Consiglio sul Bilancio bloccato a Varese, mercoledì la resa dei conti: cosa dicono i capigruppo

Dopo cinque giorni di blocco del Consiglio comunale con sedute deserte, e a una settimana dall’inizio della seduta del bilancio, L’empasse è evidente, anche fisicamente: giorni e giorni di sedute senza consiglieri, se non quelli della Lega, appelli anche di sabato e domenica andati a vuoto. Così è andato il weekend e così è ricominciata la settimana.
Come si può uscirne? Abbiamo rivolto a tutti i capigruppo – di maggioranza e minoranza – la stessa domanda: cosa pensate dell’empasse e come si può sbrogliare la matassa? Le risposte fotografano una situazione in evoluzione, con segnali di dialogo ma anche visioni diverse sui motivi che hanno causato questa situazione.
La Lega: “Dialogo proficuo, si arriverà a una conclusione”
Barbara Bison, capogruppo della Lega, il gruppo al centro della vicenda con i suoi oltre 2000 emendamenti presentati, si mostra ottimista: «La situazione sta evolvendo per il meglio. È stato instaurato un dialogo proficuo tra Lega e Galimberti. A breve si arriverà ad una conclusione».
Una posizione che contrasta con i toni durissimi dei giorni scorsi, quando maggioranza e Lega si accusavano reciprocamente di ostruzionismo e mancato ascolto: ma a maggior ragione questo significa che il dialogo èdavvero cominciato.
Il centrodestra: unito sulla sicurezza, ma con distinguo
Roberto Puricelli, capogruppo di “Per una grande Varese”, conferma l’unità del centrodestra sul tema sicurezza, che potrebbe essere uno degli elementi di accordo: «Ci siamo sentiti sui temi che ci interessavano: sicurezza e degrado urbano innanzitutto. Volevamo spostare qualche cifra ed eravamo uniti nella scelta dando priorità a questo. Adesso sta a loro accettarlo. Se fanno vedere quanto meno che c’è buona volontà, la questione arriverà a una soluzione positiva».
Molto più critico sulla situazione Salvatore Giordano di Fratelli d’Italia, che pur condividendo alcuni temi solleva dubbi sul metodo: «Io capisco che questa massa di emendamenti era fatta per “svegliare la maggioranza”, ma non possono diventare un capriccio. Bisogna avere buon senso e senso istituzionale. Alcuni emendamenti poi non sono stati nemmeno valutati nella minoranza di centrodestra. Forza Italia e Varese Ideale non hanno avuto il piacere di capire in anticipo la situazione – spiega Giordano – È un gioco tutto fatto all’interno della Lega, noi condividiamo certi argomeni ma su altri non siamo nemmeno d’accordo». In ogni caso, Giordano si augura che «Tra giovedì e fine settimana si possa chiudere. Trasformare la sede istituzionale in un teatrino sembra fuori da ogni logica».
Domenico Esposito di Forza Italia inquadra la vicenda in un’altra chiave, da molti pensata ma da nessuno espressa: «Questo è un anticipo di campagna elettorale, punto. Io non appoggio totalmente la Lega, ma comprendo che hanno scelto l’unica arma per farsi ascoltare da Galimberti, che non ci ascolta mai. In maggioranza si comportano un po’ da padroni». Anche lui però auspica un accordo: «Varese non può rimanere bloccata così. Questo è l’ultimo bilancio: anno prossimo sarà tutto più soft, prima della fine della dinastia Galimberti. Poi ci penseranno i cittadini a decidere chi ha avuto ragione».
Franco Formato di Varese Ideale elabora invece una proposta articolata in cinque punti per uscire dallo stallo: un documento unitario della minoranza, riduzione e riorganizzazione degli emendamenti per macro-temi, impegno scritto della maggioranza su calendario certo e tavolo sulla sicurezza, ripristino della normalità consiliare e messaggio comune alla città. «Una soluzione condivisibile da tutte le forze di minoranza può reggersi su pochi punti chiari, verificabili e non ideologici – spiega Formato – Questa linea consente a ciascun gruppo di mantenere la propria identità, evita rotture irreversibili e sposta il confronto dal muro contro muro a un terreno politico comprensibile anche ai cittadini».
