I romanzi del rock: Nick Cave, Julian Cope, Pete Townshend…

Lug 20, 2025 - 16:30
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I romanzi del rock: Nick Cave, Julian Cope, Pete Townshend…

Per molti di voi le vacanze estive sono alle porte e spesso in questo periodo una domanda ci assilla prepotente: cosa mi porto in vacanza da leggere? Be’, forse non è questo il dilemma principale di tanti, ma proverò almeno a darvi una mano a sciogliere questo particolare dubbio. Questo articolo parla infatti dei romanzi del rock, ovvero le opere di narrativa scritte dai protagonisti della scena musicale. Sì, perché molti musicisti, cantanti e cantautori si sono cimentati anche con le storie di narrativa. E la cosa non dovrebbe sorprenderci, dal momento che spesso hanno dimostrato di saper inventare e raccontare in musica storie che ci hanno appassionato, commosso e divertito. Certo, scrivere un romanzo è cosa completamente diversa da scrivere una canzone o una poesia.

Tantissimi cantautori e musicisti sono anche autori di poesie, a volte addirittura sono nati come poeti prima ancora che come musicisti. Ma un romanzo è comunque un’opera di tipo diverso. Molti dei nostri eroi musicali hanno anche scritto autobiografie, più o meno romanzate, dando anche prova di saper costruire e raccontare storie in forma di libro. Ma, di nuovo, un romanzo non è un’autobiografia: le sue prospettive di vendita, e quindi di pubblicazione, sono meno legate alla fama del nome dell’autore e indubbiamente più subordinate alla capacità di raccontare e scrivere storie nella forma di un romanzo. Ecco allora che il campo si restringe notevolmente e, penserete, le scelte si contano sulle dita di una mano. E invece no!

A guardare bene, i romanzi del rock sono molti di più di quello che ci si aspetterebbe. Alcuni dei titoli che seguono sicuramente li conoscerete già, altri forse no. Complice anche il fatto che l’editoria italiana è spesso molto lenta nel riconoscere le opportunità di questo tipo e di conseguenza validi romanzi scritti prevalentemente in lingua inglese non hanno ancora trovato una traduzione e un’edizione qui da noi. Ma se leggere in inglese non vi spaventa, allora nelle proposte che seguono troverete pane per i vostri denti. Ovviamente ci sono anche titoli che sono stati tradotti e pubblicati in Italia, anche diversi anni fa, ma di cui raramente ci si ricorda. Ho associato ad ogni romanzo un brano del musicista/autore, cercando di sceglierlo nello stesso periodo di pubblicazione del libro, come a cercare di cogliere un piccolo spaccato del mondo dell’artista nel periodo in cui scriveva o pubblicava il romanzo.

Menzioni speciali

In un articolo precedente, La musica nei libri, abbiamo già affrontato il tema della letteratura legata alla musica e ai musicisti come autori letterari. In quel caso, però, ci siamo concentrati più sui saggi che riguardavano la musica o alcuni suoi aspetti, senza però diventare testi tecnici per addetti ai lavori. Proprio in quell’articolo, vi ricorderete, abbiamo parlato di due libri di Victor Wooten: The Music Lesson: A Spiritual Search for Growth Through Music del 2008 e il suo seguito The Spirit of Music: The Lesson Continues del 2021. Pur essendo a mio modo di vedere dei testi sulla musica, sono effettivamente scritti in forma di romanzo, un po’ alla Castaneda, quindi in qualche modo rientrano anche nella categoria odierna e meritano almeno una menzione speciale. Purtroppo questi due testi non sono stati ancora tradotti in italiano.

