Famiglia che vive nel bosco, la lettera dei genitori: “Falso il nostro rifiuto di case alternative. Sappiamo poco l’italiano, difficile capire cosa accadeva”

Novembre 28, 2025 - 13:14
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Famiglia che vive nel bosco, la lettera dei genitori: “Falso il nostro rifiuto di case alternative. Sappiamo poco l’italiano, difficile capire cosa accadeva”

Nathan e Catherine, la coppia anglo-australiana che viveva nella casa nel bosco di Plamoli, tornano a parlare dopo settimane di silenzio. Lo fanno per “ristabilire verità e chiarezza in una vicenda drammatica che ha coinvolto, ed anzi stravolto, la nostra famiglia”, come affermano in apertura della nota diffusa tramite il loro nuovo avvocato, Marco Femminella. La coppia spiega che “la scelta che ci ha indotti a revocare il mandato all’avvocato Angelucci passa attraverso il bisogno di una comprensione e di un confronto dialettico nonché prettamente giuridico con le istituzioni con cui abbiamo la necessità imprescindibile di interloquire”.

Sottolineano anche la centralità dei figli nelle loro scelte: “Siamo grati dell’attenzione che ci è stata riservata, ma vogliamo che passi un messaggio chiaro: ogni nostra scelta, ogni nostro passo compreso il trasferimento in questa straordinaria Terra che ci ha accolti, è stato orientato al benessere psicofisico dei nostri splendidi bambini”. I tre minori, ricordano, sono ora ospitati in comunità insieme alla madre.

Le difficoltà linguistiche e la comprensione delle procedure

Uno dei punti sui quali Nathan e Catherine insistono è la barriera linguistica. La scarsa conoscenza dell’italiano avrebbe rappresentato un limite determinante nel comprendere le dinamiche processuali. Come spiegano nella nota, “la difficoltà nel parlare e comprendere la lingua italiana, in particolare i tecnicismi legati agli aspetti giuridici, ha certamente costituito un problema enorme nella possibilità di interloquire correttamente e di cogliere le dinamiche processuali di e ciò che stava succedendo”.

Raccontano inoltre di aver avuto accesso ai documenti del tribunale soltanto di recente: “Solo due giorni fa, e per la prima volta, siamo stati posti nella condizione di leggere in lingua inglese la ordinanza che è stata emessa e quindi di comprenderla nella sua interezza”. Una situazione che, a loro dire, ha rallentato la possibilità di presentare correttamente la propria posizione.

Le accuse smentite e il tema dell’educazione parentale

La coppia respinge poi con decisione le notizie secondo cui avrebbe rifiutato un alloggio alternativo. “Non è assolutamente vero”, precisano, aggiungendo: “Non sappiamo da chi queste notizie siano state veicolate ma è certo che chi lo ha fatto ha posto in essere una condotta scellerata e falsa”.

Ribadiscono di non essere contrari al dialogo con le istituzioni e di aver compreso, grazie ai nuovi difensori, l’obiettivo del percorso avviato dal Tribunale: “Siamo, oggi, nella piena coscienza di non avere di fronte un antagonista ma una istituzione che come noi, siamo certi, ha a cuore la salvaguardia e la tutela dei nostri bambini”.

Infine, affrontano il tema dell’educazione parentale: “Ci dispiace profondamente che non si sia avuto modo di dimostrare, anche in ragione della tardività della produzione di alcuni documenti che avevamo consegnato, come la educazione parentale sia da noi strettamente osservata, curata e gestita nel pieno convincimento della importanza dell’istruzione e della apertura mentale che deve essere data ai nostri figli”. Una posizione che, dicono, sperano venga ora compresa nella sua interezza.

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Redazione Eventi e News Redazione Eventi e News in Italia