Donkey Kong Bananza: Riscrivere le Regole del Platform

Lug 24, 2025 - 00:00
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Donkey Kong Bananza: Riscrivere le Regole del Platform

donkey-kong-bananza-editoriale-coverSono un videogiocatore da una vita, di quelli che hanno visto il medium evolversi, mutare, e alle volte, ristagnare. Ho assistito a rivoluzioni incredibili e passi falsi clamorosi (Mass Effect Andromeda parlo di te), ma raramente mi è capitato di imbattermi in un titolo che, fin dai primi istanti, ti fa capire che non è solo "un gioco", ma qualcosa di più, che sfida le convenzioni e ridefinisce le aspettative. Ho avuto il piacere di recensire Donkey Kong Bananza, che vi consiglio di recuperare a questo link, e l'ultima fatica di Nintendo per Switch 2 è esattamente questo: un manifesto di innovazione e di puro game design, che non solo mantiene queste promesse, ma le supera, lasciandoti con la sensazione di aver assistito a un momento di svolta per l'intero genere platform.

Donkey Kong Bananza e L'Arte della Narrativa

Partiamo innanzitutto da un punto che, tra gli altri, mi ha sorpreso non poco in Donkey Kong Bananza: la narrativa. Pensiamoci un attimo: quante volte, nei platform, la storia è poco più di un pretesto? Un rapimento, un tesoro da recuperare, un cattivo da sconfiggere, nulla di più. Donkey Kong Bananza, invece, si prende il lusso di una trama un po' più studiata. E non stiamo certo parlando di un'epica mitica, sia chiaro, ma un filo conduttore solido, che avvolge ogni livello e dà un senso concreto alle azioni del nostro scimmione preferito. L'incipit, con DK intento nella sua passione di mangiare banane a volontà, è geniale nella sua semplicità, un momento di quiete che prelude a una tempesta letterale e metaforica, che rappresenta allo esattamente ciò che avviene anche a livello ludico. Il viaggio di DK verso il centro della terra è infatti un'odissea che si dipana in un mondo sotterraneo stratificato e affascinante, che alimenta la curiosità del giocatore e rende ogni scoperta un tassello di un mosaico più grande. In un genere dove la narrazione è molto spesso un optional, Donkey Kong Bananza dimostra che, se ben integrata, può elevare ulteriormente l'intera esperienza, rendendola più ricca e significativa.

Un Sandbox Dinamico dal Gameplay Unico

Ma la vera rivelazione, quella che mi ha fatto esclamare "ecco, queste sono le basi del futuro" in Donkey Kong Bananza, è stata la totale distruttibilità dell'ambiente circostante. Un concetto semplice da capire, che già durante la prova in anteprima mi aveva stregato, ma avere il gioco completo tra le mani ha confermato le mie prime sensazioni: è magia pura. Non è un orpello grafico, né un semplice effetto speciale. È il cuore pulsante del gameplay, una meccanica intrinseca che trasforma ogni livello in un sandbox dinamico dove la creatività è la chiave e l'immaginazione l'unico limite. Immaginate un platform dove ogni roccia, ogni parete, ogni blocco di terra può essere frantumato, rimosso, utilizzato come arma o per esplorare. Questo è ciò che offre Donkey Kong Bananza. E l'angusta miniera iniziale, apparentemente lineare, si è rivelata il perfetto banco di prova per familiarizzare con questa meccanica, in un labirinto di segreti accessibili solo a chi osa "spaccare tutto". E questo è solo l'inizio. I livelli successivi amplificano questa sensazione di libertà, trasformando l'esplorazione in un vero e proprio atto creativo. Non si tratta infatti di seguire un sentiero predefinito, ma di plasmarlo a proprio piacimento. Donkey Kong Bananza infatti incentiva costantemente la sperimentazione. “Ci sarà un passaggio dietro quel muro? Perfetto, lo distruggo.", "Vedo una roccia apparentemente innocua? La frantumo”. E nel 100% dei casi, ve lo assicuro, verrete ricompensati adeguatamente, con banane, oro, o passaggi segreti. È un ciclo di gameplay estremamente gratificante, che premia la curiosità e il senso di scoperta, rendendo ogni sessione di gioco unica. Come già accennato in fase di recensione, Donkey Kong Bananza si fregia di un level design davvero fuori scala, che stupisce a ogni passo, e che, a mio avviso, rappresenta una vera e propria pietra miliare per il genere e getta le basi per i prossimi titoli del genere platform. [caption id="attachment_1101436" align="aligncenter" width="1200"]donkey-kong-bananza-editoriale-smash Lo scimmione più famoso dei videogiochi è tornato![/caption]

