Grigliate nei parchi: tradizione inglese a rischio?
Nel Regno Unito, la barbecue culture rappresenta molto più di un semplice modo di cucinare: è una tradizione sociale, una ritualità estiva e un momento collettivo radicato nella cultura britannica. Tuttavia, negli ultimi anni, questa consuetudine è diventata oggetto di crescenti controversie, tra preoccupazioni ambientali, comportamenti incivili e limiti imposti dalle amministrazioni locali. L’ultimo caso emblematico riguarda il Waterlow Park di Highgate, nel borough londinese di Camden, dove il consiglio comunale ha deciso di mantenere solo una temporanea sospensione delle grigliate con carbone, suscitando un acceso dibattito pubblico.
Barbecue nei parchi: una tradizione sotto attacco?
Camden Council, come riportato dalla BBC, ha resistito alle pressioni di gruppi locali per rendere permanente il divieto di barbecue a Waterlow Park, uno dei pochi spazi pubblici londinesi dove erano ancora tollerati BBQ di qualsiasi dimensione. La decisione di vietarli temporaneamente ad aprile 2025 è arrivata dopo l’ennesima ondata di proteste dovute a comportamenti incivili: rifiuti abbandonati, liti, incendi, traffico e persino casi di persone sorprese a defecare tra i cespugli.
Il gruppo Highgate Village Green Preservation Society ha raccolto quasi 1.500 firme per chiedere un bando permanente. Le loro denunce parlano di “terra bruciata, cumuli di rifiuti e bidoni di cenere fumanti”, che minacciano l’ambiente e la fauna del parco. Il Waterlow Park Trust, pur riconoscendo i problemi, si è schierato per una regolamentazione, ma non per un divieto totale.
Il consigliere Adam Harrison ha difeso una visione equilibrata, ricordando che il parco, donato nel 1889 da Sir Sidney Waterlow, era stato pensato come un “giardino per chi non ha un giardino”. E proprio il dato statistico che il borough di Camden ospita una delle percentuali più alte di residenti senza spazio esterno privato gioca un ruolo fondamentale nel dibattito: proibire i BBQ significa togliere uno spazio vitale di socialità a centinaia di famiglie.
Crisi ambientali e incendi: l’altra faccia del problema
La questione BBQ nei parchi si intreccia inevitabilmente con i cambiamenti climatici. Estati sempre più secche e calde hanno portato le autorità locali a rivedere drasticamente la normativa sull’uso dei BBQ. A Londra, già nel 2019, diversi parchi – come Hampstead Heath e London Fields – avevano vietato l’uso di barbecue portatili a causa degli incendi che minacciavano boschi e prati. Il rischio di wildfires in città, un tempo impensabile, è oggi una realtà concreta, che giustifica misure precauzionali.
Nel 2022 il Royal Parks Authority ha bandito ogni forma di barbecue da aree come Hyde Park, Regent’s Park e Richmond Park, citando problemi legati a danni all’erba, accumulo di rifiuti e pericolo per la fauna selvatica. Anche il Southwark Council ha vietato nel 2023 i barbecue in parchi come Burgess Park, dopo una lunga serie di lamentele da parte dei residenti.
La questione ambientale è ulteriormente complicata dall’uso massivo dei disposable BBQs, le grigliette usa e getta che, se abbandonate, possono diventare micce pericolose. La London Fire Brigade ha ripetutamente chiesto il divieto totale di queste attrezzature nei parchi pubblici.
Un rito collettivo o un incubo civico?
Ma allora perché gli inglesi amano così tanto i BBQ nei parchi? Per comprendere la natura del dibattito, bisogna guardare alla dimensione culturale. La barbecue culture britannica non nasce nei cortili privati come in America, ma negli spazi condivisi. I parchi londinesi sono luoghi di socialità, multiculturalismo, ritrovo e celebrazione. Grigliare in pubblico non è solo cucinare, ma partecipare a una ritualità condivisa.
In molti quartieri a forte presenza di immigrati, come Hackney, Peckham o Camden stesso, i BBQ sono anche un’occasione per condividere tradizioni culinarie: jerk chicken giamaicano, kebab turchi, spiedini africani. Si tratta di espressioni culturali vivaci, spesso le uniche accessibili a chi vive in case senza giardino o balcone.
