La chimica come motore di innovazione: così Italmatch Chemicals lavora per rendere l’industria più sostenibile

Quando si parla di chimica, l’immaginario collettivo spesso evoca immagini grigie, fumi industriali e processi inquinanti. Ma la chimica può essere anche motore di sostenibilità e innovazione. È ciò che da molti anni fa Italmatch Chemicals, gruppo internazionale con sede a Genova, attivo in settori strategici per la sostenibilità come trattamento delle acque, lubrificanti, energie rinnovabili ed elettrificazione. Con oltre 1.100 dipendenti, 20 stabilimenti produttivi e sette centri di ricerca e sviluppo nel mondo, l’azienda è un esempio di come la chimica possa non solo essere compatibile con l’economia circolare, ma addirittura costituirne un elemento fondante.
Innovazione e sostenibilità al servizio di industrie e vita quotidiana
“Contrariamente ai pregiudizi, la chimica è per sua natura una scienza abilitante: secondo uno studio pubblicato da Federchimica e Cefic – Consiglio Europeo dell’Industria Chimica, è presente nel 95% dei manufatti industriali e occupa un ruolo chiave in settori che toccano da vicino la nostra vita di tutti i giorni, come detergenza, farmaceutica, alimentare, costruzioni, elettronica, tessile e molti altri”, dice Sergio Iorio, ceo e fondatore di Italmatch Chemicals. “È anche un potente facilitatore della transizione ecologica, grazie al suo contributo in ambiti come le energie rinnovabili, l’elettrificazione e il recupero delle materie prime critiche”.
Dal 1998, anno della fondazione, Italmatch ha fatto della sostenibilità un cardine della sua strategia: “In questi anni abbiamo ricevuto importanti riconoscimenti, come la certificazione EcoVadis Gold e il rating A- di Cdp per il cambiamento climatico”, continua Iorio. “Nel 2024, abbiamo ottenuto l’approvazione dei nostri target di riduzione delle emissioni da parte di Science Based Targets Initiative”. La sostenibilità viaggia di pari passo con l’innovazione. “Con circa 100 persone impegnate in questo ambito, investiamo costantemente in ricerca e sviluppo per migliorare l’efficienza dei processi e sviluppare soluzioni sempre a minor impatto ambientale e circolari”.
Dai rifiuti industriali a nuove soluzioni ad alto valore aggiunto
Tra le tecnologie principali c’è Eco Inhibitors, premiata da Federchimica con il Premio Responsible Care 2024: una soluzione chimica derivata dagli scarti dell’industria ittica, utilizzata nel settore antiagglomeranti per oil & gas come alternativa ecologica al metanolo. Oppure Magpie, una tecnologia per il recupero selettivo di metalli preziosi da acque industriali, applicabile anche alle batterie per veicoli elettrici per il recupero di nichel e cobalto.
“Parallelamente, la ricerca interna del gruppo si concentra anche sull’ottimizzazione dei processi produttivi, con un’attenzione particolare al riutilizzo dei cosiddetti sottoprodotti, ovvero quelle sostanze di scarto derivate dalla produzione che possono trovare nuova vita ed essere riutilizzate per la creazione di nuovi prodotti”, afferma il ceo. “L’obiettivo è duplice: ridurre l’impatto ambientale e aumentare l’efficienza nell’uso delle risorse. In quest’ottica, abbiamo sviluppato un metodo di purificazione che consente di riutilizzare l’acido fosforoso, sottoprodotto del nostro impianto di Arese per la produzione di nuove soluzioni per il trattamento delle acque e lubrificanti”.
Italmatch guida l’economia circolare delle batterie, trasformando i materiali esausti in risorse strategiche
La circolarità è anche al centro di due progetti europei di cui Italmatch è capofila. Un ambito su cui Italmatch si concentra è quello del recupero e del riciclo delle batterie, tema cruciale per la transizione energetica. L’azienda è coinvolta nel progetto Ipcei – European Battery Innovation, che mira a costruire una supply chain continentale delle batterie per veicoli elettrici, dalla produzione al fine vita. In questo contesto, Italmatch, oltre a fornire materie prime per le batterie di oggi e di domani, a stato liquido e solido, coordina anche un tavolo di lavoro dedicato all’economia circolare.
“Puntiamo a sviluppare soluzioni chimiche IoT per il trattamento delle batterie esauste e il recupero di metalli strategici, come manganese, nichel e cobalto, che altrimenti andrebbero persi. Si tratta di un passaggio fondamentale per rendere più sostenibile l’intero ciclo di vita delle batterie, in un settore in forte ascesa e destinato a crescere ancora nei prossimi anni”, spiega Iorio.
Italmatch punta sull’urban mining e sulla sostenibilità industriale
Altro progetto che vede coinvolta l’azienda è FlashPhos, un consorzio europeo guidato dall’Università di Stoccarda per il recupero del fosforo da rifiuti urbani e industriali, introducendo un nuovo concetto di urban mining. Anche in questo caso Italmatch, che ha una lunga esperienza nella produzione e nella gestione del fosforo, è partner tecnologico di riferimento.
Italmatch lavora anche per ridurre il proprio impatto ambientale. “Un esempio arriva dal nostro stabilimento di Changzhou, in Cina, dove l’acqua viene depurata e riutilizzata al 100%”, dice Iorio. “Inoltre, l’azienda ha ripensato il proprio packaging in ottica sostenibile: l’utilizzo di plastica riciclata ha permesso di risparmiare un totale di 80 tonnellate di plastica vergine e, contemporaneamente, circa 127 tonnellate di emissioni derivate dalla sua produzione. Abbiamo già avviato anche un programma che prevede l’utilizzo di almeno il 50% dell’energia elettrica da fonti rinnovabili (solare e cogenerazione) ed è attiva nell’efficientamento di impianti rinnovabili come quelli geotermici ed eolici”.
L’articolo La chimica come motore di innovazione: così Italmatch Chemicals lavora per rendere l’industria più sostenibile è tratto da Forbes Italia.
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