Dal calcio alle cripto fino a sfiorare la Camorra 
con l’acquisto della Juve Stabia. 
Le strane capriole di Brera Holdings

Dicembre 13, 2025 - 05:30
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Dal calcio alle cripto fino a sfiorare la Camorra 
con l’acquisto della Juve Stabia. 
Le strane capriole di Brera Holdings

Dal Manchester United alla Uyba Busto Arsizio, il salto all’indietro è grande. Ma Brera Holdings è riuscita a farlo. Fin qui sarebbe solo una curiosità del mondo dello sport, ma prima, in mezzo e dopo, c’è una girandola di operazioni che lasciano quantomeno stupiti. Tanto per cominciare, il Corriere della Sera racconta: “In Africa la holding rileva il Brera Tchumene, club di seconda divisione del Mozambico poi promosso in Mocambola. In Europa compra il Fudbalski Klub Akademija Pandev, club della Serie A della Nord Macedonia, ribattezzato Brera Strumica. In Asia, infine, assume il controllo del Bayanzurkh Sporting Ilch, società della Serie A mongola che diventa così Brera Ilch. Addirittura, la holding diventa azionista di minoranza del Manchester United, quota poi venduta al nuovo proprietario del club inglese, Sir Jim Radcliffe, con una corposa plusvalenza”.

In Italia, intanto, Brera Holdings si lancia in nuove operazioni. Dopo aver tentato senza successo l’acquisto di quote di società di Serie B, “a metà del 2023 acquisisce il 51% dell’Uyba Busto Arsizio, club di pallavolo di Serie A1 femminile”, scrive ancora il quotidiano. “Poi sul finire del 2024 la capogruppo irlandese rileva la maggioranza della Juve Stabia dall’imprenditore Andrea Langella, pagando in parte in contanti e in parte in azioni. I ricavi del gruppo iniziano così ad aumentare fino a 2,9 milioni di euro a fronte però di una perdita di circa 5 milioni”. E infatti, dopo aver toccato un picco di 48 dollari, il titolo al Nasdaq ha fatto il gambero, per restare a cavallo degli 8 dollari.

La storia di Brera Holdings

Però riavvolgiamo il nastro e procediamo con calma. Alla guida di Brera Holdings c’è l’italoamericano Daniel Joseph McClory, definito con la solita generosità dai media “investitore, banchiere, filantropo”. McClory pareva pronto a rilevare il restante 48% dal presidente Andrea Langella. Oggi la Juve Stabia, infestata dalla camorra a ogni livello, dai biglietti alle bevande, dalle pulizie ai bagni pubblici, dal settore giovanile ai viaggi in trasferta, è in amministrazione giudiziaria su ordine del tribunale che ha recepito la richiesta congiunta del procuratore nazionale antimafia, del procuratore della Repubblica, del questore di Napoli per un accertato “sistema di condizionamento mafioso dell’attività economica della società calcistica da parte del clan camorristico D’Alessandro egemone nel territorio stabiese”. Secondo gli inquirenti, l’attuale proprietà, estranea ai fatti contestati, «è subentrata in relazioni economiche di antica data che sin dall’origine si sono rivelate sottoposte al condizionamento mafioso e rispetto alle quali non si è dotata di adeguati meccanismi di controllo e prevenzione». 

Per ricostruire la storia di Brera Holdings, la società irlandese che ha comprato la Juve Stabia, bisogna partire da Milano. Nel 2000 l’imprenditore Alessandro Aleotti decise di fondare la terza squadra della città. La chiamò Brera Calcio, le trovò casa all’Arena Civica e volle ad allenarla Walter Zenga, ex portiere dell’Inter e della Nazionale.

Negli anni la squadra ha fatto parlare di sé non tanto per i risultati sportivi – non è mai andata oltre la Serie D -, ma per iniziative sociali come quelle con cui ha cercato di favorire l’integrazione degli immigrati e ha creato una squadra nel carcere di Opera. Poi, nel 2022, a rilevare la società è arrivato un gruppo di investitori americani. Tra loro c’era anche Chris Gardner, il senzatetto diventato uomo d’affari interpretato da Will Smith nella Ricerca della felicità.

Quegli investitori costituirono una società a Dublino, la Brera Holdings. L’intento era costruire un gruppo specializzato nel cosiddetto ‘multi club ownership’, cioè nell’acquisizione e nella gestione di diverse squadre, calcistiche e non. Una realtà che però, negli ultimi mesi, ha cambiato rotta. Si è data un nuovo nome. È entrata in un business lontanissimo dal calcio. E a ottobre ha visto la Juve Stabia, uno dei suoi investimenti sportivi più ambiziosi, finire in amministrazione giudiziaria.

Che cos’è Brera Holdings

Dopo l’acquisto del Brera Calcio, Brera Holdings si è allargata alla Macedonia. Qui ha comprato l’Akademija Pandev (oggi Brera Strumica), club della Serie A locale fondato dall’ex giocatore di Inter e Lazio Goran Pandev, entrato anche nel consiglio di amministrazione della holding. Poi sono arrivati l’investimento nel club mongolo del Bayanzurkh Sporting Ilch, ribattezzato Brera Ilch, e la creazione di una squadra in Mozambico, il Brera Tchumene, chiusa dopo due anni.

Nel 2023 Brera Holdings è diventata la prima società del suo genere a quotarsi al Nasdaq, con un’Ipo da 7,5 milioni di dollari. Nello stesso anno ha comprato anche una quota del Manchester United, poi venduta, ed è entrata nella pallavolo con l’Uyba Volley, la squadra di pallavolo di Serie A1 femminile di Busto Arsizio. Un’avventura durata due anni: la scorsa estate ha ceduto il suo 49% alla cifra simbolica di 1 euro.