Un testo che invece è stato tradotto e pubblicato in Italia da Einaudi nel 2022 è Non aprite quella morta (l’originale in lingua inglese Terror is Our Business: Dana Robert’s Casebook of Horrors è del 2018), che contiene due racconti scritti da Kasey Lansdale insieme al padre, un certo Joe Lansdale. Kasey Lansdale è una cantautrice folk country americana, che ha più volte intrecciato la propria attività artistica con quella del padre. Dopo aver scritto la canzone Edge of Dark Water per il download legato all’edizione inglese e americana dell’omonimo romanzo di Joe Lansdale, uscito in Italia con il titolo di Acqua buia, ha scritto diversi racconti, prevalentemente orientati verso il genere horror. Per conoscere la produzione musicale di Kasey Lansdale, vi suggerisco il suo singolo del 2020 Good Girl. Anche Morrissey si è cimentato con la stesura di un romanzo: nel 2015 ha pubblicato List of the Lost. Si tratta di un romanzo scritto con lo stile narrativo del flusso di coscienza, un tentativo ardito che ha però trovato molte critiche negative.

Ma se siete appassionati del cantante di Manchester e degli Smiths, allora forse vale la pena leggerlo, sempre che non vi spaventi l’edizione in lingua originale, che è l’unica sul mercato. Andando un po’ più sul classico, troviamo L’avvoltoio (in originale The Vulture), scritto da Gil Scott-Heron nel 1970 e pubblicato in italiano da Rogas edizioni nel 2021. Scott-Heron è stato un poeta e musicista americano, autore in particolare di famosi pezzi di spoken word, ovvero di poesia declamata sulla musica. È considerato da molti uno dei padri dell’hip hop e noto sopratutto per la sua The Revolution Will Not Be Televised, sempre del 1970. Ha prodotto quindici album in studio, tre live e diverse raccolte. E anche come scrittore e poeta ha pubblicato una discreta quantità di libri. L’avvoltoio è il suo esordio nella narrativa.

Per concludere questa sezione dedicata alle menzioni speciali, vi propongo un romanzo fantasy per giovani lettori… ma di fronte a un fantasy, chi di noi non si sente giovane? Si tratta di I segreti del bosco proibito, esordio letterario di Colin Melroy: una trilogia fantasy con le illustrazioni della moglie dell’autore Carson Ellis e pubblicata con il titolo originale di Wildwood nel 2011. In Italia è uscito l’anno successivo ad opera di Salani. Colin Melroy è un musicista americano, noto per la sua partecipazione al progetto Minus 5, con cui ha registrato l’album Yep Roc nel 2006, e per aver pubblicato cinque album con i Decemberists tra il 2002 e il 2009. Ma ora è arrivato il momento di passare alle proposte che ho selezionato per voi.

Leonard Cohen, Belli e perdenti

Conosciamo tutti la grandezza di Leonard Cohen come cantautore e possiamo quindi facilmente accettare che fosse anche un grande poeta. Ma in realtà Cohen era anche un romanziere. Anzi, è stato poeta e romanziere prima che musicista, visto che già nel 1963 aveva pubblicato il suo primo romanzo Il gioco favorito, in originale The Favourite Game. Nel 1966 pubblicò Beatiful Losers, uscito in Italia nel 1972 con il titolo di Belli e perdenti. Il debutto discografico del cantautore canadese è invece del 1967, con l’album Songs of Leonard Cohen, che si apre con la celebre Suzanne, nel video eseguita dal vivo a Londra nel 2008.

John Malerman, La morte avrà i tuoi occhi

John Malerman è un artista estremamente prolifico, tanto nella scrittura quanto nella musica. La morte avrà i tuoi occhi, in originale Bird Box, è uscito nel 2014, in Italia pubblicato da Piemme nel 2019, ed è il suo romanzo di esordio. Ha avuto un tale successo che ne è stato tratto un film prodotto da Netflix. Da allora, Malerman ha pubblicato una ventina di libri. Ma anche sul versante musicale la sua produzione è piuttosto vasta, con circa ventotto album tra quelli pubblicati da solista, in duo con Mark Owen e con la loro band The High Strung. Il più grande successo degli High Strung è senza dubbio You Got Lucky, contenuta nell’album Moxie Bravo pubblicato un po’ di anni prima, nel 2005, e utilizzata anche come sigla della serie Shameless.