La maggioranza: apertura al dialogo, ma critica al metodo
Dalla maggioranza arrivano segnali di disponibilità, ma anche critiche nette al metodo utilizzato dalla Lega. Francesca Strazzi di Varese Praticittà conferma: «Siamo in una fase di valutazioni e confronti tra le parti. Il dialogo è aperto e mi sembra costruttivo, non è un mistero che ci siano stati incontri e confronti. Un muro contro muro non stava portando a nulla e soprattutto era svilente per il ruolo che dovrebbe avere il Consiglio comunale». Strazzi spiega la strategia: «Attualmente è inutile riunirsi senza avere al vaglio delle proposte. Valutare seriamente le varie istanze ed eventualmente aprire un dibattito in Consiglio comunale su temi che possano appartenere alla città, magari mediate dalla sensibilità delle parti, permetterà di sbrogliare l’empasse».
Luca Paris del Gruppo Misto/M5S sottolinea l’urgenza e il danno d’immagine: «Occorre trovare al più presto una soluzione che sblocchi lo stallo amministrativo sull’approvazione del bilancio 2026. Siamo in una situazione inedita e sicuramente dannosa per il clima di sfiducia che può generare nella pubblica opinione. Un danno d’immagine che contribuisce a screditare le Istituzioni e chi le rappresenta». Anche Paris però conferma i progressi: «Sabato scorso, nel corso di alcuni incontri informali, sono state delineate delle vie di uscita e si sono registrate alcune convergenze tra le forze e gli attori in campo. Ora è arrivato il momento di trarre le opportune conclusioni e di approvare in Consiglio Comunale un atto fondamentale per la città».
Giacomo Fisco del PD mette al centro i cittadini: «Questa empasse non fa bene innanzitutto ai cittadini e alle cittadine di Varese che si aspettano dal Consiglio comunale delle risposte, si aspettano ciò che abbiamo pianificato e che andremo a finanziare con questo bilancio – Fisco ci tiene a precisare – Preso atto di questo, penso che quello che si sta cercando di fare in questi giorni, cioè trovare una mediazione, sia un passo importante».
Più duro invece Dino De Simone di Progetto Concittadino: «Capiamo anche la necessità di visibilità dei gruppi: ognuno risponde alla sua parte di elettorato e si comporta di conseguenza. Ma non lo si fa certo intasando e svilendo il Consiglio comunale come è stato fatto in questi giorni. È una situazione desolante. Stavamo utilizzando un luogo pubblico spendendo soldi di personale – si stima 1500 euro a serata – esclusivamente per visibilità». De Simone ricorda poi che: «Se si fa una prova di forza, la minoranza perde per definizione. Per questo bisogna fare un passo indietro tutti e trovare un argomento che faccia da comune denominatore, non certo ribadendo cose che gli altri non accetteranno mai. Bisogna ragionare bene su un argomento comune e non divisivo, né provocatorio».
Giuseppe Pullara di Lavoriamo per Varese individua la via d’uscita nel dialogo: «Per sbrogliare la matassa è fondamentale promuovere un dialogo aperto e costruttivo tra le parti coinvolte. Identificare temi su cui ci sia un consenso ampio e costruire da lì, utilizzando successi parziali come trampolini per affrontare questioni più controverse. Affrontare questa situazione richiede pazienza e impegno da parte di tutti i soggetti politici coinvolti».
Mercoledì 17 la conferenza dei capigruppo: un appuntamento decisivo
Tutti i capigruppo convergono su un punto: l’appuntamento di domani alle 19:30 con la conferenza dei capigruppo convocata dal presidente del Consiglio comunale potrebbe essere decisivo per sbloccare la situazione. «Penso che abbia fatto molto bene il presidente del Consiglio comunale a convocare la conferenza dei capigruppo di domani alle 19.30, perché penso sia quello l’organismo dove si possa sbrogliare di fatto la matassa – sottolinea Giacomo Fisco – Io sono fiducioso, sono speranzoso e credo che domani sera si potranno avere delle buone notizie, in primis per la città e i cittadini».
Anche Giuseppe Pullara punta esplicitamente sulla capigruppo: «Domani è stata convocata la capigruppo e da questo incontro dovremmo uscire con le idee più chiare». Le prossime ore saranno quindi decisive per capire se il dialogo avviato tra le parti produrrà un accordo concreto o se Varese dovrà assistere a nuove sedute deserte del Consiglio comunale.
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