L’acquisto della Juve Stabia

Nel frattempo, nei primi mesi del 2024, Daniel McClory (definito con la solita generosità dai media “investitore, banchiere e filantropo”), all’inizio socio di minoranza di Brera Holdings, è salito al 54%. È sotto la sua guida che, dopo qualche mese, la società ha avviato l’acquisizione, dalla famiglia Langella, della Juve Stabia, nella Serie B italiana: sul finire del 2024 ha comprato il 22%, a giugno è passata in maggioranza, per poi diventare socio unico.

Nel mezzo della scalata di Brera Holding per conquistare la maggioranza della Juve Stabia, il club campano è finito in amministrazione giudiziaria. Secondo la Procura di Napoli, la Juve Stabia sarebbe stata un “bene strumentale” del clan camorristico D’Alessandro. Per il procuratore Nicola Gratteri “era un mezzo della camorra per farsi pubblicità e gestire potere. Uomini del clan erano presenti in diversi servizi: dallo spostamento degli autobus alle ambulanze, dalla vendita di bibite a quella dei biglietti e al controllo sicurezza nello stadio”. I calciatori, secondo Gratteri, “dovevano solo giocare, al resto pensava la camorra”. Il procuratore nazionale antimafia Giovanni Melillo ha aggiunto che “tutta la rete di servizi era sottoposta al condizionamento dei clan per indifferenza, sottovalutazione e connivenza”.

Anche qui dobbiamo fare un piccolo passo indietro per capire meglio la storia. E lo facciamo grazie alla ricostruzione de L’Espresso: “Quando la famiglia Langella ha acquisito la società nell’estate 2022, la Juve Stabia in serie C era prossima al fallimento con un’esposizione debitoria di circa 9 milioni di euro nei confronti dello Stato: 6 con l’Agenzia delle Entrate (Ade) e 3 con l’Inps. I Langella erano disposti a pagare non più di 500mila euro su oltre 6 milioni e l’Agenzia delle entrate non aveva aderito alla ristrutturazione del debito. Senza l’Agenzia, che rappresentava il 67% dei creditori con una quota minima da raggiungere del 60%, era impossibile procedere. Ma il commercialista Vincenzo Sica dello studio Sica&Partners ha ottenuto il decreto di omologa dal tribunale di Torre Annunziata utilizzando il ‘cram down’ fiscale, cioè con l’adesione coatta dell’Agenzia delle Entrate: ‘Fu una sentenza che, applicando le norme esistenti, dimostrò una formula per la salvezza per diverse società di calcio’, dice Sica. ‘Oggi il quadro normativo è più stringente’. Con circa 750mila euro la famiglia Langella ha saldato il debito da 9 milioni di euro con lo Stato e il club, ripulito, è passato da un fallimento ormai certo alle prime posizioni in Serie B. Anche per la gioia della camorra”.

Per gli inquirenti la proprietà attuale, estranea ai fatti contestati, “è subentrata in relazioni economiche di antica data che sin dall’origine si sono rivelate sottoposte al condizionamento mafioso e rispetto alle quali non si è dotata di adeguati meccanismi di controllo e prevenzione”. Il prefetto di Napoli, Michele di Bari, ha parlato della necessità di “accompagnare” la società in “un percorso di legalità”.

Dal calcio alle criptovalute

Poco prima dell’amministrazione giudiziaria, Brera Holdings ha cambiato corso. A settembre ha raccolto un finanziamento da 300 milioni per trasformarsi in una società di gestione di asset digitali e infrastrutture per criptovalute. In particolare, si dedica all’ecosistema Solana, una blockchain con una sua criptovaluta interna. A guidare l’investimento è stato il gruppo Pulsar, degli Emirati Arabi Uniti. Ha partecipato, tra gli altri, la Ark Invest di Cathie Wood.

Al cambio di business si è accompagnato quello di nome: da Brera Holdings a Solmate (si legge come ‘soulmate’, ‘anima gemella’ in inglese). A ribadire la nuova direzione, la nomina ad amministratore delegato di Marco Santori, ex dirigente di Kraken, piattaforma per lo scambio di criptovalute. Anche il cda, come ha spiegato Francesco Bertolino sul Corriere della Sera, è stato rivoluzionato. Via, tra gli altri, Gardner e Pandev. Dentro figure come Arthur Laffer, l’economista della ‘curva di Laffer’ che mette in relazione aliquota d’imposta ed entrate fiscali. L’uomo che, secondo una leggenda, convinse Ronald Reagan ad abbassare le tasse tracciando il suo grafico su un tovagliolo.

L’effetto della transizione

Il passaggio al mondo Solana ha entusiasmato, per un breve periodo, i mercati. Le azioni, che a metà settembre venivano scambiate a circa 7 dollari, sono lievitate a più di 30. Poi si è diffusa la notizia che i nuovi azionisti avevano reso le loro quote disponibili alla vendita. Gli investitori hanno temuto che i soci volessero monetizzare in fretta e sbarazzarsi del loro investimento. Al momento della pubblicazione di questo articolo, il prezzo delle azioni è di 2,08 dollari.

Mentre la nuova Solmate si dedica alle criptovalute, resta da capire che cosa sarà degli investimenti sportivi. Per il momento, la società ha assicurato che continuerà a gestire tutti i club dell’era Brera Holdings.

L’articolo Dal calcio alle cripto fino a sfiorare la Camorra 
con l’acquisto della Juve Stabia. 
Le strane capriole di Brera Holdings è tratto da Forbes Italia.

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Redazione Redazione Eventi e News