Resilienza delle imprese di fronte alle sfide del 2025, Africa e Medio Oriente centrali nella strategia italiana

Dicembre 13, 2025 - 03:26
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Resilienza delle imprese di fronte alle sfide del 2025, Africa e Medio Oriente centrali nella strategia italiana

In un anno caratterizzato da forti tensioni internazionali e dalla sfida dei dazi, le imprese italiane hanno reagito con intraprendenza, dimostrando capacità di resilienza e adattamento in una cornice di internazionalizzazione basata non solo su esportazioni e investimenti, ma anche su partenariati industriali strutturati, formazione professionale e presenza stabile. È il messaggio chiave emerso durante l’Assemblea pubblica di Confindustria Assafrica & Mediterraneo, organizzata oggi, venerdì 12 dicembre, a Roma, sotto il tema “L’industria del saper fare. Le imprese italiane motore di sviluppo in Africa e Medio Oriente”. La conferenza è stata l’occasione per fare il punto della situazione, nonché dei progetti di filiera e delle iniziative in corso, attraverso le testimonianze di aziende associate a Confindustria Assafrica & Mediterraneo come Maire, Almaviva, Inalca, Metalmont e De Lorenzo, e con il resoconto del Sistema Italia rappresentato da Sace, Simest e Cassa depositi e prestiti (Cdp). In un videomessaggio all’apertura dell’Assemblea pubblica, il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha elogiato il lavoro delle imprese italiane di fronte alle complessità del 2025 e ha sottolineato come Africa, Medio Oriente e Turchia siano aree sempre più centrate nella strategia economica dell’Italia.

Il Piano Mattei, l’iniziativa europea Global Gateway e i numerosi progetti nei settori delle infrastrutture, dei macchinari, dell’agroindustria, dell’energia e del digitale, secondo quanto ha spiegato Urso, rappresentano oggi un “nuovo perimetro operativo” per le aziende. In questo contesto, in Africa, Medio Oriente e Turchia “l’Italia sta rispondendo con successo”, contribuendo in alcuni casi “anche allo sviluppo dell’economia locale”. Paesi come Tunisia ed Egitto, ha sottolineato Urso, “restano partner strategici, mentre cresce l’attività delle imprese anche nell’Africa subsahariana, con opportunità rilevanti nell’energia, nelle infrastrutture e nelle gare nell’area di business”. Il ministro ha evidenziato che “molte imprese stanno diversificando le proprie linee produttive e guardano oggi con rinnovato interesse a questi Paesi, dove i processi di industrializzazione e la crescita della classe media stanno aprendo mercati nuovi”.

Urso ha sottolineato che il ruolo di Confindustria Assafrica & Mediterraneo “è fondamentale” per creare valore attraverso partenariati di lungo periodo e progetti di filiera tra aziende, istituzioni, attori finanziari, ambasciate e organizzazioni del Sistema Paese. “Stiamo rafforzando le politiche industriali per l’internazionalizzazione con accordi di cooperazione con i governi locali, filiere strategiche più integrate e un sostegno crescente alla formazione tecnica. Abbiamo anche potenziato insieme a Cassa depositi e prestiti, Sace e Simest gli strumenti finanziari di accompagnamento agli investimenti con garanzie più forti, maggiore capacità di credito e misure particolarmente mirate alle piccole e medie imprese”, ha spiegato il ministro. Urso ha poi evidenziato il ruolo centrale del Piano Mattei, “a cui l’Italia guarda con favore sostenendo progetti di investimenti in numerosi comparti”.

Nel corso della conferenza, Fabrizio Saggio, consigliere diplomatico del presidente del Consiglio dei ministri e coordinatore della struttura di missione del Piano Mattei, ha evidenziato che oggi “la presenza dell’Italia e delle imprese italiane in Africa assume un ruolo decisivo”. “Contribuire a creare occupazione, a rafforzare le infrastrutture, a sostenere la crescita locale, a costruire stabilità attraverso sviluppo economico e industriale diventa ancora più fondamentale”, ha aggiunto, ricordando che il Piano Mattei, in meno di due anni, “si è affermato e si sta affermando come una vera strategia nazionale, come un modello, come una piattaforma strategica non solo per la cooperazione, ma anche per l’azione del mondo industriale italiano in Africa”. Secondo Saggio, il Piano Mattei “vive se le imprese italiane sanno cogliere le opportunità, investire, innovare, lavorare nei territori e cogliere quegli strumenti nuovi o rafforzati che si stanno cercando di mettere a disposizione”. Il contributo più importante che può dare la struttura di missione del Piano Mattei, ha detto il consigliere diplomatico, “è quello di mettere a terra progetti concreti, elementi e strumenti finanziari nuovi”.

Saggio ha sottolineato come sia fondamentale creare un’architettura finanziaria di garanzie e nuovi strumenti per la crescita delle imprese italiane. “Questo è un aspetto essenziale del lavoro che viene svolto dal Piano Mattei. Tra gli obiettivi c’è quello di creare strumenti che durino nel tempo. Il piano non è il singolo progetto, non è arrivare in un Paese. È una strategia che vuole essere di lungo periodo. E per poter durare nel tempo bisogna creare degli strumenti che possono andare oltre l’orizzonte rettangolare di uno, due o tre anni. Questi strumenti sono stati creati, esistono, sono messi a disposizione delle imprese, a disposizione di chi vuole investire”, ha spiegato il consigliere diplomatico. “Tutto quello che è stato costruito in questi due anni è stato possibile grazie al sostegno delle istituzioni, delle imprese, del sistema finanziario in senso ampio e della società civile. Il Piano Mattei non appartiene a un singolo progetto, è un progetto nazionale. Credo che debba essere una piattaforma il più possibile condivisa. Il sistema imprenditoriale italiano vuole esserci e continua ad esserci”, ha aggiunto Saggio.

