso, la torba ha però un forte impatto ambientale. Ecco perché si studiano alternative. Come nei progetti portati avanti dal Crea

La torba resta oggi uno dei nodi più delicati e strategici del florovivaismo europeo. Un materiale agronomico irrinunciabile per qualità e performance, ma allo stesso tempo un elemento ecologicamente sensibile, la cui estrazione impatta su ecosistemi di rilevanza globale.

Non sorprende, quindi, che la sua gestione – e soprattutto la ricerca di alternative – sia diventata un tema prioritario per istituzioni, imprese e centri di ricerca.

Un punto fermo lo ha messo il convegno Torba, alternative? Terricciati e substrati, organizzato dal Crea in collaborazione con Assoverde, che ha riunito esperti, imprese, tecnici e stakeholder per analizzare lo stato dell’arte e delineare una transizione possibile, già avviata grazie alla ricerca scientifica.

Perché la torba pesa così tanto nel florovivaismo italiano

Le motivazioni agronomiche legate all’uso della torba restano forti per l’elevata uniformità del materiale, ma anche la capacità di ritenzione idrica abbinata a una buona aerazione.

Inoltre la torba è amata dai florovivaisti per il pH stabile e la bassissima salinità (almeno per adesso). È esattamente questa combinazione a rendere difficile la sostituzione. Ma il contesto sta cambiando rapidamente.

Le torbiere coprono appena il 3% della superficie terrestre, ma immagazzinano il doppio del carbonio di tutte le foreste del Pianeta. Quando vengono degradate o drenate, rilasciano fino a 1,9 miliardi di tonnellate di CO2 equivalente, pari al 5% delle emissioni antropiche globali.

La torba destinata all’uso orticolo rappresenta solo lo 0,4% delle torbiere mondiali, ma copre l’80% della torba disponibile sul mercato, proveniente soprattutto da Canada e Paesi nordici. L’Europa ne importa 6 milioni di tonnellate l’anno, pari al 77% dei materiali utilizzati nei substrati.

Una dipendenza strutturale, che si è resa evidente nel 2025: la scarsa stagione di raccolta nei Paesi Baltici (Estonia -40%, Lettonia -70%) ha provocato un crollo delle forniture, come segnalato da Aipsa, con aumento dei costi e ritardi nelle consegne.

Progetti per trovare un’alternativa alla torba

Ecco quindi i progetti che il Crea sta portando avanti per trovare delle buone alternative dal punto di vista sia economico, sia ambientale.

BIovivo – Dal Green Deal al vivaio: finanziato dal Masaf, analizza per 36 mesi tutti i passaggi critici della produzione in vaso (propagazione, substrati, nutrizione, difesa). Obiettivo: supportare la coltivazione biologica delle piante ornamentali e ridurre l’uso della torba.

Contratto di Filiera Eden – verso un vivaismo circolare: progetto di 30 mesi per sviluppare substrati locali a km0; ma anche bioattivi per nutrizione e difesa.

Supera – Substrati torba-free per il verde urbano: realizzato nel Psr Lombardia ha definito miscele alternative testate in campo reale per aree verdi a bassa manutenzione. I risultati mostrano già elevate performance agronomiche, migliore gestione della nutrizione e, soprattutto, minore uso di fertilizzanti chimici.

Ht-Hg – High Tech House Garden: si tratta di un progetto Por Fesr Toscana che vuole portre innovazione in serra attraverso soluzioni high tech come il sistema Ntp (ovvero non thermal plasma), che permette di ridurre l’uso di agrochimici e aumentare la sostenibilità delle colture protette.

Verso un florovivaismo meno dipendente dalla torba

La strada è tracciata: l’industria florovivaistica dovrà presto lavorare con materiali sempre più diversificati, circolari e performanti. La ricerca dimostra che le alternative esistono, ma serve un cambio culturale condiviso tra produttori, tecnici, ricercatori e decisori pubblici.

In questa transizione l’Italia, forte di una filiera vivaistica avanzata e di centri di ricerca di eccellenza, può giocare un ruolo da protagonista.

Così come giocherà un ruolo importante il prossimo salone legato al florovivaismo italiano: MyPlant&Garden (dal 18 al 20 febbraio 2026 a Fiera Milano Rho) che si prepara a celebrare un grande traguardo: i 10 anni di manifestazione.

Con questa edizione “passeremo da 55.000 a 60.000 mq di superficie e copriremo completamente tutti i quattro padiglioni” afferma Valeria Randazzo, exhibition manager di Myplant.

E ovviamente si parlerà anche di torba in tutte le sue applicazioni.

Crediti immagine: Depositphotos

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Redazione Eventi e News Redazione Eventi e News in Italia