Vitale Barberis Canonico, il primo semestre cresce single digit ma preoccupano i dazi

Anche Vitale Barberis Canonico ha popolato gli spazi espositivi della 41esima edizione di Milano Unica, in corso fino oggi, 10 luglio. All’appuntamento dedicato al tessile e accessorio alto di gamma lo storico lanificio biellese ha portato “una collezione ampliata del 30%”, ha raccontato a Pambianconews Alessandro Barberis Canonico, amministratore delegato dello storico lanificio biellese.
Tantissime le giacche, spiega Barberis Canonico, “con tante forme in più e mischie diverse, dalla seta al cashmere, oltre che dai volumi più eterogenei”. Dietro la ricerca estetica, il tentativo di andare incontro alle esigenze del consumatore più contemporaneo, “che si sta spostando sempre di più verso lo stretch e in generale il comfort”.
Intanto, non mancano le proposte sull’outerwear, “cappotti che i brand richiedono con strutture sostenute e tessuti molto ricchi”. Degno di nota, inoltre, il progetto denim: “Un tessuto che è in espansione dappertutto, anche in contesti prima inusuali, e che nel nostro caso si traduce in un materiale di alto livello, con lane particolari e una mano raffinata, che si presta anche all’outerwear e, naturalmente, all’abito”.
Ampliata anche la parte più premium dell’offerta del brand. “Sappiamo che non potremo riscuotere volumi importanti, ma è importante per la nostra immagine e la comunicazione che veicoliamo”.
Riguardo alla performance del brand nella prima metà dell’anno, Barberis Canonico si mostra positivo: “Il primo semestre è andato bene, perché oltre a mantenere il risultato dell’anno precedente abbiamo anche messo a segno una piccola crescita, che speriamo di preservare nella seconda parte dell’anno”.
A preoccupare è l’incognita dei dazi e soprattutto – sottolinea l’imprenditore – l’indebolimento del dollaro. “Quello che noi stiamo cercando di fare è aumentare la nostra base clienti, ampliare l’offerta e lavorare sulle nicchie, che oggi sono foriere di opportunità”. Aggiungendo, però, che”difficilmente il 2025 sarà un anno di ripresa eccezionale”.
In stand-by anche la ripresa della Cina, “da tempo attesa”, che si aggiunge alla Russia e al Medio Oriente. “Positiva l’Arabia del Sud, ma è un mercato ancora molto piccolo”.
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