Concorsi negli enti locali, estesa la validità di durata delle graduatorie

Maggio 28, 2025 - 12:00
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Concorsi negli enti locali, estesa la validità di durata delle graduatorie

lentepubblica.it

Con la conversione in legge del Decreto PA pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 13 maggio 2025, cambia la disciplina dei concorsi pubblici presso gli enti locali: estesa la validità di durata delle graduatorie.


La legge n. 69/2025 introduce una serie di novità che puntano a rendere più efficiente la selezione del personale nella Pubblica Amministrazione, aggiornando le regole alla luce delle nuove esigenze tecnologiche e organizzative.

Le misure approvate hanno l’intenzione di rendere la PA più moderna, inclusiva e attenta al valore dell’esperienza e della comunicazione digitale. L’inserimento del merito sportivo, l’introduzione di nuove professionalità e la proroga delle graduatorie vanno nella direzione di un sistema più flessibile e meritocratico, capace di attrarre competenze e rispondere con maggiore efficacia ai bisogni dei cittadini.

Concorsi negli enti locali, estesa la validità di durata delle graduatorie

Una delle innovazioni più rilevanti introdotte dalla legge di conversione del Decreto PA (L. 69/2025) riguarda la durata delle graduatorie di merito formulate in seguito a concorsi pubblici negli enti locali. Il nuovo assetto normativo, modificando l’articolo 35 del decreto legislativo 165/2001, reintroduce la validità triennale delle graduatorie, segnando un’inversione di rotta rispetto alla precedente disciplina che aveva ridotto questo periodo a due anni.

La norma ha effetti immediati e concreti sul funzionamento della macchina amministrativa. Le graduatorie, una volta approvate, potranno essere utilizzate per un periodo di 36 mesi per procedere ad assunzioni, attingendo alle liste degli idonei senza dover bandire nuovi concorsi ogni biennio. Questo rappresenta un vantaggio per gli enti locali, spesso in difficoltà nel programmare nuove procedure selettive a causa di vincoli di bilancio, carenze di personale e complessità organizzative.

Applicabile anche alle graduatorie vigenti?

Ma l’aspetto più interessante è l’orientamento interpretativo secondo cui la nuova durata triennale si estenderebbe anche alle graduatorie già vigenti alla data di entrata in vigore del decreto, ovvero il 15 marzo 2025. In pratica, le liste approvate prima di quella data, ma ancora valide al 15 marzo, beneficerebbero di un’estensione automatica della loro efficacia fino al compimento del terzo anno dalla data di approvazione. Si tratterebbe quindi di una proroga retroattiva, applicata in via generalizzata e senza necessità di un provvedimento specifico da parte dell’ente.

Questa interpretazione, anche se non esplicitata testualmente nella norma, appare coerente con la ratio della riforma: garantire continuità amministrativa, evitare sprechi e valorizzare le procedure già concluse. Per le amministrazioni locali significa poter contare più a lungo su una “riserva” di candidati già selezionati, con evidenti risparmi di tempo e risorse.

Per gli idonei in graduatoria, invece, si traduce in una possibilità più ampia e duratura di essere assunti, soprattutto in un contesto di turn over elevato e crescente necessità di ricambio generazionale nella PA.

Serve comunque un chiarimento normativo ufficiale su questo punto

Va però segnalato che, in assenza di una circolare esplicativa o di un chiarimento normativo ufficiale, l’estensione alle graduatorie già approvate potrebbe dar luogo a interpretazioni difformi tra gli enti. Alcune amministrazioni potrebbero scegliere una lettura più prudente e non applicare automaticamente la proroga alle graduatorie preesistenti, in attesa di ulteriori indicazioni da parte del Dipartimento della Funzione Pubblica.

Nel complesso, il ritorno alla validità triennale risponde a una richiesta diffusa da parte degli enti locali e delle organizzazioni sindacali, che da tempo chiedevano un orizzonte temporale più lungo per la gestione delle assunzioni. In un sistema ancora segnato da lunghi tempi di reclutamento e da una cronica carenza di organico, si tratta di un passo significativo verso una maggiore stabilità e programmazione delle politiche del personale.

Le altre novità

Qui di seguito un breve riepilogo delle altre novità contenute nella legge.

Merito sportivo tra i titoli valutabili

Un altro aspetto innovativo è la possibilità di inserire, tra i titoli valutabili nei concorsi pubblici, il merito sportivo. Questo sarà possibile qualora sia coerente con la figura professionale oggetto della selezione. La disposizione si estende anche ai concorsi indetti da Regioni e Province autonome, promuovendo una valorizzazione più ampia delle competenze trasversali.

Nasce il profilo del social media e digital manager

Nel quadro del processo di digitalizzazione della macchina pubblica, le amministrazioni potranno istituire un nuovo profilo professionale: il social media e digital manager. Questa figura avrà il compito di ideare strategie comunicative ad hoc per le piattaforme digitali, gestire la presenza istituzionale sui social media e favorire il dialogo con cittadini e imprese. L’obiettivo è potenziare l’interazione tra PA e utenza, in linea con gli indirizzi dell’amministrazione digitale e dell’intelligenza artificiale.

La creazione di questo ruolo dovrà avvenire senza incidere sui bilanci pubblici: le amministrazioni potranno attingere alle risorse già disponibili, sia in termini di personale in servizio che di nuove assunzioni già autorizzate.

Riconoscimento all’esperienza maturata

Infine, il Decreto introduce la possibilità di valorizzare nei bandi di concorso l’esperienza maturata da chi ha lavorato con contratto a tempo determinato o in regime di collaborazione per almeno trentasei mesi presso le pubbliche amministrazioni. Il servizio prestato con continuità e merito potrà dunque rappresentare un titolo preferenziale nell’accesso a posizioni stabili.

Il testo della legge

Qui il documento completo.

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