Ridefinire il Movimento

La sensazione di libertà è ulteriormente amplificata dalla varietà di biomi che compongono questo mondo sotterraneo. Da una lussureggiante laguna a un arido canyon, da una foresta pluviale a un villaggio innevato, ogni ambiente è un universo a sé, con una propria cifra stilistica, una propria identità visiva e, soprattutto, un approccio al gameplay unico. Non è quindi solo un cambio di scenario, ma un cambio di regole, di meccaniche, di sfide. Ogni mondo mette alla prova il giocatore in modi sempre freschi e stimolanti, costringendolo a sfruttare appieno le abilità di DK e l'ambiente circostante. E a proposito delle abilità di DK: al di là della forza bruta, che gli permette di frantumare ogni cosa, la sua capacità di scalare praticamente qualunque superficie è, di per sé, una delle migliori introduzioni nel gioco. Sembra scontato, vero? Ma pensateci meglio: in quanti altri platform 3D la verticalità è così liberamente accessibile? DK può arrampicarsi su pareti, superare ostacoli apparentemente insormontabili e raggiungere punti che in altri titoli sarebbero preclusi o richiederebbero percorsi tortuosi. Questa possibilità apre le porte a soluzioni sempre nuove tanto per l'esplorazione quanto per la risoluzione di enigmi ambientali, rendendo l'intero mondo un gigantesco parco giochi verticale. A tutto questo si aggiunge inoltre una gestione della fisica incredibile. Tutto si può spaccare in Donkey Kong Bananza, e l'ambiente reagisce in modo realistico a ogni impatto, anche durante i combattimenti più concitati. Questa attenzione ai dettagli, questa coerenza nella distruttibilità e nell'interazione con l'ambientazione, contribuisce a un senso di libertà, scoperta e conquista difficilmente riscontrabile in altri titoli. È un mondo che non solo si deve solo esplorare, ma che si può modellare, e che risponde coerentemente ad ogni vostra azione, che vi invita a sperimentare e a trovare la vostra strada, mettendo a disposizione sempre qualcosa di nuovo con cui cimentarsi.

Il potere della Bananza e una coprotagonista Inaspettata

E poi ci sono loro, i poteri speciali della Bananza! L'idea di trasformare DK in altri animali, ognuno con abilità uniche, è una trovata davvero efficace; nulla di rivoluzionario in questo caso ovviamente, ma aggiunge un ulteriore strato di profondità e varietà al gameplay. E ciò che rende davvero speciale questa meccanica è il suo legame indissolubile con il level design e con la progressione narrativa. Ogni mondo in Donkey Kong Bananza introduce una nuova trasformazione in modo naturale, attraverso l'incontro con i "Venerabili", figure animalesche imponenti e con la passione da DJ. Questa integrazione organica fa sì che l'apprendimento sia un'esperienza fluida, divertente e mai forzata. E qui entra in gioco Pauline, la nostra coprotagonista, catturata e trasformata in una roccia viola parlante. Il suo ruolo, a dispetto di quanto possa sembrare inizialmente, non è marginale; è lei infatti, con la sua voce, a infondere in DK i poteri della Bananza. Questa sinergia tra i due personaggi è un elemento narrativo e di gameplay: in single player, Pauline serve a innescare le trasformazioni, ma in cooperativa, controllata da un secondo giocatore, introduce una dinamica completamente nuova, rendendo l'esperienza ancora più divertente e imprevedibile. È un esempio lampante di come Nintendo riesca a infondere innovazione anche in meccaniche che potrebbero sembrare secondarie. La musica di Pauline, inoltre, non è solo un espediente per le trasformazioni, ma diventa una chiave per l'esplorazione, per trovare la rotta e per svelare l'accesso a speciali livelli bonus, arricchendo ulteriormente l'immersione del giocatore. Inoltre Pauline è l'unico personaggio a parlare la nostra lingua, almeno a livello audio, e la sua voce rende l'avventura molto più piacevole e coerente, grazie all'ottimo doppiaggio della nostra Giulia Maniglio, e ci permette di immedesimarci molto di più nella storia del gioco. [caption id="attachment_1101435" align="aligncenter" width="1200"]donkey-kong-bananza-editoriale-cutscene DK e Pauline, i due protagonisti di Donkey Kong Bananza.[/caption]