Durante l’Assemblea pubblica, il presidente di Confindustria Assafrica & Mediterraneo, Enrico Maria Bagnasco, ha sottolineato che l’Italia ha “un legame storico, profondo e lunghissimo” con la macroregione che comprende l’Africa, il Medio Oriente e la Turchia. Un legame, ha precisato, che è fatto “non solo di una vicinanza geografica o culturale, ma anche di tante partnership che negli anni si sono sviluppate, e che oggi si rinnova all’insegna della modernità, della sostenibilità e di una maggiore innovazione”. “L’Italia ha molte ragioni per guardare a Sud, con l’ambizione di fungere da anello di raccordo tra questa macroregione e il resto dell’Unione europea. Africa, Medio Oriente e Turchia sono partner strategici, economie in rapida crescita, hub di innovazione e, soprattutto, custodi di una risorsa inestimabile: una popolazione giovane, desiderosa di formazione, occupazione e futuro”, ha affermato Bagnasco.

“Le imprese italiane, dalle più grandi alle Pmi, si sono fatte strada nei più svariati settori, portando in questi Paesi know-how, standard qualitativi elevati e, soprattutto, un modello di sviluppo che punta alla creazione di filiere produttive locali autonome e resilienti”, ha aggiunto il presidente di Confindustria Assafrica & Mediterraneo. “L’Italia ha un tessuto imprenditoriale assolutamente unico, una diversificazione di prodotti e servizi che sicuramente la caratterizzano come un partner ideale per accompagnare tutte le transizioni in atto in questa macroregione”, ha inoltre evidenziato. “La nostra Associazione continuerà a sostenere le imprese accompagnandole in questi mercati, nel perimetro di importanti iniziative quali il Piano Mattei, il Global Gateway e il corridoio Imec (India-Middle East-Europe Economic Corridor), e in sinergia con tutti gli attori del Sistema Italia”, ha quindi affermato Bagnasco.

Nel corso della conferenza è emerso un filo conduttore chiaro: il ruolo crescente delle imprese italiane in Africa, Medio Oriente e Turchia, sempre più orientate a diversificare le filiere, i mercati e le catene di approvvigionamento. Il chief economist di Sace e il Centro studi di Confindustria hanno fornito una panoramica aggiornata sull’evoluzione di questi mercati, illustrando le prospettive dell’export e nuove traiettorie di investimento. I rappresentanti di Maire Group, Almaviva, Inalca, Metalmont e De Lorenzo hanno raccontato le proprie esperienze in loco e i progetti avviati in queste aree, evidenziando risultati, sfide, partnership industriali e iniziative di formazione professionale. In un panel dedicato alle istituzioni finanziarie, gli amministratori delegati di Cassa depositi e prestiti, Sace e Simest hanno fatto il punto sui progetti finanziati e sui nuovi strumenti a sostegno dell’internazionalizzazione delle imprese italiane, mentre la rappresentante in Italia della Banca mondiale, Stefania Lenoci, ha illustrato iniziative e strumenti dedicati al settore privato.

L’Assemblea di Confindustria Assafrica & Mediterraneo si è conclusa con la lettura di un messaggio del vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani. Africa e Medio Oriente, ha spiegato, “sono direttrici prioritarie dell’azione del governo italiano”. Tajani ha quindi sottolineato che l’esecutivo vuole aiutare “in maniera concreta” le imprese affinché possano fare al meglio il loro lavoro. Il titolare della Farnesina ha sottolineato che la diplomazia della crescita è al centro del suo mandato. “Ho lanciato il piano per l’export dei mercati al più alto potenziale, con l’obiettivo di raggiungere i 700 miliardi all’anno entro la fine della legislatura. La direzione che abbiamo preso è quella giusta”, ha detto Tajani. “È di questi giorni la notizia che l’Italia ha nuovamente superato anche il Giappone nella graduatoria dei Paesi esportatori, arrivando al quarto posto. Il governo si presenta bene ovunque nel mondo, lo dicono le grandi agenzie di rating, come recentemente Moody’s. Ho anche finalizzato una profonda riforma nel ministero per renderlo più vicino alle esigenze dei cittadini e delle imprese, tutto all’insegna della crescita, della sburocratizzazione e della semplificazione”, ha affermato il ministro.

“Il 17 dicembre presiederò a Milano la terza edizione della Conferenza nazionale dell’export. Saranno presenti i nostri ambasciatori, i rappresentanti della squadra dell’internazionalizzazione, come Ice, Sace, Simest, Cassa depositi e prestiti, per incontrare le imprese e sostenerle”, ha aggiunto il titolare della Farnesina. “Come l’anno scorso, ho voluto darvi l’occasione di incontrarvi singolarmente e vi incoraggio a iscrivervi e a prenotare gli incontri con gli ambasciatori dei Paesi dove siete interessati a esportare e a internazionalizzare le vostre imprese. Conto sulla vostra presenza e vi aspetto a Milano”, ha aggiunto il ministro nel suo messaggio, rivolgendosi agli imprenditori. “Senza le imprese non c’è crescita, non c’è lavoro. Per questo vogliamo dedicare loro tutta la massima attenzione operativa”, ha concluso Tajani.

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