Nick Cave, E l’asina vide l’angelo

Tradotto in italiano nel 1991 per Arcana editore, E l’asina vide l’angelo, in originale And the Ass Saw the Angel, è il primo romanzo scritto da Nick Cave nel 1989. Nick Cave si è cimentato con la letteratura a carriera molto avanzata, visto che aveva iniziato come musicista già nel 1973, con gli australiani Birthday Party. Dopo aver pubblicato una raccolta di poesie dal titolo King Ink, seguita poi da King Ink II, ha pubblicato questo romanzo e, nel 2009, La morte di Bunny Munro, in originale The Death of Bunny Munro. Se cercate una lettura estiva leggera, però, vi avviso che forse non è questa. E l’asina vide l’angelo, attraverso la sua caratteristica ambientazione “fangosa”, esplora lati indicibili dell’essere umano in una storia fra l’inverosimile e la cronaca dei livelli più bassi dell’umanità, raccontata con lo stile di Nick Cave, che comunque ci tiene aggrappati alle pagine come ci tiene aggrappati alle note. The Weeping Song è il singolo estratto dall’album The Good Son, pubblicato da Nick Cave and the Bad Seeds nel 1990.

Richard Hell, Godlike

Pubblicato nel 2005, Godlike è il secondo romanzo pubblicato da Richard Meyers, in arte Hell, stranamente mai tradotto in italiano. In precedenza, nel 1993, Richard Hell aveva pubblicato un racconto scritto nel 1973, Voidoid, e nel 1996 il romanzo Go Now, oltre a una serie di raccolte di poesie e di articoli musicali. Richard Hell è stato un influente bassista della scena punk americana, suonando nei Television e negli Heartbreakers prima di fondare la propria band Voidoid. L’album di debutto dei Voidoid è uscito nel 1977 sotto il titolo di Blank Generation. La title track veniva già eseguita dal vivo al tempo dei Television ed è stata particolarmente influente nell’immaginario delle nuove band punk americane e non.

Steve Earle, Non uscirò vivo da questo mondo

Steve Earle è un cantane e attore americano, particolarmente radicato nello stile folk e country. È anche un attivista politico piuttosto vivace. Ha al suo attivo ben ventuno album in studio. Il suo romanzo I’ll Never Get Out of this World Alive del 2011 è uscito in Italia con il titolo Non uscirò vivo da questo mondo nel 2012 per le edizioni Mondadori. Contemporaneamente alla pubblicazione del libro, Earle ha fatto uscire anche un album dallo stesso titolo. In precedenza, nel 2001, aveva pubblicato una raccolta di racconti dal titolo Le rose della colpa, in originale Doghouse Roses, pubblicato in Italia da Meridiano Zero nel 2005. I’ll Never Get Out of this World Alive è anche il titolo della traccia bonus che chiude l’album omonimo, nel video eseguita da Steve Earle da solo in uno studio radiofonico americano nel 2011.

Keith Buckley, Scale

Keith Buckley è un cantante americano molto attivo nella scena metal. Dopo aver contribuito a progetti come Many Eyes e Every Time I Die, ha fatto anche parte del supergruppo The Damned Things insieme a membri dei Fall Out Boy e degli Anthrax. Il suo primo romanzo, Scale, è stato pubblicato nel 2015, seguito da una seconda opera narrativa nel 2018, Watch. Entrambi i romanzi sono stati pubblicati dalla Rare Bird Books negli Stati Uniti e mai tradotti in italiano. Nel 2019 The Damned Things hanno pubblicato il loro secondo album High Crimes, che si apre con questa Cells.

