Epstein, l’ex fidanzata Ghislaine Maxwell pronta a testimoniare sulla lista dei clienti: i problemi di Trump

Appare lontano dal conoscere una fine il caso Epstein, quello del traffico di prostituzione anche minorile che ha fulminato o quantomeno messo in imbarazzo il jet set degli Stati Uniti. Ghislaine Maxwell vuole parlare, vuole collaborare con la Giustizia l’ex compagna del miliardario morto suicida nella prigione metropolitana di New York nel 2019, pochi giorni dopo l’arresto. Se come dice Donald Trump, dopo aver cavalcato per anni teorie complottiste e cospirazioniste partite dal caso Epstein, lo stesso caso non esiste: perché dovrebbe restare in carcere? Quello che potrebbe raccontare, soprattutto, ha l’aria di poter preoccupare molte persone.
Maxwell è stata condannata a 20 anni ed è detenuta da tre anni in Florida, in carcere gestisce la biblioteca e insegna tecniche finanziare alle altre detenute. Si tiene in forma, fa sport. Quello che trapela dalla vita in prigione è che la donna avrebbe deciso di collaborare: sta scrivendo dei diari e si confronta quotidianamente con i suoi avvocati. Si è detta pronta a testimoniare davanti al Congresso sulla lista dei clienti di Epstein. L’ex avvocato di Epstein Alan Dershowitz ha esortato il governo a concedere l’immunità all’ex fidanzata per permetterle di testimoniare sui fantomatici “Epstein Files“.
Figlia dell’editore Robert Maxwell, misteriosamente morto nel 1991 dopo quella che venne raccontata come una caduta in mare dal suo yacht, e della storica francese Elisabeth Meynard, nota per le sue ricerche sull’Olocausto, Ghislaine Maxwell conobbe Epstein a una festa a New York. È stata processata e condannata per l’accusa di aver adescato, tra il 1994 e il 2004, decine di ragazze minorenni per Epstein. Ghislaine ha fatto anche ricorso alla Corte Suprema parlando di una presunta protezione assunta dal patteggiamento di Epstein con il tribunale della Florida nel 2008.
Secondo alcuni retroscena Donald Trump, dopo il suo ritorno alla Casa Bianca, avrebbe graziato anche lei in nome di una lunga amicizia giovanile con Epstein. Il tycoon tuttavia aveva però sempre sfruttato le teorie del complotto sul caso per colpire i democratici, prima che tutta la cospirazione del deep state gli si rivoltasse contro: Trump non ha infatti pubblicato la fantomatica “lista dei clienti” di Epstein come in molti si aspettavano. Critiche esplicite gli sono state mosse dal movimento MAGA (Make America Great Again) dopo che l’amministrazione ha comunicato che non esiste alcuna rivelazione sul caso.
La ministra della Giustizia Pam Bondi aveva dichiarato a febbraio di essere in possesso di quella lista, due settimane fa il Presidente ha cambiato tutte le carte in tavola. Non esiste nessuna lista. Il Presidente ha anche denunciato il Wall Street Journal e chiesto dieci miliardi di dollari di danni per la pubblicazione di una lettera di auguri spedita a Epstein per il 50esimo compleanno, nel 2003. Un biglietto a dir poco controverso, con espliciti riferimenti sessuali: il disegno a mano di una donna nuda con la firma di Trump che forma i peli pubici della donna.
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