Dirigenza NASA: Trump svela il retroscena sul ritiro di Isaacman
Sembrava una nomina ormai certa, un percorso senza ostacoli verso la guida della più importante agenzia spaziale del mondo. Eppure, la candidatura di Jared Isaacman a capo della NASA è stata ritirata all'ultimo minuto, lasciando molti a interrogarsi sulle reali motivazioni. Ora è stato lo stesso presidente Donald Trump a rompere il silenzio, offrendo la sua versione dei fatti attraverso un lungo messaggio pubblicato sul suo social network, Truth Social. La spiegazione è arrivata quasi di sfuggita, all'interno di un più ampio attacco verbale rivolto a Elon Musk e alla sua recente idea di fondare un nuovo partito politico.
Secondo Trump, la scelta di Isaacman era stata inizialmente caldeggiata proprio dal fondatore di SpaceX. "Ho pensato che fosse molto bravo", ha scritto il presidente, prima di aggiungere il dettaglio che ha cambiato le carte in tavola. "Sono rimasto sorpreso nell'apprendere che fosse un democratico purosangue, che non aveva mai contribuito a favore di un repubblicano prima d'ora". Una rivelazione che, a detta di Trump, avrebbe colto di sorpresa anche lo stesso Musk. Ma non è tutto. Il presidente ha sollevato anche una questione di opportunità, definendo inappropriato che "un amico molto stretto di Elon, che opera nel settore spaziale, diriga la NASA, quando la NASA è una parte così importante della vita aziendale di Elon". Un potenziale conflitto di interessi che avrebbe contribuito a far saltare la nomina.
La replica di Jared Isaacman non si è fatta attendere. Attraverso un post su X, il social di proprietà di Musk, l'imprenditore e astronauta privato ha voluto precisare la sua posizione, respingendo le affermazioni di Trump. Isaacman, noto per aver finanziato e comandato due missioni private in orbita con hardware SpaceX, ha sottolineato di avere con Musk un rapporto puramente professionale. Ha inoltre contestato la descrizione della sua affiliazione politica, definendosi "relativamente apolitico, un moderato di destra", e ha chiarito che le sue donazioni politiche, pur essendo state fatte a entrambi i partiti, erano "dieci volte superiori a favore dei repubblicani". Informazioni che, ha specificato, erano state rese pubbliche e trasparenti fin dall'inizio del processo di nomina.
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