Il Golden Retriever Experience prometteva coccole e foto indimenticabili ma un’inchiesta ha svelato le condizioni disumane in cui vivevano i cani

Il “Golden Retriever Experience”, una popolare attrazione nel Somerset (Regno Unito), prometteva coccole, giochi e foto indimenticabili con i cani. Si presentava come un autentico paradiso per i golden retriever. La realtà, però, era ben diversa. L’attrazione, infatti, è stata costretta a chiudere per sempre dopo che un’inchiesta ha svelato le condizioni disumane in cui vivevano i cani. Il bilancio è drammatico: due cani morti e altri quaranta salvati in extremis da una vita scandita dal sovraffollamento, dalla sporcizia e da privazioni di ogni tipo. Quello del “Golden Retriever Experience”, è infatti uno dei casi più gravi di maltrattamento animale registrati nella regione inglese.
La realtà dietro l’apparenza
Sono stati molti i visitatori che negli anni hanno visitato il Golden Retriever Experience. Sui social sono apparsi anche diversi video che mostravano intere famiglie, bambini e turisti mentre accarezzavano branchi di Golden Retriever in un campo del Somerset, nel sud-ovest dell’Inghilterra. Quello fondato da Nicolas Grant St James si presentava infatti come un autentico paradiso, garantendo ai visitatori giornate intere in compagnia di cani affettuosi. Dietro l’apparenza, però, si nascondeva una realtà del tutto diversa, crudele e spietata oltre ogni immaginazione.
Una ex lavoratrice, Rhianne Aitken, ha raccontato alla BBC la sua esperienza all’interno del Golden Retriever Experience: “Era un incubo. Cani in stanze sporche, umide, uno è stato sbranato dagli altri. Era nuovo, non faceva parte del branco. È morto in modo orribile”. Lei, insieme ad altri ex membri dello staff, ha contattato la RSPCA, dando così il via all’inchiesta che ha portato alla chiusura definitiva della struttura.
Nel maggio 2024, un’ispezione congiunta della RSPCA e del Consiglio del Somerset ha fatto luce sulle terribili condizioni in cui gli animali erano costretti a vivere: venti Golden Retriever erano chiusi in una cucina con pavimento in cemento, altri venti erano invece stipati in una camera da letto. Purtroppo due erano già morti. Data la situazione, le autorità hanno immediatamente deciso di revocare la licenza all’attrazione. Nei giorni scorsi si è discusso di questo caso presso il tribunale di Weston-super-Mare. Angela Brereton, giudice distrettuale, si è rivolta direttamente al fondatore dell’attrazione, dichiarando: “Non c’è stato alcun rimorso né empatia per le vittime. Lei si è preoccupato più delle perdite finanziarie che del benessere dei suoi cani. Questo è uno dei casi peggiori che questo tribunale si troverà ad affrontare”.
La condanna e la dichiarazione del Golden Retriever Experience
Nicolas Grant St James, il fondatore dell’attrazione, è stato accusato di non aver fornito un alloggio di dimensioni adeguate per il numero di cani presenti, di non aver mantenuto puliti gli ambienti, di non aver garantito ai cani un luogo confortevole per il riposo e di non aver fornito acqua potabile pulita e sempre disponibile ai cani presenti nella struttura. L’uomo ha ammesso i quattro capi d’imputazione. Su altri, tra cui l’alimentazione inadeguata, l’assenza di tecniche di addestramento appropriate e la mancata protezione da infortuni o parassiti, ha invece presentato dichiarazione di non colpevolezza.
L’uomo, alla fine, dovrà scontare 18 settimane di carcere, con pena sospesa per un anno; dovrà pagare 5mila sterline di multa e non potrà possedere alcun cane per almeno dieci anni. Dopo la revoca della licenza, il Golden Retriever Experience, tramite una nota sul proprio sito ufficiale, ha confermato la chiusura dell’attività: “In seguito agli eventi recenti, ci dispiace annunciare che The Golden Retriever Experience non riaprirà. Chi aveva acquistato gift voucher è invitato a scrivere una mail per ulteriori informazioni”. Tutti i cani che sono invece sopravvissuti alle condizioni estreme della struttura sono stati presi in custodia dalla RSPCA e ricollocati in famiglie affidatarie o adottati in modo permanente nella regione della Cornovaglia.
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