Il mondo piange l’elefante più anziano del mondo: è morto Vatsala

Aveva superato i 100 anni ed era diventato famoso proprio per la sua longevità: è morto Vatsala, l’elefante più anziano del mondo.

Era la nonna di tutti e ora tanti nipoti sentiranno la sua mancanza: l’8 luglio scorso è morta Vatlsala, l’elefante più anziano del mondo. Un addio a cui tutti erano ‘preparati’, tuttavia straziante per l’importanza che questo animale aveva assunto all’interno dell’area protetta dove viveva. Qui aveva festeggiato il centenario della sua nascita, un vero record per un elefante: ecco come ci si ricorderà di lui.

E’ morto l’elefante più anziano del mondo: addio a Vatsala

Tutti coloro che abitano e frequentano l’area protetta Panna Tiger Reserve, dove abitava anche la compianta Vatlsala, avranno un ottimo ricordo di  questo longevo esemplare di elefante, il più anziano non solo della riserva ma di tutto il mondo. Se consideriamo che l’età media di un elefante si aggira intorno ai 60 anni di vita, i suoi 105 anni superano di gran parte il record.

Eppure, nonostante ci si aspettasse che la fine fosse vicina data l’età, ai guardiani mancherà molto Vatsala così come agli altri esemplari suoi simili, che vivono il lutto in maniera molto simile a quella di noi umani. Addirittura è stato osservato che gli stessi seppelliscono i propri cuccioli una volta morti, come se l’atto di sepoltura fosse un loro particolare rito funebre e in alcune culture gli elefanti sono addirittura sacri.

Questo comportamento pare sia stato documentato in India, dove i primi elefanti a seppellire i loro simili, lo hanno fatto nei pressi di alcuni insediamenti umani: il che potrebbe non essere una semplice coincidenza. Ciò sottolinea anche un legame emotivo con il corpo dei loro simili, al quale si dimostra affetto e rispetto anche al momento della morte.

E’ morto l’elefante più anziano del mondo: i ricordi su Vatsala

Di sicuro è stato un elefante ‘lavoratore’ domestico, che si è impegnato soprattutto nel trasporto di tronchi e altri oggetti molto pesanti fin dalla sua nascita, avvenuta in India nei primi decenni del secolo scorso. Poi è stata trasferita sempre in India, a Madhya Pradesh nel 1972 ed è approdata alla Riserva Panna Tiger nel 1993 fino alla sua morte.

Nel corso della sua lunghissima vita questo elefante non ha mai avuto figli, ma tanti ‘nipotini’ poiché tutti gli esemplari più piccoli la consideravano un punto di riferimento, proprio come una nonna per i suoi nipotini. Era la loro guida, anche perché conosceva ogni anfratto della grande riserva naturale e accompagnava volentieri chi ne avesse bisogno in avanscoperta.

Un particolare non da poco: Valtsala, a causa della cataratta di cui era affetta, era praticamente cieca ma sapeva ugualmente muoversi benissimo all’interno dell’area. Non dimentichiamo che la proboscide degli elefanti è una parte del corpo fondamentale anche per il loro orientamento.

Il dolore di Vatsala

Ma nella vita di Vatsala c’era un trauma, quello legato ai maschi della specie, perché proprio da due di loro era stata aggredita in passato per ben due volte. Lo scopo dell’aggressione era di natura sessuale, legata dunque ad un possibile accoppiamento, ma entrambi i tentativi (uno  nel 2003 e uno nel 2008) sono falliti perché Vatsala è riuscita a sfuggire.

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Eppure quelle aggressioni, oltre alle ferite dell’anima, avevano lasciato anche cicatrici e lesioni fisiche che ha curato nei mesi successivi. insomma questo piccolo grande neo ha segnato per sempre la sua vita ma non il suo carattere e la voglia di essere sempre al servizio degli altri suoi simili, come appunto farebbe una anziana nonna verso i piccoli ancora inesperti di vita.

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