Il Messico costruirà un supercomputer da 314 petaflop per ricerca e AI
Il Messico accelera sulla frontiera tecnologica e di recente la presidente Claudia Sheinbaum ha confermato l’avvio, nel 2026, della costruzione di Coatlicue, un supercomputer capace di raggiungere i 314 petaflop. Un salto di scala enorme se confrontato con l’attuale capacità nazionale, ferma a 2,3 petaflop, e sufficiente a collocare il Paese al vertice regionale, superando ampiamente le macchine oggi operative in Brasile e Argentina.
Il nome, ispirato alla divinità messicana della Terra, richiama l’ambizione di un’infrastruttura nata per sostenere applicazioni avanzate di intelligenza artificiale, simulazioni scientifiche e analisi dati su larga scala. Il coordinatore dell’Agenzia per la Trasformazione Digitale, José Merino, ha spiegato che Coatlicue sarà sette volte più veloce del supercomputer più potente del Brasile. Nonostante il primato continentale, ha ricordato come la distanza dal gigantesco El Capitán statunitense rimanga ampia: quest’ultimo raggiunge 1,809 exaflop, un traguardo ancora lontano ma utile per misurare il passo di un Paese che vuole colmare rapidamente il proprio gap tecnologico.
La localizzazione dell’impianto verrà definita da un comitato a gennaio 2026, mentre la costruzione seguirà le fasi previste dagli standard internazionali. Il governo ha stanziato 6 miliardi di pesos, con un’architettura che prevede circa 14.480 GPU distribuite in 7.500 chassis, ospitati in circa 200 cabinet dotati di raffreddamento a liquido e connettività ad alta velocità. Il nuovo sistema diventerà il cuore del National Supercomputing Cluster, oggi limitato a 9,45 petaflop e a 10.000 terabyte di capacità di archiviazione.
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