Tuttavia, non mancano gli abusi. Le immagini di Waterlow Park durante i weekend primaverili mostrano uno scenario caotico: decine di barbecue accesi contemporaneamente, bottiglie rotte, lattine sparse, urla e musica ad alto volume. È comprensibile quindi che i residenti storici, in cerca di tranquillità, siano esasperati.
Il tentativo di mediazione più interessante arriva proprio da Camden: nel 2024 il parco ha installato delle piastre elettriche pubbliche, gratuite e alimentate da energia verde. Una soluzione che potrebbe rappresentare il futuro delle grigliate sostenibili in città.
La legge e il buon senso
Attualmente non esiste una normativa nazionale che vieti i barbecue nei parchi pubblici del Regno Unito. Ogni consiglio comunale decide autonomamente. Alcuni borough – come Islington, Lewisham o Westminster – li vietano completamente. Altri, come Hackney o Tower Hamlets, li permettono solo in aree designate e con BBQ sollevati da terra.
Ma il problema più grande resta l’enforcement. Controllare migliaia di persone in spazi aperti è praticamente impossibile per i ranger o la polizia locale. Le multe sono rare, e spesso ignorate. E se da un lato i BBQ illegali proliferano, dall’altro si assiste a una crescente tensione tra utenti dei parchi e residenti.
Secondo i dati raccolti dal Keep Britain Tidy Trust, ogni anno dopo un weekend estivo, i parchi londinesi registrano un incremento del 300% nei rifiuti abbandonati. E se si pensa che una singola grigliata può produrre fino a 5 kg di rifiuti – tra imballaggi, carbonella e plastica – si capisce quanto la questione sia anche ecologica.
Come salvare la tradizione senza bruciare il futuro
Nonostante le polemiche, è difficile immaginare un’estate londinese senza l’odore di carne alla griglia. Ecco perché molte associazioni stanno proponendo soluzioni intermedie. Ad esempio, l’introduzione di barbecue in muratura fissi, facili da monitorare e pulire, come avviene in molte città europee.
Alcuni parchi stanno anche testando l’uso di barbecue alimentati a gas controllato, che riducono le emissioni nocive e i rischi di incendio. Il Friends of London Fields ha persino avviato una campagna per il ritorno delle griglie pubbliche, accompagnate da steward volontari che sorveglino il comportamento dei gruppi.
Anche l’educazione civica gioca un ruolo chiave. Campagne come “Leave No Trace” o “BBQ Responsibly” puntano a sensibilizzare gli utenti sui danni ambientali e a promuovere pratiche più sostenibili, come portare a casa i propri rifiuti o evitare l’uso di plastica monouso.
Molte associazioni propongono soluzioni concrete per salvare la tradizione dei BBQ nei parchi in modo sostenibile. Una delle proposte più diffuse è quella dei barbecue in muratura fissi, come quelli adottati con successo a Berlino, Barcellona o Copenaghen.
Nel 2024 il parco di London Fields ha avviato un progetto pilota con BBQ sollevati e steward volontari a supervisionare l’area. Un’altra soluzione potrebbe essere incentivare l’uso di barbecue a gas controllato, meno inquinanti e più sicuri, come suggerito dalla BBQ Society UK.
Un compromesso possibile?
In definitiva, la battaglia dei BBQ nei parchi è lo specchio di un conflitto urbano più profondo: tra diritto allo spazio pubblico e rispetto dell’ambiente, tra socialità e ordine, tra libertà individuale e responsabilità collettiva.
Il caso di Waterlow Park dimostra quanto sia delicato trovare un equilibrio tra queste esigenze. Camden ha scelto una via cauta, lasciando il divieto temporaneo ma evitando un bando permanente. Altri borough potrebbero seguirne l’esempio.
Nel frattempo, le grigliate nei parchi continuano a dividere l’opinione pubblica. Ma forse la vera sfida è trasformare una tradizione potenzialmente dannosa in un’occasione per innovare, educare e – perché no – costruire una cultura del barbecue davvero sostenibile e condivisa.
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