Gioielli e orologi trainano la crescita del gmv nelle vendite di lusso second hand

La categoria ‘Gioielli e orologi’ corre in termini di gmv-gross merchandise value nelle vendite di lusso di seconda mano. È quanto è emerso dal report ‘Second life monitor’ di Bernstein realizzato periodicamente con Vestiaire Collective, secondo cui questa categoria è stata quella in più rapida crescita nel periodo di aprile-giugno 2025.
Fashion magazine snocciola i dati dell’analisi, e riporta come questo primo dato (+1.211 punti base rispetto all’anno precedente) rifletta probabilmente “l’aumento dei prezzi dell’oro e del platino, che ha contribuito a far salire il valore percepito – questo il commento degli analisti. Tuttavia, vale anche la pena notare che un maggiore sconto alla vendita potrebbe aver contribuito a stimolare l’interesse degli acquirenti”.
Dietro alla categoria ‘Gioielli e orologi’ al secondo posto si classifica il ‘Quiet luxury’ (+805 punti base), al cui interno sono inclusi dal report i brand Loro Piana, Brunello Cucinelli, Bottega Veneta, Max Mara, The Row e Phoebe Philo. Al terzo posto si piazzano invece i ‘Creative runner-up’ (+596 punti base) come Loewe, Miu Miu, Saint Laurent, Celine e Chloé e Balenciaga. Entrambe le categorie sono state trainate dai volumi e dai prezzi medi di vendita.
Infine, il resto delle categorie nel secondo trimestre ha registrato su base annua una flessione del gmv. La categoria delle ‘Calzature’ – al cui interno sono inclusi i brand Golden Goose, Jimmy Choo, Louboutin, Manolo Blahnik e Berluti – sono scese di 42 punti base, mentre quella dei ‘Challenger’ (Prada, Gucci e Dior) di 82. Chiudono la lista i marchi del ‘Power trio’ (Chanel, Hermès e Louis Vuitton) con 246 punti base, e quella dei ‘Classici italiani’ (Dolce & Gabbana, Valentino, Versace, Fendi e Marni) con 871 punti base.
Come riporta la testata italiana, gli analisti – guidati da Luca Solca – hanno notato che, tra acquirenti e rivenditori, il momentum per il ‘Quiet luxury’ e i ‘Classici italiani’ sta continuando a deteriorarsi, e ciò starebbe rafforzando l’idea che il quiet luxury possa aver raggiunto il suo apice. “La domanda rimane elevata – si legge nel report -, ma i venditori ora crescono più degli acquirenti”. L’aumento dell’offerta di second hand riflette probabilmente un’impennata degli acquisti di prima mano avvenuta nel 2024.
Le categorie ‘Creative runner-up’ e ‘Power trio’, al contrario, stanno continuando a suscitare grande interesse: “La tendenza probabilmente persisterà, poiché la maggior parte dei mega-brand del soft luxury ha assunto nuovi direttori creativi per rinnovare il proprio appeal”, continuano gli analisti. Entrambe le categorie hanno registrato miglioramenti su base annua in entrambi gli indicatori di slancio, con una riduzione del rapporto sconto/vendita e una crescita più rapida di acquirenti rispetto ai venditori.
E ancora, per quanto riguarda le categorie ‘Calzature’ e ‘Classici italiani’ lo sviluppo è più variegato. Nella prima categoria si è assistito a una crescita degli acquirenti parallelamente a un aumento dello sconto, mentre nella seconda lo sconto è diminuito. Per quanto riguarda i ‘Challenger’, l’andamento è stabile in entrambi gli indicatori, in miglioramento rispetto al trimestre scorso. Da sottolineare come il ‘Power trio’, invece, continui a detenere il prezzo medio di vendita più alto.
Con una lente sui prezzi, nel secondo trimestre i brand appartenenti alla categoria del ‘Quiet luxury’ hanno subito una riduzione del 5%, quelli dei ‘Creative runner-up’ del 40%, mentre i ‘Challengers’ e i ‘Classici italiani’ sono scesi rispettivamente del 42% e del 59 per cento. La categoria delle ‘Calzature’ rimane la più economica, con 229 euro di media, mentre la categoria ‘Gioielli e orologi’ ha un prezzo medio di vendita pari a 2.261 euro.
In ultima battuta, Bernstein ha rivisto al rialzo le previsioni di crescita organica dell’alto di gamma per l’esercizio fiscale 2025: dal -2% allo 0 per cento. Secondo gli analisti, i primi sei mesi saranno difficili, con il secondo trimestre che subirà il peso dell’incertezza politica. Le previsioni diventano più rosee sulla seconda parte dell’anno.
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