Innovazione Pura (con uno Sguardo al Passato)

E se pensate che l'esplorazione dinamica e le trasformazioni siano le uniche frecce all'arco di Donkey Kong Bananza, vi sbagliate di grosso. Il titolo infatti ci riserva un'altra sorpresa: i livelli bonus, che offrono un'esperienza di gioco completamente diversa dal gameplay principale. Non più esplorazione a campo aperto, ma sezioni di puro platforming, spesso a tempo, che mettono alla prova le nostre abilità in sfide di difficoltà man mano crescente. Questi livelli sono a tutti gli effetti dei minigiochi a sé, e sono davvero una genialata. Donano un'incredibile varietà all'intera esperienza, prevenendo qualsiasi senso di ripetitività, e la cosa più affascinante è che alcuni di essi attingono a piene mani dalla lunga storia del franchise, regalando una ventata di nostalgia ai fan di vecchia data. È un modo molto intelligente per onorare il passato spingendo con forza verso il futuro.

Arte o Tecnica?

E un gioco così ambizioso sul fronte del gameplay e del design richiedeva un comparto tecnico all'altezza del compito. E anche qui Donkey Kong Bananza dimostra la sua forza. Le mie preoccupazioni iniziali, principalmente riguardo alle performance del titolo, sono state spazzate via dalla versione finale. Pur non essendo perfetto e soffrendo di sporadici cali di frame rate, il team di sviluppo ha compiuto un lavoro di ottimizzazione davvero convincente. Ma al di là della stabilità, è l'attenzione ai dettagli artistici a lasciare il segno in Bananza. Le animazioni sono di una bellezza incredibile, quasi cinematografiche. DK e le altre creature del mondo prendono vita con una fluidità e un'espressività che fanno sembrare di guardare un film d'animazione in movimento. L'ambientazione è a sua volta realizzata davvero bene, varia, coloratissima, sempre a fuoco e con la sua identità. E la colonna sonora? Incalzante, perfettamente in tema con l'atmosfera di ogni livello, si adatta dinamicamente all'azione, supportando l'esplorazione, l'azione e i momenti di tensione. Le canzoni di Pauline, in particolare, sono un vero e proprio tormentone, di quelli che ti entrano in testa e ti fanno canticchiare anche a console spenta. [caption id="attachment_1101433" align="aligncenter" width="1200"]donkey-kong-bananza-editoriale-cameo In Donkey Kong Bananza sono presenti diversi cameo dei personaggi storici della serie.[/caption]

Conclusione: Un Capolavoro che è già un Cult

Donkey Kong Bananza, a conti fatti, riesce a fare nel migliore dei modi tutto quello che ci si aspetterebbe da un platform, e in qualche modo è in grado perfino di superarlo. È vero, sul fronte della difficoltà il gioco risulta forse un po’ troppo semplice, rischiando di impedire di sfruttare appieno tutte le abilità a disposizione di DK in battaglia. Fortunatamente però, questo non inficia minimamente l'esperienza complessiva, perché la vera essenza di Donkey Kong Bananza risiede altrove: nell'esplorazione e nei puzzle. È qui che il gioco brilla infatti, con enigmi ben congegnati e man mano più intricati e stimolanti. La sfida non è tanto nel “picchiare più forte”, quanto nel pensare in modo creativo, nell'osservare, nello sperimentare e plasmare l'ambiente circostante. Ed è proprio questa intelligenza del level design, questa capacità di rendere l'esplorazione un puzzle in sé e per sé, che eleva Donkey Kong Bananza al di sopra di ogni altro esponente del genere, rendendolo un capolavoro in grado di ridefinire il genere platform. Donkey Kong Bananza è disponibile ora in esclusiva Nintendo Switch 2 e potete preordinarlo direttamente dall’eShop Nintendo.

L'articolo Donkey Kong Bananza: Riscrivere le Regole del Platform proviene da GameSource.

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