Edoardo Raspelli nel film Sky Crime “L’uomo che sapeva tutto”
Edoardo Raspelli nel docufilm Sky Crime “L’uomo che sapeva tutto”, dedicato a Federico Umberto D’Amato e alla strage di Bologna del 1980.
Edoardo Raspelli nel film “L’uomo che sapeva tutto” per Sky Crime
Federico Umberto D’Amato: dal gusto per la gastronomia ai misteri della strage di Bologna
Il celebre “cronista della gastronomia” Edoardo Raspelli torna davanti alla macchina da presa nel docufilm “L’uomo che sapeva tutto”, in lavorazione per Sky Crime e prodotto dalla storica casa di produzione Ballandi.
L’opera, firmata da Marco Pisoni e Francesco Di Giorgio (anche regista), ricostruisce uno dei capitoli più oscuri della storia italiana: la strage alla stazione di Bologna del 2 agosto 1980, che causò 82 morti e oltre 250 feriti.
Tra piatti e segreti di Stato
La prima scena si apre con un banchetto di tonnarelli, ravioli e Falanghina: un intermezzo gastronomico che introduce il racconto di Raspelli, sul set romano del locale “White Rabbit Spirits & Burgers”.
«Un luogo ideale per un film dell’orrore», ha commentato il giornalista. E in effetti, dietro le atmosfere apparentemente conviviali, si cela un intreccio di spionaggio, politica e sangue.
Il doppio volto di Federico Umberto D’Amato
Il film racconta la figura ambigua di Federico Umberto D’Amato, ex capo dell’Ufficio Affari Riservati del Ministero dell’Interno, indicato dagli inquirenti come uno dei possibili mandanti o organizzatori della strage.
Curiosamente, D’Amato fu anche collega di Raspelli: nel 1978 i due furono tra i fondatori della Guida ai Ristoranti de L’Espresso, di cui D’Amato divenne poi curatore.
Un docufilm tra memoria e indagine
Con la consulenza storica di Giacomo Pacini, autore del volume “La spia intoccabile” (Einaudi), “L’uomo che sapeva tutto” intreccia testimonianze, documenti e ricostruzioni d’epoca.
Il risultato è un viaggio tra le pieghe più oscure della Prima Repubblica, dove si incontrano massoneria, servizi segreti e depistaggi.
La verità giudiziaria
Le indagini più recenti della Procura generale di Bologna hanno indicato tra i mandanti Licio Gelli, Umberto Ortolani, Federico Umberto D’Amato e Mario Tedeschi, mentre gli esecutori materiali – tra cui Valerio “Giusva” Fioravanti, Francesca Mambro, Gilberto Cavallini e Paolo Bellini – sono stati tutti condannati all’ergastolo.
Qual è la tua reazione?