John Darnielle, Il lupo nel furgone bianco

John Darnielle è cantautore, oltre che scrittore. Nel 1991 ha fondato la sua band folk rock The Mountain Goats, della quale per un periodo è stato l’unico componente. Il suo esordio nella narrativa è Il lupo nel furgone bianco, in originale Wolf in White Van, pubblicato nel 2014 e uscito in italia per Rizzoli nel 2018. In seguito Darnielle ha pubblicato altri due romanzi, ad oggi ancora non tradotti in italiano, ma già nel 2008 era stato autore di un saggio sui Black Sabbath dal titolo Master of Reality, pubblicato in Italia da Minimum fax. Nel 2015 i Mountain Goats hanno pubblicato il loro quindicesimo album Beat the Champ. La terza traccia dell’album è Foreign Object, nel video eseguita dal vivo in uno studio nel 2020.

Julian Cope, Uno tre uno

Julian Cope è un vero e proprio artista a tutto tondo, uno sciamano, un druido dell’era moderna. Gallese di nascita, Cope ha iniziato la sua carriera musicale alla fine degli anni Settanta, fondando a Liverpool i Teardrop Explodes. In seguito, ha costruito la sua carriera solista, che è cresciuta in parallelo con la sua passione per lo studio delle civiltà antiche, che ha studiato da vicino, arrivando anche a pubblicare testi ritenuti pietre miliari da molti archeologi moderni. Ogni ambito di cui si è occupato lo ha visto eccellere, anche nella scrittura di saggi musicali, sul krautrock, sulla scena musicale giapponese e via dicendo. Nel 2014 Julian Cope debutta anche nella narrativa, con il romando Uno tre uno (viaggio hooligan gnostico sulle strade della Sardegna e del tempo), in originale One Three One (A Time-Shifting Gnostic Hooligan Road Novel). Il romanzo prende il titolo da una delle strade principali della Sardegna, luogo che Cope aveva frequentato e conosciuto a fondo nel corso delle sue ricerche sulle civiltà antiche. Dalla sterminata e variegata discografia di Julian Cope, vi propongo Hymn to the Odin, brano che apre l’album Revolutionary Suicide, uscito nel 2013, solo un anno prima della pubblicazione del romanzo.

David Ellefson, Rock Star Hitman

Bassista americano, David Ellefson è noto soprattutto per la sua lunga partecipazione nei Megadeth, dal 1983 al 2002 e poi ancora dal 2010 al 2021. Ma Ellefson è stato anche fondatore e produttore di altre band hard rock e metal, tra cui The Lucid. Ha creato anche una casa di produzione cinematografica e una casa editrice. Ed è proprio per la sua casa editrice che ha pubblicato nel 2020 Rock Star Hitman, il suo esordio nella narrativa. Primo capitolo di una saga incentrata sul personaggio di Sledge, il romanzo è stato scritto insieme a Drew Foster, membro anche lui dei Lucid. Il testo non è mai stato tradotto in italiano, ma potrebbe risultare una interessante sorpresa per gli appassionati di thriller ricchi di azione. Qui il protagonista è un aspirante musicista disposto a qualsiasi cosa per avere successo, anche a diventare un killer per un’agenzia clandestina. L’album di esordio dei Lucid, intitolato appunto The Lucid, è uscito nel 2021 e vede impegnati sia David Ellefson al basso che Drew Foster alla chitarra. La quarta traccia è Hair.

Pete Townshend, Horse’s Neck

Pubblicato nel 1985 da Faber & Faber, casa editrice per la quale Pete Townshend ha anche lavorato, Horse’s Neck è una raccolta di racconti scritti fra il 1979 e il 1984. Pur essendo parzialmente ispirati a esperienze personali, non si tratta di letteratura autobiografica, ma di vera e propria narrativa. Purtroppo anche in questo caso, nonostante la celebrità del chitarrista degli Who, inspiegabilmente non esiste una traduzione italiana. Nel 1985, stesso anno di pubblicazione del libro, Pete Townshend fa uscire anche un concept album, dal titolo stranamente a tema: White City: A Novel. La terza traccia dell’album è Face to Face, brano in cui non troviamo l’iconica chitarra di Townshend, che canta solamente, ma un notevole arrangiamento di fiati, un’armonica e la partecipazione della figlia Emma Townshend che canta una parte della canzone.

 

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