Addio ai generatori nucleari? La ricarica wireless ora punta ai rover marziani

La ricarica wireless, ormai familiare negli smartphone, potrebbe presto trovare spazio anche su Marte. L’idea arriva da Bumblebee Power, una giovane azienda nata all’Imperial College di Londra che sta sperimentando un sistema Inductive Wireless Power Transfer (IWPT) pensato per supportare i rover nelle missioni spaziali di prossima generazione. Un approccio alternativo alle soluzioni tradizionali, che richiedono sistemi estremamente complessi e costosi come il generatore termoelettrico a radioisotopi utilizzato da Perseverance.

I rover inviati su pianeti lontani operano in ambienti durissimi e sono progettati per durare anni, spesso senza possibilità di manutenzione, ecco perché la potenza a bordo rappresenta un elemento critico. Il Multi-Mission Radioisotope Thermoelectric Generator (MMRTG) di NASA, che equipaggia l’ultimo rover marziano, sfrutta il calore generato dal decadimento del plutonio-238 per ottenere elettricità e mantenere in temperatura i sistemi vitali. Questa soluzione ha dimostrato grande affidabilità ma richiede materiali costosi e difficili da produrre, oltre a un design molto rigido che influenza la forma e l’architettura del veicolo.

Il progetto di Bumblebee Power segue invece una strada completamente diversa. Il sistema IWPT opera a frequenze più elevate rispetto ai tradizionali sistemi di ricarica induttiva e riesce a trasferire energia anche quando trasmettitore e ricevitore non sono perfettamente allineati, un aspetto fondamentale quando non c’è un tecnico pronto a riposizionare il rover sulla piazzola di ricarica. Secondo l’azienda, la distanza operativa è tre volte superiore a quella dei dispositivi wireless oggi in commercio, e la tolleranza agli spostamenti laterali aumentata con la stessa proporzione.

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