Giappone: un’organizzazione criminale cinese dedita al traffico di fentanyl ha stabilito una base a Nagoya

Un’organizzazione cinese avrebbe stabilito una base in Giappone per esportare illegalmente negli Stati Uniti sostanze chimiche usate nella produzione del fentanyl. E’ quanto emerge da un’inchiesta del quotidiano giapponese “Nikkei”. Il caso, al centro delle indagini dell’agenzia antidroga statunitense (Dea), coinvolge due cittadini cinesi arrestati nel 2023, Wang Qingzhou e Chen Yiyi, dirigenti della Hubei Amarvel Biotech, con sede a Wuhan. Durante le indagini, Wang ha dichiarato di gestire l’attività con un secondo “boss” residente in Giappone. Il nome è emerso in aula: si tratta di un certo Fengzhi Xia, citato come investitore di diverse società legate al traffico, tra cui la giapponese “Firsky”. I dati raccolti da “Nikkei”, tramite fonti pubbliche e social network, indicano che Xia viveva a Naha (Okinawa) e risultava a capo di almeno 16 aziende in Cina e Giappone, tra cui due sedi di Firsky – una a Wuhan e una a Nagoya – ritenute collegate ad Amarvel.

La sede di Nagoya, registrata inizialmente a Naha nel 2021, è stata chiusa e liquidata nel luglio 2023, in coincidenza con il processo a Wang e con la sua uscita dalla società. La Dea ritiene che Xia sia il referente giapponese citato nel mandato d’arresto di maggio 2023, e che da Nagoya abbia gestito traffici e fondi legati ai precursori del fentanyl almeno fino all’anno scorso. Il caso accresce la tensione tra Washington e Pechino legata al traffico di droghe sintetiche che alimenta la crisi degli oppiacei negli Stati Uniti, ponendo il Giappone in una posizione delicata.

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