Delpini, pensieri a margine del viaggio a Cuba



A conclusione del suo viaggio missionario che ha toccato il Messico e Cuba, l’Arcivescovo di Milano, monsignor Mario Delpini, ha formulato due brevi considerazioni sull’esperienza vissuta nell’isola caraibica. Le pubblichiamo
Matematica cubana
Se fossi un genio in matematica e fisica, potrei forse elaborare una teoria della relatività che non riguarda solo lo spazio e il tempo, ma anche la gente e l’economia.
Infatti ci si chiede: come fa a vivere la gente normale in un paese come Cuba?
La gente normale, infatti riceve uno stipendio o una pensione che si aggira intorno ai duemila pesos. Ora, mi dicono, un litro d’olio può costare mille pesos. C’è da considerare che non basta l’olio, ci vorrebbero anche il latte, il pane, e talvolta servono medicine, per altro così difficili da trovare. Come faranno i cubani, almeno quelli che ho incontrato io, a procurarsi il necessario? Qui c’è il mistero della relatività…
E ci si chiede: che fortuna abitare a Cuba, dove l’università è gratuita! Succede però che per andare all’università si deve viaggiare e poi, almeno un po’, si deve mangiare. E per studiare ci vorrebbe la luce, almeno la sera. E come si fa se non c’è la corrente? Inoltre perché studiare? Con la laurea in medicina si guadagna meno che lavorando come “moto taxi”! A quanto pare, però, ci sono ancora studenti universitari in Cuba. Come è possibile? Qui c’è il mistero della relatività.
Nel confronto con i preti diocesani fidei donum nella diocesi di Santiago de Cuba abbiamo considerato gli incarichi e le parrocchie. E s’è anche detto: «Due preti per queste due parrocchie sono troppi». «Come sono fatte queste due parrocchie?». «Beh, come tutte le parrocchie: c’è una chiesa e poi anche decine di piccole comunità del campo». Per visitare le comunità del campo ci sono strade da percorrere e giorni da dedicare.
Chi si è curato della destinazione dei preti nella diocesi di Milano, talvolta ha ripensato la presenza dei preti e mentre prima c’erano due preti, la prospettiva è che ci sia un solo prete. Il malcapitato ha ricevuto lettere, raccolte di firme, messaggi e-mail, tutto per protestare: «Come si fa con un prete solo, nella nostra comunità? volete rovinarci?». Quindi viene da chiedersi: come mai a Cuba due preti sono troppi per due parrocchie e a Milano un prete non può bastare per una parrocchia sola? Qui c’è il mistero della relatività!
Tutto dipende dalla corrente
Ah! Un bicchiere di acqua fresca! Che sollievo in questa canicola!
Purtroppo, però, l’acqua non è fresca, perché il frigorifero funziona se c’è la corrente.
Allora mi accontento dell’acqua del rubinetto…
Sì, però l’acqua dal rubinetto non scende.
Come mai, non c’è acqua su un’isola in mezzo al mare?
L’acqua c’è, ma una pompa deve spingerla in alto perché possa scendere dal rubinetto e se non c’è la corrente come funziona la pompa?
Ah! Che sollievo il ventilatore in queste ore soffocanti!
Sì, però il ventilatore non funziona.
Perché non funziona?
Non c’è la corrente!
Ma perché non c’è la corrente?
Il fatto è che per far funzionare la centrale elettrica ci vuole il petrolio!
E perché non c’è il petrolio?
Il fatto è che per riempire il camion di petrolio ci vuole una pompa che funziona se c’è la corrente.
Se non c’è la corrente si può sempre cercare di procurarsi pile e batterie.
Sì, certo! Però ci vogliono i soldi!
Beh basta andare in banca e prelevare i soldi necessari!
Sì però il computer e tutto il sistema non funziona se non c’è la corrente…
Non è una situazione di cui parlare con superficialità. E tuttavia potrebbe essere una metafora, per comprendere quella parola che dice: senza di me non potete fare nulla. Nulla (Gv 15,5).
Qual è la tua reazione?






